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quei due romanzi. - Quel tale era incantato di avere colto nel segno: a turbarlo nella grande opera della masticazione a cui, come uomo contento di sè, erasi rimesso con ardore, mi saltò il grillo, dall' altro capo della tavola, di chiedergli con tutta semplicità se non eredeva che i libri di Azeglio e di Grossi fossero caldi d'amor patrio, toccanti, morali: e vedendo che Balzac mi guardava con sorpresa, ardii lanciare a lui stesso un altro punto interrogativo, se cioè non reputava a sua posta che i Promessi Sposi lasciassero di sè la più dolce e cara impressione, mentre i romanzi francesi più in voga (non potea dirgli i vostri, sarebbe stato increanza), dopo aver esercitato sul lettore una specie di fascino, trascinavanlo nello scoraggiamento, e quasi in balia di un rimorso.

La gentil padrona di casa, seduta tra l'illustre straniero e me, trovò forse il mio interrogatorio un po' vivo, e mi schivò la risposta con dire che amava in Manzoni il Chateaubriand d'Italia.

Al nome di Chateaubriand tutti alzaron la voce, ciascuno ebbe in pronto una formula laudativa, e quel tale chiese Balzac se avea dimestichezza col grande uomo. Lo vedo spesso quando ne ho il tempo. Come vive?-Ritiratissimo, come ingrognato.-Perchè? -La sua ora è passata, come passa per tutti gli cuoce che l'attenzion pubblica non si fermi più sovra di lui; ne aveva contratta abitudine: e a questo proposito, narrando taluno a mad.a Ancelot che Chateaubriand si lagnava d' incipiente sordità è naturale, rispos' ella; non sente più parlar di sè.

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Il frizzo fu applaudito, era però malignetto. Domandai a Balzac se rivedrebbe presto Chateaubriand. Appena giunto. Mi usò gentilezze a Londra quando v'era ambasciatore: vorreste aver la bontà di ricordarmi a lui? Sarebbe tempo sprecato: non si ricorda che di sè.

Non ti pare, amico, che una tale risposta sia caratteristica? unire nella espressione più semplice una impertinenza verso Chateaubriand, un sarcasmo velato contro di me, gli è problema che, come vedi, Balzac sciolse felicissimamente; è uom di spirito: disse ieri della piazza San Marco: voilà un joli échantillon du Palais Royal.... Poveri ingegni, che a forza di centralizzazione si rimpiccoliscono, e a forza di veder tutti i raggi concentrati in un foco, scambiano l'immagine coll'oggetto, e non avvezzi ad uscire dal circolo angusto entro il quale adagiarono la propria esistenza, quando loro avviene di contemplare l'oggetto, avvisano essere più bella la immagine! Poveri giganti, diventati pigmei, sui quali la civiltà parigina fa l'effetto della soffocante atmosfera di una bettola! allorchè fumatori e briachi escono di là ad annasar l'aria pura, accusanla d'ingenerar l'emicrania.... A questo modo Balzac dipinge gli uomini: la società parigina, cotesto proteo, figlio della civiltà più raffinata e corrotta, fornisce a' suoi quadri i colori più appariscenti, che è dire i più immorali; e tu comprendi che la immoralità parigina dev'essere la più colossale, direi come l'ideale delle immoralità umane. Spacciansi pittor di costumi, quando non sanno alluminare che baccanali!......

Ecco illusioni ingenerate dall' atmosfera della moderna Babilonia: possono ben essere contagiose nel gabinetto di una cinguettiera, in una sala da ballo, fra la licenza de' conviti: ma, per dio, esse non metton radice ove soffia il vento delle Alpi, ove si ascolta il canto mattinale degli uccelli, ove il cuor dell'uomo, contemplando il levare del sole, innalza involontariamente una preghiera al Creatore! La lettura di quelle pagine di fuoco mi fa palpitare.... ma di compassione: ho pietà degli infelici che servirono di tipo a si tristi sbozzi: ho pietà del pittore che ha dovuto cercare le sue tinte nella belletta e fra le fogne..... Ma guardo Balzac e mi rincuoro: mangia e ride come un gaudente: su via! non affanniamoci per lui: da banda le meditazioni; poniam mente al suo dire:

- È un giovine dipintore di gran merito (mi è sfuggita la prima frase, e il nome): ha fatto il mio ritratto in modo da colpire, e questo lo mise in fama: lo raccomandai ad un uffiziale della casa del re, e gli fu commesso un quadro immenso per la galleria di Versailles, pel prezzo di novemila franchi: la munificenza non è la virtù distintiva del re-cittadino.

