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eccellenza distintiva è la sublimità de' suoi pensieri. Vi sono altri de' moderni che lo emulano in ogni altra parte di poesia; ma nella grandezza de' suoi sentimenti ei trionfa di ogni poeta e moderno ed antico, tranne il solo Omero. È impossibile a fantasia d' uomo spiegarsi con idee più grandi di quelle che ei trattò nel primo, secondo e sesto libro. Il settimo che descrive la creazione del mondo è del pari maravigliosamente sublime, benchè non così idoneo a comInovere l'animo del lettore, nè però così perfetto nella via di epica elucubrazione, perchè non tanto pieno di azione. L'assennato lettore paragoni quanto Longino osservò sopra diversi passaggi di Omero, e ne troverà moltissimi paralleli in quelli del Paradiso perduto.

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Dal già detto possiamo inferire che come vi sono due generi di sentimenti, il naturale ed il sublime che si debbono continuamente tenere nel poema eroico; così vi sono due generi che si debbono studiosamente evitare. Il primo è l'affettato e il contrana turale, il secondo il basso e il volgare. Del primo genere di pensieri noi ne incontriam pochi in Virgilio; ei non ha quelle frivole acutezze e puerilità che s'incontrano così spesso in Ovidio, non i sali epigrammatici di Lucano, non que' tronfi sentimenti che si trovano così spesso in Stazio e Claudiano, o que' misti abbellimenti di Tasso. Tutto è misurato e naturale. I suoi sentimenti dimostrano che egli era un perfetto conoscitore dell' umana natnra, e di quanto era più acconcio a commuoverla.

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Molti pensieri possono essere naturali ed esser bassi e vili, ed il poeta epico non solamente dovrebbe evitare tai sentimenti come contranaturali ed affettati ma sì come bassi e volgari. Omero aprì molto campo allo

field of raillery to men of more delicacy than greatness of genius, by the homeliness of some of his sentiments; but these are rather to be imputed to the simplicity of the age in which he lived, to which I may also add, of that which he described, than to any imperfection in that divine poet. Zoilus, among the ancients. and Monsieur Perrault, among the moderns, indulged in ridicule of such sentiments. There are no blemishes to be observed in Virgil in this particular, and but very few in Milton.

I shall give but one instance of this impropriety in Homner, and at the same time compare it with an instance of the same nature both in Virgil and Milton. Sentiments which raise laughter can very seldom be admitted with any decency into an heroic poem, the business of which is to excite passions of a much nobler nature. Homer, however, in his characters of Vulcan and Thersites, in his history of Mars and Venus, in his behaviour of Irus, and in other passages, has been observed to have lapsed into the burlesque character, and to have departed from that serious air which seems essential to the magnificence of an epic poem. I remember but one laugh in the whole Eneid, which is excited in the fifth book, upon Mencetes, where he is represented as thrown overboard, and drying himself upon a rock. But this piece of mirth is so well timed, that the severest critic cannot object to it, for it is in the book of games and diversions, where the reader's mind may be supposed to be sufficiently relaxed for such an entertainment. The only piece of pleasantry in Paradise Lost, is where the evil spirits are described as rallying the angels upon the success of their new invented artillery. This passage I look upon to be the most exceptionable in the whole poem.

Having already treated of the fable, the characters, and

scherzevole per gli uomini di più leggiadria che di grandezza di genio colla rozzezza di alcuni suoi sentimenti; ma questi debbono attribuirsi piuttosto alla semplicità del secolo in cui visse; al che io posso aggiugnere, del secolo che ei descrivea, meglio che a veruna imperfezione in quel poeta divino. Zoilo, tra gli antichi, e il Mr. Perrault tra' moderni troppo beffarono que' sentimenti. Non v'è difetto alcuno da osservare in Virgilio su questo punto, e pochissimo in Milton.

