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Fra' tipi delle monete di Maga vuolsi notare segnatamente quello che dall' Eckhel ( T. IV, p. 7), dal Visconti (Icon. Gr. P. III, p. 295) e da altri vien detto Remo (v. Belley, B. L. T. XXXVI, Hist. p. 18, Pl. n. 3; Mionnet, Sup. T. IX, Pl. II, 4); ma che parmi senza meno Rostro di Nave, come lo ebbe appellato anche il dotto Belley (B. L. T. XXXVI, Hist. p. 19). Di forma analoga si è il Rostro di Nave che vedesi nel riverso di una rara moneta di M. Antonio impressa in Alessandria con la scritta L.A PQMHZ (Morelli, Fam. ANTONIA, Tab. XI, 5); onde può arguirsi che cotale maniera di Rostro trifido fosse propria segnatamente delle Navi Egizie e Cirenaiche (48).

(48) Che sia veramente Rostro di Nave, e non Remo, si conferma pel riscontro del Rostro di Nave con punta similmente trifida, che ricorre nell'area de' denarii di Q. Fabio Labeone, ove si alterna coll'altro simbolo della Prora di Nave (v. la mia App. al Saggio p. 97: cf. Marchi, Aes Grave p. 109-110), ed accenna ai Rostri delle Navi di Re Antioco incendiate e distrutte dal pretore Q. Fabio Labeone, e di quelle di Creta, ond' egli riportò l'onore del trionfo navale (Livius XXXVII, 60: XXXVIII, 39). A' Cirenei attribuivasi l'invenzione del Lembo, maniera di nave agilissima con prora aguzza (Plin. VII, 57, 17: cf. Schneider Lexic. Gr. v. Asμßos), cui forse meglio d'ogn' altro si conveniva il Rostro trifido quale vedesi delineato sopra la moneta di Maga. In altre monete di lui ricorre il tipo della Protome di Cavallo marino alato, che accennar sembra tutt' insieme alla nautica ed alla cavalleria de' Cirenei, in riguardo alla favola che diceva avere Nettuno stesso insegnato a' Libj l'arte di governare i Cavalli (Steph. Byz. v. Baрxn: Hsych. v. Bapxalous oxois), ed alla frase Omerica (Odyss. IV, 708) colla quale le navi son dette álos

Testa di Ammone ) ΒΑΣΙΛΕΩΣ ΠΤΟΛΕΜΑΙΟΥ, Ornamento Isiaco; in altra: Mensa, sopra la quale è collocato l' Ornamento Isiaco (Sestini, Mus. Hedervar. p. 75, n. 2, 3). Il tipo Egizio di queste monete, che dal Sestini sono attribuite ad Apione ultimo re della Cirenaica, si scambia luce con quel passo di Erodoto (IF, 186), ove leggesi come « di carne vaccina le donne Cirenee non istimano giusto il cibarsi, per l' Egizia Iside: anzi e digiuni a questa celebrano e feste ».

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A' tempi de' Lagidi Re della Cirenaica credo che spettino, per la maggior parte, le monete aventi l' epigrafe KOINON, KOIN KYPA, KTP. KOIN. Una in argento ha nel diritto una testa virile ornata del corno dell' ariete, e lineamenti non ideali, ma di ritratto, sì che venne attribuita ad Apione (Visconti, Icon. Gr. P. III, Tav. XV, 8). Altra di bella fabbrica, pure in argento, con la testa di Ammone barbata (Mionnet, Rec. Pl. LXXIX, 2), forse rimonta a' tempi di Alessandro Magno; e similmente altre di bronzo assai grosse e pesanti. A' tempi de' Lagidi riferirei l' altre di bronzo sottili, anzi che no, aventi la superficie del diritto minore di quella del riverso, del pari che quelle de' primi Tolemei, e la scritta KoINON tutta in una sola linea e coll' omicron assai minore delle altre lettere, particolarità che invalse segnatamente a' tempi della dominazione Macedone (cf. Franz,

iлло. Certo, che il tipo del Cavallo marino alato ricorre in monete di altre città, che vantavano nautica e cavalleria esimia, siccome Taranto e Siracusa.

Elem. Epigr. Gr. p. 149 ). Le monete co' tipi della testa di Giove Ammone barbato e del Silfio e con l'epigrafe KoINON (Mion. D. 4, 5; Sup. 61), recuse sopra altre anteriori aventi la testa di Sotere nel diritto e nel riverso quella di Berenice, forse furono impresse nella contingenza della ribellione de' Cirenei contra Sotere medesimo, avvenuta nell' anno primo dell' Olimpiade CXVII (Diodor. XIX, 79), oppure nell' altra fattasi contra Tolemeo VII Fiscone Polyb. XXXI, 26). Per simile modo i Giudei ribellatisi contro ai Romani improntarono moneta propria tumultuariamente recusa sopra denarii imperiali (cf. Eckhel T. III, p.473).

