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occupazioni del suolo pubblico. La strada è di chi se la prende, e tutti se la prendono d'amore e d'accordo, da buoni fratelli, tutti figlioli del medesimo municipio. La mattina, appena fa l'alba, i bottegai dei vicoli procedono col santo nome di Dio allo sgombero delle rispettive masserizie, e mettono, per così dire, la camera in piazza. Gli uomini portano sul lastrico il banco, gli arnesi, il caldaro della colla, la conca del tintore di stoffe, i cavalletti del verniciatore di finestre, le doghe del bottaio e la morsa del fabbro; le donne ci portano le seggiole, il tavolino, il fornello, il telaio, l'inquadratura d'un coltrone per un letto da sette dormienti; i bambini ci strascicano il seggiolone, la culla, la marmitta, la padella, il paniere del carbone. Dopo un quarto d'ora ognuno ha preso il suo posto, gli uomini lavorano, i ragazzi si baloccano, le donne fanno da cucina e un soave profumo d'aglio e di peperone, s'alza leggero leggero per aria.

Qualcuno che andasse a raccontare a quei bravi popolani come qualmente la strada non è fatta per uso è consumo della gente che ci sta di casa, sarebbe considerato tal e quale una bestia curiosa, degna d'esser rinchiusa in un baraccone e fatta vedere per quattrini!.... O che male c'è, di grazia?... Il posto per passare, presso a poco ci rimane; e se paresse troppo stretto per qualche pancia mastodontica, per qualche ciuco colle ceste piene zeppe di erbaggi, per qualche carrozzella carica di sette o otto persone sopra i suoi due cuscini, per qualche brigatella di capre, o per una mucca col redo,1 tutti si tirano da parte senza farsi

1. Redo; popular form of "erede." Here "vitello,"

pregare, strascicano il tavolino, levano la pentola dal fuoco, spostano il banco, e rizzano il telaio facendo un milione di scuse, e rimettendo ogni cosa a luogo appena son passati bestie e cristiani.

Un bell'originale in questo genere è il negoziante di mobilia, il rigattiere, che si trova in tutti i vicoli, come la piletta dell'acqua santa si trova in tutte le chiese. La sua bottega è una specie d'ospedale di mobili infermi che vengon lì per una cura radicale, agli effetti di trovare più tardi un nuovo padrone quando escono rattoppati alla meglio e ristabiliti in salute. Ogni mattina il medico-chirurgo delle masserizie di casa, nell'interesse della guarigione de' suoi malati, o del collocamento de' suoi convalescenti, li tira fuori senza tante cerimonie a prendere una boccata d'aria, e li schiera tranquillamente in gruppi, in capannelli, in file interminate lungo le muraglie e fin presso alle porte delle case, occupando i quattro quinti della via per i tre quarti della sua lunghezza. Tavolini zoppi, vetrate cieche, divani idropici, cassettoni impediti nelle articolazioni, scaffali atrofizzati nelle congiunture, poltrone monche, seggiole storpiate, letti colle ossa rotte, cappellinai pieni di stincature, armadi colla sciatica, materasse in consunzione e guanciali feriti al basso ventre e perdenti le interiora dallo squarcio della ferita, tutti stanno lì in mostra, in mezzo a una farragine di lumi a petrolio, di orologi senza quadrante, di mezzine senza beccuccio, di paioli senza manico e di bricchi senza

naso.

Per gli andirivieni di quel cafarnao, saltano, guizzano, corrono tre o quattro dozzine di monelli mezzo nudi che trinciano capriole sui tavolini, fanno braccio

di ferro sulle colonne dei letti, si arrampicano sui cassettoni, giocano a rimpiattarello dentro agli armadi, replicano a richiesta la presa di Sebastopoli bombardandosi di torsoli di cavolo, urlano, ridono, sbraitano, cantano e si fanno la scampanata. Ogni tanto una mamma, vedendosene passare uno più vicino, lo afferra, lo ghermisce, lo trattiene, se lo sequestra prigioniero fra le ginocchia lo butta giù bocconi con un par di scappellotti bene applicati, e gli mette le mani nei capelli....

