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ora ristampate, con alcune note ed un
appendice, per opera e cura

di

Fabio Fabbrucci, Toscano,
Regio Professore e Pubblico Lettore di Lingua e Let-
teratura Italiana nella R. Univ. di Berlino, etc. etc.

Berlino, 1837.

In commissione

presso Giorgio Gropius.

1883, May 14,

gift of

Prof. C. E. Norton.

Al Lettore.

Nel ristampare queste Lettere sopra la Divina Commedia di Dante, che il Brocchi scrisse, o finse di scrivere ad una Dama inglese, Miledi W. Y., non ho avuto altro scopo che quello di far conoscere alla colta nazione tedesca, ed in particolare al bel sesso, un'opera interessantissima.

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Le medesime mentre danno un' idea assai chiara del contenuto del Poema, ne additano pure i luoghi più degni d'osservazione, sviluppandone le bellezze d'ogni genere che sono esposte nel maggior lume.

Le mie poche note (segnate con lettere) e quanto trovasi nell'appendice servirà a far meglio capire alcuni passi dell' Autore.

Si avverta che al No. 5. dell'Appendice, come vedesi notato alla pagina 115, era mia intenzione di dare la traduzione

desca dell'Episodio del Conte Ugolino fatta dallo Schlegel, della quale fa menzione il Brocchi nella 62. Lettera (pagina 115) e che trovasi inserita nel Giornale detto die Horen- dato alla luce da Schiller. Ma ho dovuto abbandonarne l'idea per non sorpassare i limiti proposti, benchè se fosse stato possibile avrei piuttosto scelto la traduzione di Streckfuss (la 2a. di molto migliorata) poichè la medesima è di gran lunga preferibile, e per eleganza e per fedeltà, non solo a quella di Schlegel, ma a molte altre che pur si distinguono in particolar modo.

LETTERE

SOPRA DANTE

A MILEDI W — Y.

LETTERA PRIMA.

Nelle saporite conversazioni, alle quali ebbi

anch'io la fortuna d'intervenire lo scorso autunno nella vostra villeggiatura di F....., mi ricordo, Miledi, quanto vi piaceva trattenervi a parlare de' poeti, e della letteratura della nostra nazione. Tuttochè voi siate nata sotto altro cielo, e non corra gran tempo che vi trovate ne' nostri paesi, pure avete saputo rendervi familiari le Muse Italiane, che per lo più si piegano difficilmente a dimesticarsi con gli stranieri. Quante volte vi ho sentito esaltare ora l'armonia e la dolcezza de' versi del Petrarca, ora l'amena va

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