Come eravate rappresentato nel ritratto ? -Da guardia nazionale: un bell' uniforme, che mi frutterà, appena tornato, una settimana di arresto. - Di arresto! fu gridato da tutte parti colle dimostrazioni della più viva sollecitudine: Balzac non avea però menomamente aria di vittima, e rispose:

Senza dubbio, l'arresto: non ho io mancato all' appello ?

Eravate in Italia.

Che cosa importa?

Avete un passaporto regolare....

Il passaporto è in Francia cosa tutta fiscale, una cambialetta di pochi franchi, che il governo si fa pagare da chiunque esce di stato, serve a chi n'è munito per dimostrare la propria identità; la guardia nazionale non si dà hriga di ciò; essa vuole il suo soldato: manca questi all' appello? non c'è altra scusa che il certificato del medico, o l'estratto mortuario. Il passaporto ha maggiore importanza tra noi. Credo ne abbia meno: so che qui, per esempio, la posta consegna le lettere a chiunque le cerca: in Francia non se ne rilascia una ad ignoti, senza la guarentia del passaporto, fosse il marito che domandasse quelle della moglie..

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Sanno ivi con chi hanno a fare................. ( diss' io ). Scriverete un romanzo di più in prigione (soggiunse la contessa); ci avrem guadagnato tutti; voi danaro e gloria, noi diletto.

In quanto a danaro, quel maledetto Belgio è il nostro incubo: ci ruba i tre quarti. de' nostri guadagni legittimi.

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-Cosa facile a comprendersi, se avrete la bontà di tenermi dietro in questo calcolo. Ogni romanzo di autore noto, di due volumi in-8°, si vende 15 fr., e costa al libraio 4 fr. per l'autore, 2 50 pegli annunzi, 3 50 per ribasso ai venditori, 3 per carta e stampa: ecco 13 fr. di spese nette: ne restano 2 al

libraio e le copie che non si vendono? Nel Belgio invece si ripubblicano i due in-8° in un solo grosso in-12o, con un sesto delle spese di carta e stampa; non annunzi, son già fatti; non mercede all'autore; vendete il volume 5 fr., avrete guadagnato il triplo dell'editore parigino.

Questo calcolo è di un' evidenza incontestabile: sorprendemi che ad onta di ciò gli scrittori arricchiscano così rapidamente.

-V'è anche in questo della esagerazione. Contiamo in Francia cinque nomi soli, la cui popolarità è una miniera Cuvier, principe in fatto di scienze; Chateaubriand, principe in fatto di letteratura; Béranger, Lamartine e Scribe: la voga di Béranger e di Lamartine è immensa ; uno conia moneta al suono dei suoi bacchiei ritornelli, l' altro alla melodia vaporosa delle sue odi; i buontemponi si fecero tributari del primo; ipocondriaci ed isteriche del secondo: Scribe ogni sabbato trova all' uffizio centrale dell'amministrazione alquante migliaia di franchi, che gli piovono da ogni angolo della Francia; suoi diritti di autore, che spettangli ad ogni rappresentazione de' suoi componimenti in qualsia teatro del regno.

Che uomo è Scribe?

- Ha quarantatrè anni, sei più di me: presiede infaticabilmente alle prove delle sue commedie: non è cura che ommetta per farne ben comprendere lo spirito agli attori; per le belle attrici ha sempre la sua paroletta a parte; onde invecchia prima del tempo...

Balzac, ciò dicendo, sogghigna: quel tale che lo

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