La terra lagrimosa diede vento, Che balenò una luce vermiglia, La qual mi vinse ciascun sentimento: E caddi, come l'uorn, cui sonno piglia. re, che Dante, da che vide questo spettacolo, finchè le descrisse, non avesse mai ancora asciugata la fronte da quel sudor freddo. E pure è tale costui, che vuole ogni Dottore al lato mance. CANTO IV. ARGOMENTO Destato il Poeta da un tuono, e seguendo oltre con la sua guida, discende nel Limbo, ch' è il primo cerchio dell' Inferno, dove trova l'anime di coloro i quali benchè virtuosamente vivessero, e non avessero ad essere puniti di gran peccati; nondimeno per non avere avuto battesimo, non meritano il Paradiso. Indi è condotto da Virgilio, per discendere al secondo cerchio. Ruppemi (1) l'alto sonno nella testa Un greve tuono, sì ch'i' mi riscossi, (1) Qui alto sonno stimo io, che voglia significare profondo letargo che ha parimente la sede nel capo; e fu cagionato dallo smarrimento di spiriti che lo sorprese a quel balenar improvviso che ciascun sentimento gli vinse, rammentato nel fine dell' altro canto: tanto che se naturalmente addormentato si fosse, non vi avrebbe luogo quell' ultimo verso, E caddi come l' uom ? cui sonno piglia; il quale solamente indica somiglianza , come manifestamente si vede in quest' altro, che parimente è l'ultimo del canto 5. E caddi' come corpo morto cade. più Vero è, che 'n su (2) la proda mi trovai Della valle d'abisso dolorosa, > Che (3) tuono accoglie d'infiniti guai. Oscura, profond' era, e nebulosa Tanto, che per ficcar lo viso (4) al fondo I' non discernea veruna cosa. I' sarò primo, e tu sarai secondo. Che son quaggiù nel viso mi dipigne , Quella pietà, che tu, (6) per tema senti. Andiam, che la via lunga (7) ne sospigne : (2) Mi ritrovai all' altra riva di Acheronte, avendole passato, non so come, su la proda della valle infernale. (3) Un suono, e rimbombo di lamentevoli voci, che raccolte insieme per la ripercussione facevano in quella chiusa concavità oome un tuono. (4) Per quanto procurassi di fissarvi ben dentro l'oc chio, che io non credeva mai avervi egli ficcato sino al fondo la faccia, come asserisce asseverantemente taluno; perchè viso, in significato di potenza visiva, non ritrovolo nella Crusca. (5) Del color pallido, onde appariva nel volto smorto. (6) La compassione mi colorisce di pallore it volte, che poi tu interpreti esser timore, e a timore l'attribuisci. (7) Ne sollecità nell' andare speditamente. Così si mise, (8) e così mi fe' 'ntrare , Ch'avean le turbe, ch'eran (13) molte, e grandi D'infanti, e di feminine, e (14) di viri . Lo buon maestro a me, Tu non dimandi, Che spiriti son questi, che tu vedi? Or vo' che sappi, innanzi che più (15) andi, Ch'ei non peccaro: e s'egli hanno (16) mercedi (8) Entrò il primo, e poi fè entrar me nel primo cerchio dell' Inferno di là dal fiume, ma secondo della valle. (9) Per quanto si può ascoltare, non vi era pianto, che di soli sospiri, non ispargendovisi lacrime. Questa maniera di dire, per ascoltare, è come una specie di elissi, cui si dec in qualche modo supplire, e vale: Secondo che mi parve d'intendere in ascoltando. (10) Ma che è un modo di dire più Lombardo, che Fiorentino, e significa se non che ; o il ma è fuor del suo sito naturale, e deve farsi la costruzione così: non aveva, che pianto, ma di sospiri. (11) I quali impetuosi sospiri agitavano l'aria di quel luogo eterno. (12) Affizione di animo senza pena di senso > e tormenti nel corpo. (13) Molte in numero, grandi in qualità. (14) Di uomini già fatti, e di età matura. (15) Dal verbo andare deficiente di alcune voci, che sogliono però supplirsi dal verbo vadere, avendone l uso di questi due formato già uno solo. (16) É se hanno meriti per le loro virtù morali, que Non basta, perch'e' non ebber (17) battesmo, Ch'è porta della fede, che tu credi ; E di questi cotai son io medesmo. Semo (19) perduti, e sol di tanto (20) offesi, Gran duol ini prese al cor, quando lo 'ntesi, Conobbi, che 'n quel limbo eran (21) sospesi Comincia' io, (22) per volere esser certo sti non bastano a farli salvi: così il Vellutello, il Landino, il Volpi e s'è stato perdonato loro l'Inferno perchè non furono viziosi, questo non basta a farli sal vi; perchè, cc. così il Daniello, e il P. d'Aquino. (17) Una delle prime cose necessarie per salvarsi che propone la nostra santa e vera Fede, e per cui si entra nel grembo di Santa Chiesa e questi dopo la sua instituzione vissero, o se vissero innanzi, non adorarono Dio col dovuto culto, come faccano allora gli Ebrei, ma idolatrarono bugiardi Numi. (18) E non di altro delitto son reo. (19) Siam senza speranza alcuna di salute e felicità. (20) E solamente tormentati in questo, che viviamo con avere nell'animo un gran desiderio della gloria, senza speranza alcuna di conseguirla. (21) Stavan nel Limbo nè salvi nè dannati: sospesi si accorda con gente. (22) Non per certificarsi della Fede: carsi per via ancora di scienza, e fede che già teneva per fede Divina, che il ma per certifi umana di ciò Poeta ricone |