Bellezze della Divina commedia di Dante Alighieri, Volume 1Tip. di G. Silvestri, 1845 |
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adunque alcun Alichino altresì ANTONIO CESARI anzi appunto assai avea Barbariccia bellezza bellissimo bello bocca Boccaccio bolgia bujo buon Canto Canto xxvi Capaneo Cerbero certo ch'io chè ciascuno colla colui comentatore concetto costui cotale cotesto credo Dante dendo detto diavolo dice diletto dimanda dipingere dire dolore Dottore Duca ecco ellissi Eneid Ercole essendo eziandio faccia fece Fialte figliuoli Flegias forza gente gittar Giuseppe gran guarda INFERNO innanzi intendere l'altro l'animo l'uno lascia legge lettore levar lingua Lucifero luogo Maestro Malacoda Malebolge mano maraviglia medesimo meglio mente mondo mostra natura nuovo occhi pare parea parlare parole passo paura Petrarca piacere piè piglia pittura poco poesia Poeta poetico ponte Purgatorio quivi ragione ROSA sentire similitudine spezie tocca TOREL torna tratto troppo trovato udite uomo vale veder vedere veggo venire verbo vero verso vidi Virgilio vivo vuol
Popular passages
Page 92 - Questi si percotean, non pur con mano, Ma con la testa, e col petto, e co' piedi, Troncandosi co
Page 16 - Or se' tu quel Virgilio, e quella fonte, Che spande di parlar sì largo fiume? Risposi lui, con vergognosa fronte: Oh. degli altri poeti onore e lume, Vagliami '1 lungo studio, e '1 grande amore, Che m' han fatto cercar lo tuo volume. Tu se...
Page 359 - Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto: che della nova terra un turbo nacque e percosse del legno il primo canto. Tre volte il fé...
Page 10 - Ahi quanto a dir qual era, è cosa dura , Questa selva selvaggia ed aspra e forte, Che nel pensier rinnova la paura ! Tanto è amara , che poco è più morte ; Ma per trattar del ben, ch' i' vi trovai, Dirò dell' altre cose ch' io v' ho scorte. l' non so ben ridir com' io v' entrai ; Tant' era pien di sonno in su quel punto, Che la verace via abbandonai.
Page 16 - Ch' ella mi fa tremar le vene ei polsi. A te convien tenere altro viaggio, Rispose, poi che lagrimar mi vide, Se vuoi campar d' esto loco selvaggio ; Chè questa bestia, per la qual tu gride, Non lascia altrui passar per la sua via, Ma tanto lo 'mpedisce che...
Page 70 - Soli eravamo e senza alcun sospetto. Per più fiate gli occhi ci sospinse Quella lettura, e scolorocci il viso; Ma solo un punto fu quel che ci vinse. Quando leggemmo il disiato riso Esser baciato da cotanto amante, Questi, che mai da me non fia diviso, La bocca mi baciò tutto tremante. Galeotto fu il libro e chi lo scrisse: Quel giorno più non vi leggemmo avante.
Page 436 - Mi sembri veramente, quand' io t' odo. Tu dei saper ch' io fui Conte Ugolino, E questi è l'Arcivescovo Ruggieri: Or ti dirò perch' io son tal vicino. Che per l' effetto de' suo' ma' pensieri, Fidandomi di lui, io fossi preso E poscia morto, dir non è mestieri.
Page 10 - ... raggi del pianeta, che mena dritto altrui per ogni calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m' era durata la notte, ch' i
Page 81 - Vuoisi così colà, dove si puote Ciò che si vuole, e più non dimandare.
Page 55 - Genti v' eran con occhi tardi e gravi, Di grande autorità ne' lor sembianti: Parlavan rado, con voci soavi.