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CANTO IX. V. 70.

Li rami schianta, abbatte, e porta fuori.

Parmi, che il Lombardi per troppa riverenza alla edizione di Nidobeato cada nel difetto de' sistematrici, quando antepone la lezione «porta fuori >> all' altra « porta i fiori ». Da qual parte quel turbine porta fuori della selva i rami schiantati, e dove li porta? Secondo che spira, li porterà dalla periferia al mezzo, o al contrario. La idea è vaga e difforme al preciso modo del Poeta. I fiori, che circulando insieme con l'arena sono sopportati in alto dai vortici del turbine, abbellano la imagine. I versi 318 e seguenti del primo libro delle Georgiche dicono chiaramente quale sia la lezione da tenersi :

ita turbine nigro Ferret hyems culmumque levem,stipulas que volantes

Portava il fortunal nel nero grembo
Le lievi paglie, e le volanti stoppie.

Imitando il Poeta la Virgiliana descrizione alla paglia e alle stoppie ha sostituiti i fiori come sostanze le più leggieri. I fiori abbondano nella stagione, in cui Virgilio descrive il fortunale.

CANTO XII. V. 19.

colui fesse in grembo a Dio

Lo cuor che 'n su 'l Tamigi ancor si cola.

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Non convengono in un parere li espositori intorno al significato del verbo colare. Chi lo deriva del latino colere Cnorare e chi da fluere, fluire, e chi si attenta di mutare la lezione in « si gola » si brama. Parmi, che il verbo, di cui si disputa, abbiasi qui a prendere in senso di purgare. In questo lo trovo usato dai latini scrittori del medio evo. In Malachia si legge « Colabit eos in Inferno sicut aurum et argentum » LI MANDERA IN LUOGO

SOTTERRANEO A RAFFINARSI COME NEL CROGIUO

LO L'ARGENTO E L'ORO ». Certamente questo verbo attivo non si potrà qui tradurre in significato di fluire, o di onorare. Per Inferno s'intende talvolta nelle Sante Scritture auch'esso il Purgatorio; e in alcuno Messale antico è scritto « Missa pro damnatis in Inferno» ciò a dire in Purgatorio . Nè solo da latini scrittori ne' bassi tempi, ma dagl' Italiani nel trecento fu tolto quel verbo in senso di purgare. In questo senso mi ricordo di averlo letto in alcun luogo del libro della Città di Dio (edizione di Bologna). Quando Dante scriveva di tal fatto, erano

già scorsi anni trenta, da che il core di Arrigo, chiuso in coppa d'oro, fu posto sopra colonna a capo il ponte del Tamigi; lo che esclude l'idea di fluire. In fine al verbo intransitivo fluire non bene secondo grammatica si accoppia la particella si, che sola conviene ai passivi ed agl' impersonali, per lo che non si dirà « quell' umore quell' acqua si fluisce, si scorre. » Quando Dante ha usata la voce colare in senso di fluire ha det

to:

Guarda il calor del sol, che si fa vino
Giunto all' umor, che dalla vite cola.

In quanto al si gola, non vedo perchè si abbia a trasgredire la regola, la quale vuole, che si rispetti la lezione de' Codici, quando ad essa si può dare probabile spiegazione. Si cola in senso di onorare potrebbe appena sostenersi nel subiuntivo, non già nel modo presente, in cui è qui usato. Penso che l'idea, e la frase sia tolta dal sesto libro della Eneide là dove si narra delle anime, che prima di venire altra volta alla vita, appese in rami d'alberi si purgano al caldo, al freddo, al vento:

Panduntur inanes

Suspensae ad ventum.

CANTO XVII. V. 73.

vegna il cavalier sovrano

Che recherà la tasca con tre becchi.

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Con tre rostri di uccello spiegano li interpreti. Il ch. Giovan Battista Niccolini che nomino per cagione di onore, nel suo discorso su la lingua italiana ne fa sapere, che tre teste di montone erano lo stemma gentilizio di Messer Giovanni Buiamonte.

CANTO XVIII. V. 59.

Che tante lingue non son ora apprese
A dicer sipa tra Savena e Reno.

Quale è adunque la etimologia della voce sipa? Nella novella quarta della giornata ottava Bruno parlando a Simone medico Bolognese lo appella Maestro Scipa, voce che accresciuta di una consonante è pure la stessa, che si ha nel verso di Dante. Maestro vale Dottore ma come sipa o scipa significhi uomo da Bologna aspetto d' impararlo da chi lo sa.

CANTO XIX. V. 7.

Già eravamo alla seguente tomba
Montati

Tomba vale tumulo o sia monticello. È questo il significato della voce tumba nel Lessico della infima latinità.

V. 80.

E dopo lui verrà di più laid' opra
Di ver ponente un pastor senza legge.

È qui tassato Clemente quinto, che per arbitramento di Filippo il Bello fu assunto alla sedia papale a patto, che la fermasse in Avignone; simoniaco prima, poscia illegittimo perchè non eletto secondo legge. Natale Alessandro confutò questi sarcasmi. Poscia il ghibellino Poeta la vuole a Niccolò Terzo.

V. 97.

Però ti sta, che tu se' ben punito,

E guarda ben la mal tolta moneta,
Ch' esser ti fece contra Carlo ardito.

Il Lombardi citando il Villani pensa che in questi versi sia accennata la tenza, che quel Papa prese con Carlo I a cagione di rifiutato parentado. Forse quel rifiuto rendette credibile una voce, che andò per Italia; avere quel Papa ricevuto da Giovanni di Procida denaro per averlo connivente

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