Page images
PDF
EPUB

DEL CARATTERE

DELLA POESIA

DA OMERO A PETRARCA (1)

eeee

I

POESIA GRECA

La società umana non ben uscita dall'infanzia primitiva, la Grecia divisa in tribù, per le quali è causa d'incessanti guerre un pascolo usurpato, un gregge manomesso, una donna rapita; gagliardia anco in ladroni, astuzia anco in ribaldi, tenute in onore e celebrate; tal è il quadro che sul principio delle sue

(1) Ho qui raccolto in fascio le idee che Merian, profondo filologo e filosofo berlinese, espose ed illustrò, quarant'anni addietro, in molte dissertazioni, che formano unite un vol. in-4.o d'oltre 600 facce : lavoro degno d'esser reso noto all'Italia, il quale forni recentemente a Nisard qualche parte de' materiali ch'egli ha posti in bella luce nel suo libro Sui poeti della decadenza.

T. D.

storie Tucidide ci tramanda de' tempi omerici. Sconosciute eran le discipline, figlie della pace, della meditazione, dello studio; note in cambio le micidiali arti della guerra, noti i bisogni del lusso. Capi di tribù, guerrieri rinomati, sacerdoti abitavan palagi; il bue più pingue forniva di lauta imbandigione lor mense; spumeggiavano lor nappi del vino più generoso ; aveansi pascoli e mandrie in copia, destrieri dal piè veloce, magnifici carri, armi di tempra finissima, spade dall' impugnatura gemmata, dal fodero d'avorio a borchie d'oro, scudi con bassirilievi, pennacchi maestosamente ombreggianti il cimiero. La reggia d'Alcinoo, reggitore di popolo effeminato, tutta spirante asiatica mollezza; la reggia di Menelao, vaga per la imitazion delle fogge egiziane e fenicie, sarebbonsi, a dir di Omero, reputate aule di Numi. Eppur le industrie, che intendono a far soddisfatti i bisogni primi della vita sociale, giacean neglette, od erano ignorate: il commercio consistea nello scambio delle materie prime; i metalli nobili non servivano a rappresentar i valori; d'alfabeto non s' avea nozione; il cantor d'Achille non sapea nè leggere, nè scrivere; i sette Sapienti, che fiorirono lunga pezza dopo di lui, togline Taletę inizialo nell' astronomia, erano meri dicitori di proverbi.

L' Iliade, l'Odissea diradan le tenebre dell' antichissime età, e ne improntano le tradizioni di suggello non perituro, mercè un idioma ricco, nobile, poetico. Omero fu il poeta nazionale della Grecia: gli argomenti delle sue epopee vennergli somministrati da fatti noti, recenti: tessitura, stile, progresso, catastrofe,

tutto vi spira semplicità. Il Poeta descrive i fenomeni naturali come gli cadon sotto a' sensi. Giove scaglia i fulmini, Nettuno solleva i fiotti col tridente, Venere suscita amore, Minerva ispira sapienza, Marte infonde coraggio; gli Dei operano, così nel fisico come nel morale, con azione immediata; non è un verso in Omero che riveli un senso astratto o figurato; la frase omerica, consona alla natura, la copia, l'imita, la colora. Se i filosofi molti secoli dopo adopraron i modi di dire del-Primo pittor delle memorie antiche ad esprimere speculative teoriche, accagioniamone l'ordine de'tempi che poselo fondatore d'una favella destinata a vestire in età successive le idee d'un popolo immaginoso e sognatore.-Omero non fe'pompa mai di sapere astruso, proclamò sue sole maestre le divine figlie di Mnemosine.

