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cercalo ne' chiostri di Spagna, nelle biblioteche dei E chi dirà se col trascorrere dei secoli questa Europa anch'essa, ove la dominazione delle lettere e delle scienze or pose trono, non diventerà deserta e selvaggia come i colli della Mauritania e le sabbie di Sahara? Chi dirà se in terre vergini ancora, forse per le alte lande da cui traboccan l' Orenoco e le Amazzoni, forse entro il ricinto non ancora esplorato dei monti Azzurri, della Nova Olanda, non sorgeranno nazioni che ritempreranno la razza umana, e studiando il passato, scovriranno con maraviglia i vestigi della nostra esistenza, e che noi pure avemmo fede nella rinomanza e nella immortalità ?

Ma dove ne trascina la fantasia!.... Discordia si è posta tra' figli del Profeta: brandiscono gli uni contro gli altri armi che il fanatismo ha fatte implacabili. Indomito Saraceno dalla cima de' Pirenei le pianure delle Gallie avido contempla. Perchè mai la bandiera che spiccatasi d'Oriente, Caspio, mar Nero, Mediterraneo conquise, non si spingerà trionfatrice, valicate le infrapposte regioni, alle scaturigini del Danubio, per discendere con quello nel Bosforo non soggiogato ancora? L'araba dominazione, simile a serpe che la propria coda addenta, la terra conosciuta abbraccerebbe tutta così colle vaste sue spire........ Tradisce fortuna il sogno audace del Saraceno: ei si è ben lanciato con poderose schiere nelle terre desiate: ma Carlo Martello gli si fe'incontro col fiore della nazione de' Franchi: la scitica tribù conquistatrice delle Gallie sotto le mura di Poitiers sfida a mortal duello l'araba

tribù conquistatrice delle Spagne: il sangue dei figli del Settentrione si mesce al sangue dei figli d'Oriente: Arabi e Sciti quante volte s'incontrano, altrettante si sterminano dalla Cina alle Gallie.

Gli Arabi effeminati dalle arti, indeboliti dalle discordie intestine, diventano facil preda dei Turchi. Unico conforto dei vinti, i vincitori ne abbracciaron la religione, e lor riserbaron i vani onori del pontificato....

Tace l'oratore: dileguansi quanti pendevano dal suo labbro e si è pur dileguata con lui la mia illusione.... Erami creduto contemporaneo di Abderamo e di Carlo....

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COSTANTINOPOLI (1)

Il ventinove maggio 1453, Maometto II, dato di sprone al suo cavallo, lo fe' balzar entro la breccia fumante del baluardo di Santa Sofia: Costantinopoli era sua; preda magnifica che dal fondo de' suoi deserti l' islamismo appena nato adocchiò desioso... Ciò che all' araba foga andò fallito, la perseveranza turca l'ottenne. -Vittima di convulsioni intestine e del cozzare gagliardo della cristianità latina, alla metropoli del cristianesimo greco, alla capitale dell'impero d'Oriente scaduta dal suo sublime seggio religioso, mal coverta de' cenci della porpora di Costantino, cos'altro rimane fuorchè stendere rassegnata le mani alle catene? Fu vano ch'ella

(*) Sunto di uno scritto di Raybeau intitolato Une Noce à Costantinople.

vendesse vilmente a Roma i pretesi suoi diritti di primogenitura: non gli fu sborsata la pattuita mercede della rinnegazione: l'Europa era troppo affaccendata a que' di : al di fuori lo scovrimento di un novo mondo, al di dentro la riforma del feudalismo; pregnante di Colombo e di Lutero non potè darsi pensiero degli Ottomani....

Qual trambusto allora sulle rive del Bosforo! Furon celebrate sponsalizie di sangue: Costantinopoli, la vedova de' Cesari, cogli occhi pregni di pianto e il viso velato fu costretta a sottomettersi allo sterminatore dei suoi figli... Ma la sconfitta ha spezzato pei vinti le tradizioni che li inceppavano: il despotismo brutale del patriziato è caduto; tacciono le controversie che nocquero tanto ai progressi della intelligenza: venne meno la umiliante finzione che imponeva alla nazionalità greca il nome romano: i vinti tornarono Greci, e i Barbari ne rispettarono leggi e costumi. Ed ecco Costantinopoli diventata centro raggiante del padiglione cantato da Albakir, che ha per pilastri il Caucaso, il Balean, il Libano, l'Atlante, innaffiato dal Tigri, dal Danubio, dall'Eufrate, dal Nilo, dinanzi al quale il califato di Bagdad si china, e che l'islamismo proclamò sua Roma.

In riva al Bosforo, rimpetto a Scutari, presso a Santa Sofia, il Conquistatore ha posto la sua sede.--Oh quanto non è vaga quella selva di cupole, di case, di torri, frammiste ad arbori dal fogliame lucente, dal verde chiaro, tra cui risaltano pini dall'ampio ombrello, cipressi dalla slanciata piramide! Là fu deposto lo

stendardo di Maometto, il palladio dell'impero; là il Divano tiene suoi consessi, e il serraglio ordisce sue trame, e tra feste e canti, e il veleno spense di soppiato, e scimitarre compieron opera più ardita, e le acque del Bosforo inghiottirono peso che ancor palpitava, e la Porta fe' pompa del trofeo delle teste recise... Là posano i sultani su trono roso da despotismo e anarchia là scoppiò il fulmine che inceneri i Giannizzeri: là crebbe e declinò la fortuna dell'impero...

Santa Sofia è tipo delle moschee d'Oriente: l'islamismó scorse nelle forme architettoniche de' templi greci espressione conforme al proprio genio: il corpo n'è un paralellogrammo, su cui si alza una sublime cupola: appiè di questa in giro succedono cupole minori; e a mezzo di tal profusione di curve eleganti e graziose, cento minaretti lanciansi con vago contrasto; li diresti preghiere che si spingono al cielo..... Cipressi e platani con zampillanti fontane a mezzo furono piantati con pittoresco disordine intorno la moschea.....

Ci riposerem noi delle nostre corse sotto la tenda che nomade caffettiere rizzò fra le tombe del vicin cimitero? Nè questa è profanazione negli Orientali: essi non allevan boschetti o filari di piante ad uso di passeggio: ma dappertutto ove scavano un sepolcro pongono un albero; e quando cercano ombra e frescura, se ne vanno alle tombe: le tombe ispiratrici agli Occidentali di tristezza, qui si spogliarono del loro squallore qui si è saputo far accordare la memoria de' trapassati colla letizia de' viventi.

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