Non di rado uno de' monelli ruzzola giù da uno scaffale, e nel cacere fiacca una gamba di seggiola. Alle strida accorre il genitore, la mamma, la zia, le sorelle, vociando come anime dannate, accusando tutti i ragazzi radunati d'aver fatto cadere la vittima per impulso di brutale malvagità, e distribuendo a giro un diluvio di sonori scapaccioni.

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Strilli, gemiti, pianti, guaiti, disperati appelli al soccorso di San Gennaro e della Santissima Vergine Immacolata, per ir ercessione della quale arrivano immediatamente sulla faccia del luogo altre cinque o sei mamme, sorelle, zie dei verberati, le grida aumentano, gli epiteti volano come saette scoccate dall'arco, si scoprono gli altariai, si raccontano le novelle, l'eco nascosta nei guardaroba e negli scaffali ripete le interiezioni, le esclamazioni, le imprecazioni, gli Auuuuh! i Teeceh! i Pozz esser accisa!... si scoperchiano le tombe, si tirano in ballo le anime dei poveri morti, e in un momento tutta la contrada è a rumore. Sulle porte,

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I. Fanno braccio di ferro, they support themselves horizontally.

2.

San Gennaro; the patron saint of Naples.

3. Auuu. ; dialect: the deuce take you!

sui balconi, alle finestre, appariscono migliaia di testine spenzolate per godere dello spettacolo; s'interrompono i lavori, si fa largo, si prepara il circolo e le due schiere avversarie si precipitano, mettendo alte grida, una contro l'altra. Le sottane svolazzano, le gambe si agitano, gli schiaffi, i pugni, i graffi piovono da tutte le parti, i fazzoletti cadono per terra, le treccie si disfanno, le mani afferrano i capelli.... tafferuglio generale !....

Fortunatamente arriva, cigolando e gemendo, un carro tirato da tre muli attaccati di fronte,1 carico di pietre per una fabbrica del vicinato. Il carrettiere urla, corre, schiocca la frusta, spinge alla ruota, incita le bestie, e ripete centomila Jaaaah!.... Jaaaah!....

Bisogna correre a sgombrare la strada, a ritirare i fornelli, i banchi, i telai, le poltrone e i tavolini.

Il gruppo si scioglie, le sottane si abbassano, gli uomini danno una mano al mulattiere.... ed io passo liberamente.

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2. Clamor utrinque

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shouting on either side, and a crowd flocked up from everywhere. So did Apollo save me." Horace tells us in his satire how he was delivered from a bore through the appearance of the latter's antagonist in a lawsuit. In this case the presence of the mulattiere has quite the same effect.

GUGLIELMO FERRERO

GUGLIELMO FERRERO.-Born in Portici, near Naples in

1871. One of the most noted writers of Europe because of novelty of ideas and daring in judgment. Criminologist: "Mondo criminale," in collaboration with Bianchi and Sighele; "La donna delinquente" and "La donna normale," in collaboration with Lombroso; "La morale primitiva"; "L'atavismo del delitto,' etc. Sociological historian: "L'Europa Giovane"; "Il militarismo," and his capital work "Grandezza e Decadenza di Roma," of which five volumes have already appeared. Honored by the Faculty of the Sorbonne (Paris) with an invitation to lecture on problems in Roman history.

I funerali di Cesare1

Gli scrittori moderni hanno quasi tutti fraintesa la gigantesca convulsione che imprendiamo a narrare, specialmente perchè giudicano non solo che nella età di Cesare la repubblica romana era già esausta e morta,

I. This selection is taken from the third volume of Ferrero's "Grandezza e decadenza di Roma" and deals with the events immediately following the assassination of Caesar. The historical and critical notes of the author are omitted.

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