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Prese 49 costui della bella persona,

Che mi fu tolta, e 'l modo ancor m'offende Amor, 50 ch'a null'amato amar perdona, Mi prese del costui piacer, sì forte, Che, come vedi, ancor non m'abbandona. Amor 51 condusse noi ad una morte: Caina 52 attende chi 'n vita ci spense: Queste parole da lor ci fur porte.

49 Fe'innamorar costui del mio bel sembiante e della mia leggiadra persona che dal mio marito mi fu tolta, quando egli mi uccise; e la maniera barbara e sconcia, con cui fui uccisa, mi accuora ancor adesso ricordandomene, perchè di un colpo solo col drudo unita: o pure non mi dispiace, nè mi è cagione di pena l'avermi egli amato, ma il modo sregolato di quell' amore. Questa fu Francesca figliuola di Guide da Polenta Signore di Ravenna, dal Padre maritata a Lancillotto figliuolo di Malatesta Signor di Rimini, valoroso, ma deforme della persona: che però innamorata di Paolo suo cognato, Cavaliere di bel tratto ed avvenente, fu insieme con lui dal marito uccisa nell'atto stesso dell' adulterio incestuoso.

50 Cioè, che vuole che ogni amato riami, nè consente il non riamare a chi che sia.

51 Ad una morte medesima estinti da un is tesso colpo.

52 Ma Caina, luogo deputato nell' Inferno per quelli che uccidono a tradimento i suoi congiunti, detto così dal fratricida Caino, aspetta, e

Da ch'io 'ntesi quell' anime 53 offense,
Chinai ' viso, e tanto 'l tenni basso,
Fin che'l poeta mi disse: Che pense?
Quando risposi, cominciai: O lasso! 54
Quanti dolci pensier, quanto disio
Menò costoro al doloroso passo!
Poi mi rivolsi a loro, e parla' io,

E cominciai: Francesca, i tuoi martiri
A lagrimar mi fanno 55 tristo e pio.
Ma dimmi Al tempo de' dolci sospiri,
A che, e come concedette Amore,
Che conosceste i dubbiosi desiri? 56

sta preparato per l'empio fratello, e crudel marito che ci trucidò.

53 Latinismo poetico per offese, e piuttosto offese, che punite e castigate le dice vinto dalla compassione dell' appassionato loro amore infelice.

54 Risponde a Virgilio che gli aveva detto: Che pense? con questa esclamazione di compassionevol dolore. Lasso è sincope di lassato, e significa straeco, stanco, fiacco; e se ciò per afflizione di animo avvenga, vale infelice, mise

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55 Infelice, facendomi provare per compassione i vostri mali, e pietoso.

56 Come vi palesaste quell' amore segreto in modo che scambievolmente venisse riconosciuto, quando prima sol dubbiosamente scoprivasi a

Et ella a me: Nessun maggior dolore,
Che ricordarsi del tempo felice

Nella miseria, e ciò sa 'l tuo 57 dottore.
Ma s'a conoscer la prima radice

Del nostro amor tu hai cotanto affetto, Farò come colui, che piange, e dice. Noi leggiavamo un giorno, 58 per diletto, Di Lancillotto, come amor lo strinse: Soli eravamo, e senza 59 alcun sospetto. Per più fiate gli occhi ci sospinse

qualche men sicuro e non certo segno, procedendo cautamente e guardinghi ?

57 Più tosto che di Virgilio, l'intendo di Boezio ; il di cui libro de Consol. Philos. era familiare a Dante nelle sue disgrazie: che però allude forse a quel detto della pros. 4. 1. 2. In omni adversitate fortunæ infelicissimum genus infortunii est fuisse felicem. I passi di Virgilio che dal Landino vengono qui riportati e dal Vellutello, han sì poco che fare con tal proposilo, che non porta la spesa, nè è pregio dell' opere il riferirli.

58 Essendo oziosi, e senz'altro divertimento, leggevamo di Lancillotto Cavaliere celebrato ne' Romanzi (ma principalmente in quello intitolato Tavola ritonda, ch' era in prezzo ai tempi di Dante) com'egli invaghito di Ginevra giunse al suo intento.

59 O l'uno dell' altro, o che altri sopraggiungesse.

Quella 60 lettura, e scolorocci 'l viso:

Ma solo un punto fu quel, che ci vinse.
Quando leggemmo 61 il disiato riso

Esser baciato da cotanto amante,
Questi, 6 che mai da me non fia diviso,
La bocca mi baciò tutto 63 tremante.
Galeotto 64 fu il libro, e chi lo scrisse:

60 Quella lezione ci spinse a riguardarci amorosamente e ad impallidirci e mutarci di

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61 La bocca ridente di Ginevra.

62 Paolo : ne dice, non fia diviso, come se di ciò lamentandosi si querelasse per desiderio che abbia di questa separazione: lo dice per compiacenza godendo, che non sia mai ciò per avvenire; quantunque non perchè ne traesse piacere, data l'era tal compagnia, ma perchè avesse sempre davanti agli occhi la cagione funesta della sua pena eterna.

63 Per non esser certo del mio animo, e per esser effetto connaturale di quella passione il commuover così in simil circostanza

64 Galeotto nome proprio di uomo che fu l' infame sensale tra Ginevra e Lancillotto. Ma qui in senso di nome appellativo vuol dire, che quell'impura leggenda e il suo autore indusse Paolo e Francesca a quella enormità, come Galeotto quei due antichi amanti a corrispondersi illecitamente. Benvenuto da Imola ci dà contezza con tal nome essersi in quel tempo appellato chiunque facevasi mezzano d'intrighi d'

Tomo I.

7

Quel 65 giorno più non vi leggemmo avante. Mentre 66 che l'uno spirto questo disse, L'altro piangeva sì, che di pietade

Io venni men, così com'io morisse, E 67 caddi, come corpo morto cade.

amore e quindi è, che insegnandosi amorose malizie nelle cento novelle del Boccaccio, fu loro posto in fronte il cognome di Principe Galeotto, che ritengono nel titolo i testi antichi.

65 Accenna ciò che avvenisse, con modestia, e miglior garbo di Virgilio, quando tocca gentilmente il fortuito incontro di Didone con Enea nella spelonca. Felicemente il P. d'Aquino trasporta: Distulimus post hæc sontes evolvere chartas. Sontes? heu miseram! gravius nocuere remote: sicchè a chi interrogasse: quid tum? si potrebbe rispondere il quid, quid tum, fatue? di Terenzio.

66 Mentre disse Francesca, piangeva Paolo. 67 Verso espressivo di quel cadere.

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