Darò un sólo esempio di questa improprietà in Omero, ed allo stesso tempo lo paragonerò con un esempio della stessa natura in Virgilio ed in Milton. Sentimenti che destano risa possono ammettersi di rado con qualche decoro in un poema eroico, che ha per iseopo eccitar passioni di assai più nobile natura. Omero però ne' suoi caratteri di Vulcano e di Tersite, nella sua storia di Marte e Venere, nel suo ritratto d'Iro e in altri luoghi, fu notato che ei cadde nel carattere burlesco, e si è dipartito da quella gravità che pare essenziale alla magnificenza del poema epico. Io non ricordo che una risata in tutta l'Eneide, destata nel lib. 5° sopra Menete, dove rappresentasi come scagliato in mare, e che scuota se medesimo sopra uno scoglio. Ma quel tratto di allegria è così bene contemperato, che i più severi critici non lo possono appuntare, poichè egli è nel libro de' giuochi e divertimenti, dove l'animo del lettore deve supporsi abbastanza disposto a tal solazzo. Il solo tratto scherzevole nel Paradiso perduto, è dove i mali spiriti sono descritti come schernenti gli angeli pel successo della loro artiglieria nuovamente inventata. Questo passo lo credo il più biasimevole in tutto il poema.

Trattato già dell' argomento, dei caratteri e senti

sentiments, in the Paradise Lost, we are, in the last place, to consider the language; and as the learned world is very much divided upon Milton as to this point, I hope they will excuse me if I appear particular in any of my opinions, aud incline to those who judge the most favourably of the author.

It is requisite that the language of an heroic poem should be both perspicuous and sublime. In proportion as either of these two qualities are wanting, the language is imperfect. Perspicuity is the first and most necessary qualification; insomuch that a candid reader sometimes overlooks a little slip even in the grammer or syntax, where it is impossible for him to mistake the poet's sense. Of this kind is that passage in Milton wherein he speaks of Satan

: God and his Sou except,

Created thing nought valu'd he nor shunn'd.

And that in which he describes Adam and Eve:

Adam the goodliest man of meu since born
His sons, the fairest of her daughters Eve.

It is plain that. in the former of these passages, according to the natural syntax, the divine persons mentioned in the first line are represented as created beings; and that in the other, Adam and Eve are confounded with their sons and daughters. Such little blemishes as these, when the thought is great and natural, we should, with Horace, impute to a pardonable inadvertency, or to the weakness of human nature, which cannot attend to each minute particular, and give the finishing touch to every circumstance in so long a work. The ancient critics, therefore, who were actuated by a spirit of candour rather than of cavilling, invented certain figures of speech on purpose to palliate little errors of this nature in the

menti del Paradiso perduto, veniamo in ultimo ad esaminare lo stile; e siccome gli eruditi sono molto divisi su Milton a questo punto, spero che mi vorranno scusato se appaio singolare in qualche mia opinione ed inclino a quelli che più sono favorevoli all' autore.

Deve lo stile del poema eroico essere chiaro e sublime. A proporzione che ognuna di queste due qualità vien mancando, lo stile è imperfetto. La chiarezza è la prima e la più necessaria qualità; cosicchè il cortese lettore alcune volte trapassa un qualche errore anche di grammatica o di sintassi dove gli riesce impossibile di non imbroccare il genuino senso del poeta. Di questo genere è quel passaggio di Milton dove egli parla di Satano

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Dio tranne e il Figlio

Creata cosa ei non paventa o schiva.

E quello in cui descrive Adamo ed Eva:

Adam su tutti i figli suoi il vezzoso,
Su tutte le sue figlie Eva la bella.

Egli è chiaro che nel primo di questi passi secondo la sintassi naturale, le divine persone nominate nel primo luogo sono rappresentate come esseri creati; e nel secondo Adamo ed Eva sono confusi coi loro figliuoli e figliuole. Difetti così piccoli, quando il pensiero è grande e naturale, dovremmo imputarli con Orazio a condonabile inavvertenza, od a debolezza dell' umana natura, che non può attendere ad ogni minuta particolarità, e recare l'ultima perfezione sopra ogni circostanza in così lungo lavorio. Gli antichi critici però che erano mossi da spirito di candore nou da cavilli, inventarono cotali figure di parlare per a proposito di velare piccoli errori di questa natura

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