-

Contraddicono da Eustazio a Pope i commentatori, afforzati dall'autorità di tutti gli antichi filosofi, affermando che Omero fu dottissimo in fatto di scienze; che vero padre del Portico e dell'Accademia, insegnò a Talete che l'acqua è di tutte cose principio, a Zenofane che l'universo si compone di liquido e di solido, a Zenone che la virtù consiste nell' impassibilità, ad Epicuro che la felicità è riposta nel piacere, a Pitagora che i numeri impari hanno perfezioni lor proprie. Non v'ebber sette, per quanto opposte dottrine spacciassero, che non invocassero l'autorità d'Omero; e fu assioma de'commentatori che le sue parole esprimeano infinite cose ad un tempo; del qual caleidoscopio giovandosi, vollero fare scorgere nel loro autore tutto quanto

avevano delirato essi stessi.-Di tal artificio usò Crate di Malea ad ispiegare con versi omerici ogni fenomeno dell'ordin fisico; e più anticamente Antistene a dimostrare che Omero possedeva l'onniscienza; la qual maniera d'interpretare fu appellata la scienza sottile. Piace addurne esempi? La guerra degli Dei sotto le mura di Troja or esprimea la lotta degli elementi, or la battaglia dei vizi e delle virtù, or la riunione de'sette pianeti in un medesimo segno dello zodiaco. Perchè Giunone si avversa a Diana? Perchè vi ha nimistà tra l'aria e la luna, a cagion che la luna fende l'aria nel suo corso, e l'aria, sdegnata, si vendica oscurando di nugoli, di nebbie il disco lunare. Le metamorfosi di Proteo simboleggiano lo sciogliersi del caos, e lo ingenerarsi delle forme che caratterizzano i corpi. In Giunone, sospesa tra l'etere e le nubi coi piè gravati da incudi, sono adombrate la terra e l'acqua, basi dell' atmosfera. Nello scudo d'Achille è misticamente espressa la creazion dell' universo: Vulcano è il foco animatore; le materie che fonde son gli elementi delle cose. Ma è superfluo proseguire in cotesta enumerazion di deliri. Omero, se fosse stato presago di si strane interpretazioni, non avrebbe, anco proponendoselo, potuto adoprare di maggior chiarezza d'espres sioni ad annientarle, e farne palese l'assurdità; si lo veggiam sollecito di conservare alle sue parole la semplice e natural significazione. La personalità de' suoi Dei è posta in tutta luce: li vedi giungere, discostarsi, mangiare, contraddirsi, combattere, rimaner feriti, rivelarsi agli uomini or sotto le sembianze lor vere, or

sotto falsati aspetti: eppur i commentatori a sazietà ripetono allegorie, allegorie.-Minerva, ad esempio, è per essi, nell' Odissea, non altro che la prudenza : ma quando la Dea nella capanna d'Eumeo al solo Ulisse rivelasi ( ad ogni altr'uomo invisibile, ma non ai cani del pastore che fuggono urlando), vorrei che que' barbassori mi spiegassero come avveniva che Minerva, che per essi è la prudenza d'Ulisse, desse nell'occhio a' mastini.

Niegherem noi l'esistenza in Omero di qualunque allegoria? No certo: ogni poesia si giova d' allegorie, perocch'elle son metafore allungate: niegheremo bensi che il suggetto delle omeriche epopee, e i fatti in quelle cantati, sieno finzioni immaginate con iscientifico e filosofico intendimento: anco i sogni, le preghiere, la fuga, il terrore, son pei poeti divinità o demoni subalterni che ubbidiscono alle leggi eterne del fato. Ne qui sarà superfluo riflettere sulla ragion degli errori che pullularono intorno cotesti argomenti.

[ocr errors]

I moderni non pongono mente abbastanza alle rivoluzioni operatesi nello spirito, nelle credenze dell' antiche generazioni. La religione d'Omero empiendo l'universo di deità, non lasciava corpo, fenomeno, proprietà nota della materia, la qual non si trovasse collocata sotto l'immediato influsso d'un essere sovrumano. A concepir di cotali esseri una qualche idea, a sceverarli un dall'altro, conveniva attribuir loro qualità speciali; e dove pigliarle a prestanza se non dai regni, o campi d'azione lor assegnati? Ed ecco col trascorrer delle età confondersi il campo d'azione attribuito a

« PreviousContinue »