L'

oggetto di questa nuova Edizione della Divina Commedia di Dante è stato di procurarne al Publico degli esemplari corretti , commodi , ed eleganti . Per riuscirvi ho adottato la Lezione del ch. P: Lombardi la quale gode meritamente ľuniversale approvazione delle più culte Nazioni ammiratrici di questo sublime Poema ; E poichè nell' Edizione Romana del 1791 erano scorsi nel Testo alcuni pochi errori di stampa , non avvertiti abbastanza , ho procurato che di questi ana. cora venisse purgato. Con la nitidezza della carta e de' caratteri ho cercato di contribuire al commodo ed eleganza , riducendola in un volume tascabile , che può dividersi anche in tre parti distinte. E studiandomi di conciliare l'utilità di questa picciola edizione con una certa tipografica esattezza ho regolato in guisa

che ogni Canto incomincia dal retto della pagina , ed ha in fine delle brevissime annotazioni , che spiegano i passi più oscuri, e quelli principalmente

la stampa:

che risguardano la Storia meno cognita de' tempi medj.

Glargomenti al principio di ciascun Canto sono talvolta rifusi e ridotti a maggior brevità , senza alterarne la sostanza . La Vita poi del nostro Poeta che immediatamente succede ; è quella scritta dall'Abate Pier Antonio Serassi, che meritamente più volte è stata riprodotta con le Stampe : Ed il Ritratio a lato del Frontespizio è fedelmente copiato dalla migliore fra le incisioni fattene dal celebre Raffaele Morghen .

Se con tali diligenze avrò ottenuto l'intento propostomi potrà giudicarne chiunque ne farà uso . Intanto calcolando che fra l' Edizioni di sì commoda forma , sono ben rare le antiche ( sempre inferiori in confronto della nuova Lezione ) e che niuna ve n'ha fra le moderne che tali pregi riunisce , hò fondamento di sperare,

che vorrete accoglierla beni. gnamente,

Si avverte , che della presente Edizione sono stati impressi alcuni esemplari in Carta velina bianca, ed altri pochissimi in velina turchina , oltre due copie in pergamena gia destinate .

VITA DI DANTE ALIGHIERI

Scritta dall' Abate

2

PIER ANTONIO SERASSI

te

Naeque Dante negli anni di Cristo, 1265. poco dopo la tornata de' Guelfi in Firenze, stati in esilio per la sconfitta di Monteaperto . Nella fanciullezza sua nutrito nobilmens

e dato'a' precettori delle lettere , subito apparve in luis un ingegno grandissimo, e molto atto a cose leccellenti. Il padre suo Aldighiero degli Elisei perdette nella suă pues rizia ; nientedimeno confortato da' parenti e da Brunetto Latini valentissimo uomo se: condo quel tempo, non solamente alla leta teratura , ma agli studi liberali si diede ; niente lasciando indietro che appartener potesse a rendere l'uomo singolare, ed illustre. Nè per tutto questo si racchiuse in ozio , nè privossi del secolo ; ma vivendo e conversando con gli altri giovani di súa età ,

costumato ed accorto e valoroso ad ogni esercizio giovanile si trovava, intanto che in quella battaglia memorabile e grandissima che fu a Campaldino , ei giovane e bene stimato si trovò nell'armi combattendo valorosamente a cavallo nella prima schiera , dove portò gravissimo pericolo 1 Dopo questa battaglia tornato Dante a casa

agli studi più ferventemente , che prima si diede , nondimanco niente tralascio delle conversat zioni urbane e civili - In-shargiovanezza prez se moglie , e fu ana gentildonna della famiglia de' Donati , chiamata per nome Madon, na Gemma, dalla quale ebbe più figliuoli : Ben è vero, che sin da' più teneriranni erasi innamorato perdutamente di Beatrice figliuo: la di Folco Portinari , donzella di singolari virtù e di rara bellezza : la quale avendo'nel più bel fiore dell'età sua abbandonato que sta vita inortale , lasciò Dante in un estremo cordoglio ; nè maiisin che visse si potè dimenticare di lei ; anzi per eternarne la memoria la introdusse sotto nome di Bice nella sua grand' opera . Intanto cominciò ad essere adoperato negli uffici della Repubblica, e pervenuto al trentesimo quinto anno,fu