La Divina commedia di Dante Alighieri, Volume 4Nella Stamperia de Romanis, 1817 |
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... LETTERA DI MONSIG . BOTTARI , nella quale nondimeno si rivendica a Dante la primazia sopra l'Autor del Meschino , ma ... lettere col sullodato CANCELLIERI , ponendo in giovial derisione co- tal dubbio , alle quali alle quali piegossi l ...
... LETTERA DI MONSIG . BOTTARI , nella quale nondimeno si rivendica a Dante la primazia sopra l'Autor del Meschino , ma ... lettere col sullodato CANCELLIERI , ponendo in giovial derisione co- tal dubbio , alle quali alle quali piegossi l ...
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... Lettera- ria d'Italia del Sig . Ginguenè . Nè era a noi incognito quel la- voro : ma trovandoci nel caso di far cosa ... let- tera del D. BIANCHINI di Prato , sulla necessità che hanno i Pre- dicatori di legger la Divina Commedia ; nè ...
... Lettera- ria d'Italia del Sig . Ginguenè . Nè era a noi incognito quel la- voro : ma trovandoci nel caso di far cosa ... let- tera del D. BIANCHINI di Prato , sulla necessità che hanno i Pre- dicatori di legger la Divina Commedia ; nè ...
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... LETTERA DI UN ACCADEMICO DELLA CRUSCA ( MONSIGNOR GIO . PAR . Ch ' ha le mie frondi si da me disgiunte , 19. 26 Perchè si forte guizzavan le giunte , Qual suole il fiammeggiar delle cose unte Tal ' era li da ' calcagni alle punte . UNTI ...
... LETTERA DI UN ACCADEMICO DELLA CRUSCA ( MONSIGNOR GIO . PAR . Ch ' ha le mie frondi si da me disgiunte , 19. 26 Perchè si forte guizzavan le giunte , Qual suole il fiammeggiar delle cose unte Tal ' era li da ' calcagni alle punte . UNTI ...
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Dante Alighieri Baldassarre Lombardi. LETTERA DI UN ACCADEMICO DELLA CRUSCA ( MONSIGNOR GIO . BOTTARI ) SCRITTA AD UN ALTRO ACCADEMICO DELLA MEDESIMA . Tom . IV . A Nell ' Eloquenza Italiana di Monsignor Fontanini , uomo quanto.
Dante Alighieri Baldassarre Lombardi. LETTERA DI UN ACCADEMICO DELLA CRUSCA ( MONSIGNOR GIO . BOTTARI ) SCRITTA AD UN ALTRO ACCADEMICO DELLA MEDESIMA . Tom . IV . A Nell ' Eloquenza Italiana di Monsignor Fontanini , uomo quanto.
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... , e tre facce , e lo stesso si legge in Dante Infer . can . 34 . O quanto parve a me gran maraviglia Quando vidi tre facce alla sua testa ; e appresso : Sotto ciascuna escivan due grand ' ali Quanto si conveniva 4 LETTERA.
... , e tre facce , e lo stesso si legge in Dante Infer . can . 34 . O quanto parve a me gran maraviglia Quando vidi tre facce alla sua testa ; e appresso : Sotto ciascuna escivan due grand ' ali Quanto si conveniva 4 LETTERA.
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Accademici della Crusca Alberico alcun Alighieri altra amor anime antichi Apostolus appresso assai avea beati Beatrice bella Benvenuto da Imola Boccaccio Bosone buon Cacciaguida canto ch'è ch'i chiama ciascun Ciel colla colui Comentatori cominciò convien cotal credo Crusca Dante Alighieri dice dietro dimanda dinanzi disio dissi Divina Commedia dolce donna duca Edizione ejus espositori esso eterno fece figliuolo Fiorentino fummo gente gran gridò Inferno l'altro legge lettera lezione loco Lombardi luce lume luogo maestro mente mondo monte mostra Nidob occhi omai padre Paradiso parea parlar parole passi Perocchè piè Pietro Pietro Diacono poco Poema Poeta Poscia Postill pria puote PURG Purgatorio quæ quei quinci quivi quod raggio ragione rispose santa sanza sovra spirto Tantalo terra terzina testo tosto veder vedere veggio verso vidi Virgilio visione viso vizj volse כג وو
Popular passages
Page 87 - Ti scaldi, s' i' vo' credere a' sembianti, Che soglion esser testimon del cuore, Vegnati voglia di trarreti avanti, Diss' io a lei, verso questa riviera, Tanto ch' io possa intender che tu canti. Tu mi fai rimembrar, dove e qual era Proserpina nel tempo, che perdette La madre lei, ed ella primavera. Come si volge, con le piante strette A terra ed intra se, donna che balli, E piede innanzi piede a pena mette, Volsesi in su
Page 72 - Francesca, i tuoi martiri a lagrimar mi fanno tristo e pio. Ma dimmi: al tempo de' dolci sospiri, a che e come concedette Amore che conosceste i dubbiosi desiri?
Page 78 - PER me si va nella città dolente, Per me si va nell' eterno dolore, Per me si va tra la perduta gente. Giustizia mosse il mio alto fattore : Fecemi la divina potestate, La somma sapienza e il primo amore. Dinanzi a me non fur cose create, Se non eterne, ed io eterno duro : Lasciate ogni speranza, voi ch' entrate .' Queste parole di colore oscuro Vid' io scritte al sommo d' una porta : Perch' io : Maestro, il senso lor m
Page 73 - Sol nel mondo uscio. Come un poco di raggio si fu messo Nel doloroso carcere, ed io scorsi Per quattro visi il mio aspetto stesso ; Ambo le mani per dolor mi morsi. E quei, pensando ch...
Page 74 - Avesse di veder s' altri era meco; Ma poi che il suspicar fu tutto spento, Piangendo disse: Se per questo cieco Carcere vai per altezza d' ingegno, Mio figlio ov' è, e perchè non è teco? Ed io a lui : Da me stesso non vegno : Colui, che attende là, per qui mi mena, Forse cui Guido vostro ebbe a disdegno. Le sue parole e il modo della pena M' avevan di costui già letto il nome : Però fu la risposta cosi piena.
Page 72 - A lagrimar mi fanno tristo e pio. Ma dimmi : al tempo de' dolci sospiri, A che e come concedette amore, Che conosceste i dubbiosi desiri...
Page 89 - Per entro il Cielo scese una facella, « Formata in cerchio a guisa di corona, « E cinsela, e girossi intorno ad Ella.
Page 87 - Ond' era pinta tutta la sua via. Deh, bella Donna, ch' ai raggi d
Page 72 - Quando leggemmo il disiato riso Esser baciato da cotanto amante, Questi, che mai da me non fia diviso, La bocca mi baciò tutto tremante : Galeotto fu il libro e chi lo scrisse : Quel giorno più non vi leggemmo avante.
Page 63 - Ed io vi giuro, s'io di sopra vada, Che vostra gente onrata non si sfregia Del pregio della borsa e della spada. Uso e natura sì la privilegia, Che, perchè il capo reo lo mondo torca, Sola va dritta, e il mal cammin dispregia.