Page images
PDF
EPUB

LUDRO

Non ti par egli, amico, che la gravità predomini ora per modo che l'allegria ne va in bando diventata omai una tradizione? Che cosa vi ha oggidì che non si prenda sul serio? La pittura non sa più rappresentare le scene che scaturivano si gioconde dalla fantasia de'Fiamminghi e degli Olandesi a dar vita alla tela; fattasi ancella di Melpomene, sbozza tragedie, si. fa prestar da Dante l'Ugolino, da Milton i demonii, tinge i paesi del tetro chiarore del temporale, e ponvi a macchiette streghe od assassini: singolare fu all'età sua Salvator Rosa, che popolava di briganti lande e burroni; singolare sarebbe presentemente Claudio Lorenese che allegrasse una ridente campagna di un tranquillo tramonto.-La statuaria preferisce a Venere, alle Grazie, agli Antinoi, Ercole che sbalestra Lica o le angosce di Laocoonte; a' bassirilievi più non son suggetto balli di putti, o baccanali, bensì il trionfo di

Alessandro, o Socrate che bee la cicuta. L'architettura ha impiccolite le sue proporzioni, nè crea più aule spaziose a ritrovi, a danze, vaghe di affreschi di uno stile largo; bensi mediocri sale, con pareti a stucco lucido, e a cui succedono camerette ricche di mobili e di panneggiamenti più che d'aria e di luce: là non saprebbe raunarsi un numeroso crocchio di amici: si prestano al conversare di pochi, talora non sanno capire più che due, e in tai casi è più facile sbadigliare o sospirare, che ridere. L'allegria se ne va in bando, ti ripeto. Guardati intorno: quai colori son di moda? Perdoniamo il rosa appena alle spose, il bianco appena alle fanciulle; le nostre donne amano lo scuro; il blò più non ritrae del limpido del cielo ; nè il verde dello smalto de'prati: chi oserebbe indossare un rosso tirante a scarlatto? Eppure i nostri avi se ne facevano mantelli, e passeggiavano lindi per la piazza, accompagnando lor donne in vesta di raso fiorato su fondo bianco o canarino con toppè di mille fettucce. Che se uno di quei buoni vecchi rivivesse a vederci quai siamo fatti, terrebbeci per convocati a funerale. Nè coll'uniforme scuro che ci ammanta da capo a' piè, disdicono i visi foschi per fitto pelame, e per espressione di concentrazione malinconica: un viso di que'che i Francesi dicono epanoui, sarebbe in mezzo alla turba quel che è una stonatura in una musica, le signore susurrerebbonsi all'orecchio:-che muso da stupido! E gli uomini domanderebbonsi:-che abbia vinto la lotteria di....? Confessiamolo a malincuore: il buon umore non è all' ordine del giorno, nè gli

orecchi trasmettonci sensazioni più allegre degli occhi. Che se per una curiosa trasposizione, il Barbiere, la Cenerentola, la Chiara son diventati repertorio di certi sonatori d'organo, e fanno echeggiare il volto delle chiese; il teatro rimbomba quasi unicamente di preghiere e lamenti, e vi udiamo sapientemente semitonato e gorgheggiato il dolore, dal primo sospiro di una passione incestuosa sino al grido supremo di uno scellerato che spira. La musica, dianzi confortatrice d'ogni mestizia, abiurato l'antico magistero, marita suoi accordi più penetranti alla già per sè soverchiamente vibrata rappresentazione di colpe e sciagure: a ciò che il verso fa comprendere anco troppo, la ebbrezza di ben assaporate vendette, o il furioso delirio d'empii amori, la maestra nota addoppia nerbo e significazione....Ne avviene della mestizia come del vaiuolo; ci viene innestata artifizialmente dalle arti e dalle lettere. I romanzi salgono in voga in ragione del pianto che sanno spremere, o de'palpiti che valgono a suscitare. Vedete com'è guardato d'alto in basso da'suoi confratelli quel povero Paul de Kock, perchè alla barba loro e del secolo si ostina a volerci far ridere colla giocondità inarrivabile de' suoi racconti ? Il dramma al quale mancassero a condimento di adulterii od incesti, pugualate o veleno, sarebbe riputato un intingolo senza sale: la commedia con nome di sentimentale si è fatta lacrimosa anch'essa; e chi preferisce il vecchio bastone di Scapino alla spada con cui i duellanti dell'odierna scuola tagliano lor nodi gordiani, sarebbe gridato ottentoto....

