Il terzo canto del Purgatorio e la mente politica di Dante con il Manfredi, Volume 3, Part 4Tipografia Barbèra, Alfani e Venturi prop, 1928 - 103 pages |
Common terms and phrases
altissima baroni battaglia battaglia di Benevento bella bellezza buona canto terzo canto ventesimo Carlo Carlo d'Angiò castigo Ceprano Chè Chiesa Cielo città comanda corpi dei salvati Costanza imperatrice credo cristiana Cristo cronista DAVIDE EGIZII dice dimanda dinanzi Divina Commedia Enea eterna fede Federico Federico Barbarossa fiume fredi fruga gente ghibellino giorno giudizio gloria guarda Guelfi Iddio Italiani l'altra l'anima l'impero legge luogo Malaspina Manfredi di Dante mente meraviglia mondo montagna del Purgatorio monte morte nata ieri nazioni Nepote di Costanza occhi ossa pace padre Palinuro Papa Paradiso parole pastor di Cosenza peccati pena persona pietà dei suffragi poeta Pontefice prega Protasi del canto Puglia Purgatorio purificazione questione nuova quod ragione regno risponde Salimbene santi sapere Saraceni scena scienza sente sepoltura seppellire Sicilia Signore sirventese spiriti salvati storia Sveva terra terzine trenta tumulazione di Manfredi Ugo Capeto uomini uomo VIII Villani Virgilio voleva
Popular passages
Page 42 - Come le pecorelle escon del chiuso a una, a due, a tre, e l'altre stanno timidette atterrando l'occhio e '1 muso; 8l e ciò che fa la prima, e l'altre fanno, addossandosi a lei, s'ella s'arresta, semplici e quete, e lo 'mperché non sanno; 84 sì vid' io muovere a venir la testa di quella mandra fortunata allotta, pudica in faccia e ne l'andare onesta.
Page 43 - ... dietro; e se una pecora per alcuna cagione al passare d'una strada salta, tutte l'altre saltano, eziandio nulla veggendo da saltare. E io ne vidi già molte in un pozzo saltare, per una che dentro vi saltò, forse credendo saltare un muro, non ostante che '1 pastore, piangendo e gridando, con le braccia e col petto dinanzi a esse si parava "). La seconda setta contra nostro volgare si fa per una maliziata scusa.
Page 43 - E io ne vidi già molte in uno pozzo saltare per una che dentro vi saltò, forse credendo saltare uno muro, non ostante che '1 pastore, piangendo e gridando, con le braccia e col petto dinanzi a esse si parava.
Page 27 - Io ritornai dalla santissim' onda Rifatto sì, come piante novelle Rinnovellate di novella fronda, Puro e disposto a salire alle stelle.
Page 93 - O Signor mio, quando sarò io lieto a veder la vendetta che, nascosa, fa dolce l'ira tua nel tuo secreto?
Page 50 - ... egli era molto amato e grazioso; ma tutta sua vita fu epicuria, non curando quasi Iddio né santi, se non a diletto del corpo. Nimico fu di Santa Chiesa e de...
Page 29 - Matto è chi spera che nostra ragione possa trascorrer la infinita via che tiene una sustanza in tre persone. State contenti, umana gente, al quia...
Page 65 - Orribil furon li peccati miei ; Ma la bontà infinita ha sì gran braccia, Che prende ciò che si rivolge a lei. Se il pastor di Cosenza, che alla caccia Di me fu messo per Clemente, allora Avesse in Dio ben letta questa faccia, L' ossa del corpo mio sarieno ancora In co del ponte presso a Benevento, Sotto la guardia della grave mora.
Page 64 - Poscia ch' i' ebbi rotta la persona Di due punte mortali, io mi rendei Piangendo a quei che volentier perdona. Orribil furon li peccati miei ; Ma la bontà infinita ha sì gran braccia, Che prende ciò, che si rivolge a lei. Se il pastor di Cosenza, che alla caccia Di me fu messo per Clemente, allora Avesse in Dio ben letta questa faccia, L...
Page 100 - Sì tosto m'ha condotto a ber lo dolce assenzo d'i martiri la Nella mia con suo pianger dirotto. Con suoi prieghi devoti e con sospiri tratto m'ha de la costa ove s'aspetta, e liberato m'ha de li altri giri. Tanto è a Dio più cara e più diletta la vedovella mia che molto amai, quanto in bene operare è più soletta; ché la Barbagia di Sardigna assai ne le femmine sue più è pudica che la Barbagia dov'io la lasciai. O dolce frate, che vuo