Classe IV. Monete autonome di Cirene e d'altre minori Città della Pentapoli Libica verisimilmente impresse dopo l'anno 658 di Roma.

A questa Classe parmi che possano verisimilmente riferirsi le monete Cirenaiche di bronzo aventi nel diritto la testa di Giove Ammone con barba leggiera e lanuginosa (49), e nel riverso un arbore di Palma fruttifera, che sono di fabbrica ordinaria, e di stile che ne dà indizio di arte già decadente. Il tipo della Palma troppo ben si connette con la testa di Giove Ammone; poichè, al riferire di Plinio (XIII, 33), interior Africa, ad Garamantas usque,

(49) Questa singolare maniera di barba sembra propria de' Libj e degli Africani, e in parte confronta con quella del busto Capitolino di Terenzio, che pare come recisa colle cesoje (cf. Annali dell' Inst. Archeol. T. XII, Tav. agg. G.), e con quella altresì delle monete dei due Gordiani Africani,

et deserta, PALMARVM magnitudine et suavitate constat, NOBILIBVS maxime circa delubrum HAMMONIS (cf. Herodot. IV, 172, 182; Della-Cella, Viaggio p. 169). L'arte appare vie più decadente nel lavoro delle altre monete di bronzo di Cirene aventi nel diritto la testa d'Apollo laureata, e nel riverso la Lira. La mancanza del Silfio in queste monete, ed il posto secondario che gli si dà nelle precedenti, ove sta come simbolo a lato della Palma, ne porgono altro argomento per riportarle a' tempi ne' quali quella pregiatissima pianta venne quasi a mancare nelle contrade della Cirenaica. La testa di Apollo sovente è di una forma e lavoro sì infelice, che parmi potersene arguire, che cotali monete in parte venissero impresse anche a' tempi dell' Impero inoltrati; nella quale particolarità Cirene andrebbe del pari con Atene, che manca di Monete Imperatorie, e ne ha invece alcune di fabbrica sì misera, che sembrano da riportarsi fin verso i tempi di Gallieno (Eckhel, T. II, p. 220) (50).

A questi tempi possono in parte riferirsi le Monete delle Città secondarie della Cirenaica, le quali, dopo che il Senato Romano eius Regni Civitates

(50) Che Cirene, e qualche altra città della Pentapoli Libica, proseguissero ad improntare Moneta autonoma a' tempi eziandio dell' Impero Romano, parmi comprovato dalle monete Cirenaiche recuse sopra altre dei Re della Mauritania con vestigio dell' epigrafe Latina della primitiva impressione. Il Sestini (Mus. Hederv. P. III, p. 76, n. 1) ne descrisse una moneta di Tolemaide della Cirenaica recusa sopra una di Giuba II Re della Mauritania, co' vestigj cioè della primitiva

liberas esse iussit (Livii Epit. LXX), si saranno studiate di vantare la loro autonomía anche coll' improntare Moneta propria. Ma dal novero delle Città secondarie della Cirenaica, che impressero Moneta propria, vuolsi escludere Aenesisphyra, Caenopolis, e Maranthis, poichè i supposti nomi di esse non sono che nomi di Magistrati di Cirene e di Barca (51).

epigrafe: IVBA· R · A· XXXVI. E nel R. Museo Estense conservasi una moneta di bronzo del Comune de' Cirenei, che mostra essere stata recusa sopra una di Tolemeo Re della Mauritania sotto Tiberio e Caligola; ed è come segue:

Testa virile sbarbata, che pare diademata e di ritratto. )( KO Silfio; e nell'area a sinistra,

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(51) Il Mionnet (Suppl. n. 98) pose sotto ENESSISPHIRA (corrige AENESISPHYRA) una moneta d'argento, che verisimilmente spetta a Barca, con l'epigrafe ENEZ, se pure fu ben letta, che mostra essere nome di Magistrato. Il Sestini (Mus. Font. P. I, p. 123) attribuì a Caenopolis altra simile moneta di argento con la scritta KAINIQ apposta alla testa di Giove Ammone; ma pel riscontro di altra meglio conservata, nel cui diritto leggesi KAINIQ, e BAP..A nel riverso (Mion. Sup. n. 90), chiaro si pare che il preteso nome di Caenopolis altro non è che nome di Magistrato posto in secondo caso, conforme a ciò che si raccoglie dal confronto dell'altre monete di Barca e di Cirene (v. la prec. not. 39). Per simile modo il Sig. Allier de Hauteroche (Dumersan, Cab. Hauteroche p. 122) di una moneta assai comune di Cirene con le iniziali del nome del Magistrato AM, leggendole a ritroso contra ogni regola di buona critica, ne creava una rarissima di Maranthis, piccola città o piuttosto borgata della Pentapoli.

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