Or ti narro un caso strano di iersera. Andai a teatro, disposto a piangere; e mi avvenne di ridere!... Ridere è un anacronismo, uno scandolo....Parmi vederti inarcar le ciglia, e-qual è, chiedere, il mostro provocatore di tale intempestiva convulsione?-Prima di appagare la tua curiosità, sappi che mi sta a cuore il segreto; ci va dell'onor mio e di quello dell'autore; saremmo compromessi entrambi se si venisse a risapere ch'io risi e ch'ei fa ridere. Or sappi che si scandalosa commedia ha titolo:-Il matrimonio di Ludro,

-e benedetto sia Ludro di avermi rasserenato l'animo! Parmi vederlo con quella sua velada color mattone, quel cappello a tre punte, quel riso eloquente ad esprimere sbadalaggine, impudenza, furberia, triade ch'egli ha subordinata ad un'operosa bontà. Si davvero, che a farmi lieto basta che mi figuri quel caro Ludro ch'entra in iscena a capo basso, beffato dall'allievo scroccone che lo soppianta, deriso dalla donna che lo avea dianzi scelto a sposo, fatto argomento di compassione e maraviglia agli ammiratori della prontezza e fertilità del suo ingegno; meschino perduto di riputazione è al quale più omai non resta per buscarsi un qualche soldo onde vivere, che farsi rivale di Tonin Bonagrazia sulla riva degli Schiavoni. Chi ricorda la Gran Giornata, duolsi che a si misero fine or si trovi giunto il valentuomo; senonchè la conoscenza che ci abbiamo della sua indole ci rincuora; il lupo dee star ascoso sotto la pelle dell'agnello stiamo a vedere. Per conto mio, son presto a scommettere che cotesto maestro di mariuolesca strategia ha già in pronto la

trappola che scoccherà sotto i piedi del suo antagonista.... A Ludro cacciato via dalla vecchia, la qual s' incapricciò di Ludretto sconoscente discepolo di troppo dabben istitutore, se per verità poco cale delle nozze fallite, sta invece a cuore che la nipote della vecchia sposi il suo amante in onta a Ludretto che la vuol dare ad un venturiero: buon cuore ed amor proprio sono sprone al nostro eroe ha giurato di mortificare solennemente il furfante che si lusingò di sopraffarlo e di far felici due giovani bennati che in lui confidano: come riuscirà egli a conseguire il duplice intento? Si fino, comechè condotto con somma spontaneità è l'intrigo, sì ben architettato il raggiro, mercè cui Ludretto credendosi, per insperata eredità, fatto ricco, si scioglie dallo impegno contratto, sì succose sono le scene nelle quali alla vecchia che sbuffa, Ludro si fa consolatore; così improvviso è lo scioglimento del nodo, mercè lo sfumare d'ogni speranza di eredità pel novizio scroccone, e lo scovrimento che lo zio il qual aveagliene recata la nuova, altro non è che un Ludro fiorentino, chiamato a soccorso dal confratello veneziano; tutto ciò è tanto felicemente intrecciato, esposto, allegrato da frizzi, dialogato con tanta naturalezza, che lo spettatore, a scorgere il subalterno mariuolo vinto alla prova dal maestro a cui avea dato il calcio dell'asino, e che apparisce a un tratto leone, ma non moribondo; tra le risa e una non so qual dolce commozione penderebbe incerto se gli stesse bene applaudire più il creatore d'un tal carattere originale e brillante, o l'attore inarrivabile

« PreviousContinue »