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Omne vafer vitium ridenti Flaccus amico Tangit, et admissus circum praecordia ludit Callidus excusso populum suspendere naso. Pers. sat. 1. v. 116.

AL CORTESE LETTORE

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Nissuno, che sia mediocremente versato nello studio delle Belle-Lettere, ignora che Q. ORAZIO FLACCO nelle Odi Satire ed Epistole ci lasciò un tesoro di massime eccellentissime; le quali addimostrano quanto quella mente sublime si sollevasse su la comune degli Uomini, e quali fossero i suoi costumi e la sua filosofia. Perciocchè, oltre all' esser verissimo che tutti i poeti ed i pittori pingan se stessi; i Latini avevan uso di tramandare nelle loro opere alla tarda posterità filosofiche dottrine che professavano

Le Massime di ORAZIO per questa ragione sono di un' utile sommo. Esse per lo più racchiudono verità infallibili, le quali, se ti penetrino sino al profondo del cuore, saranno valevolissime a guidarti mano mano nel retto sentiero della virtù, a rompere le reti, che l' ozio ed il vizio tendono all'innocenza, ad incoraggiarti a magnanime fatiche, e ad ammaestrarti ne' santi doveri di utile ed onesto cittadino, di suddito ubbidiente alle leggi, di savio padre di famiglia, di docile e riverente figliolo. Esse, ove ben le consideri, ti sveleranuo la bruttezza della detestabile ippocrisia, ti mostreranno come abbiano a tenersi in contegno ed a freno la impudicizia e la malvagità, e, infondendoti in petto amor forte e sincero per gli uomini, ti comporranno i costumi a modestia, e ti conforteranno a giustizia.

Siffatte sono le sublimi e pratiche lezioni di morale filosofia lasciateci, ne' suoi versi da ORAZIO; scritte poi

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con uno stile sì brillante e preciso, ed alle materie di che tratta si acconcio, che di necessità a prima giunta colpiscono l'intelletto e l'immaginazion di chi legge. Nè altrimenti esser poteva atteso l'ingegno del Poeta, il quale non ci espose soltanto le altrui dottried il seuno e la sapienza de' Greci, ma di quanto d'importante la esperienza e l'osservazione gli offriano, volle farci dono graziosissimo.

ne,

Fatta adunque considerazione sull' utile sommo, che le massime di questo Poeta-filosofo potrebbero recare a chi con assiduo studio in mente le rivolgesse, ci siamo animati a raccoglierle tutte quante; affinchè, chi ne avesse voglia le potesse avere senza difficoltà all' uopo preparate.

Chiunque poi vi darà anche un rapido sguardo, osserverà di leggieri, che moltissime di esse punto o nulla differiscono dalle pure massime che nelle Sacre Pagine frequentemente rinveniamo. Il che mostra per avventura quanto gran cosa ella sia la ragione di che volle fornirci il Creatore, e come mercè di essa, ove da passioni disordinate non sia miseramente depravata, può l'uomo a sublimissime verità pervenire. Ma questo è difficile, e quasi impossibile a succedere, quando il lume splendentissimo della celeste rivelazione non irragi su l'umano intelletto. ORAZIO medesimo, e quant' altri vi piaccia addurre sapienti dell' antichità vi fanno di questa massima chiarissima prova. Perciocchè non di rado si fanno a consigliare caldissimamente, come virtuose, azioni detestabili ed alle leggi naturali apertamente ripugnanti.

Affinchè poi questa nostra qualunque fatica riesca proficua, più che per noi si possa, abbiamo giudicato preg→ gio dell' opera il confrontare le sentenze del nostro Poeta con quelle di alcun' altri scrittori di diverse nazioni cioè Greci, Latini ed Italiani, con trascrivere anche passi nell'idioma originale, e per utilità di coloro, che

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ne ignorano la lingua, abbiamo posto a canto la corrispondente versione de' migliori traduttori.

Dal confronto poi di tutti questi autori, varî di tempi e di paesi, l'uomo sennato viene facilmente a dedurre, che sebbene diverse sono le opinioni degli uomini, tuttavolta ciò si abbia ad intendere nelle cose dipendenti dal capriccio dell' uomo, ovvero, ove si parli di persone, le quali o non vogliono seguire quanto loro suggerisce la sana ragione, o sono privi de' lumi necessari a profferire un' acconcio giudizio: ma ove però si tratti di verità, le quali riguardano la retta morale, il giusto e l'onesto e tutti quei principi, che spontaneamente dal buon uso della ragione dipendono, difficil cosa è il trovare, che gli uomini fra loro discordino, quantunque educati sotto clima affatto diverso, con abitudini in tutto contrarie, in tempi gli uni dagli altri remotissimi.

DIVISIONE DELL' OPERA

La presente opera verrà divisa in due parti: la prima conterrà tutte le sentenze di ORAZIO: la seconda abbraccerà il confronto di esse con quelle della maggior parte de' Greci Latini ed Italiani, qualche passo della Sacra Scrittura, qualche Motto Siciliano e l'argomenti rispettivi.

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La presente opera è sotto la garenzia delle leggi.

Gli esemplari non muniti della firma dell' Autore și avranno per contraffatte.

ORAZIO

1.

Audax omnia perpeti

Gens humana ruit per vetitum nefas.
Lib. 1. Ode III. v. 25.

2.

Nil mortalibus arduum est.
L. 1. Ode III. v. 37.

3.

Pallida (1)mors aequo pulsat pede pauperum tabernas
Regumque turres. .

L. 1. Ode IV. v. 13.

4.

Vitae snmma brevis spem nos vetat inchoare longam.
Lib. 1. Ode IV. v. 15.

5.

Jam te premet nox, fabulaeque Manes

Et Domus exilis Plutonia, quo simul mearis
Non regna vini sortiere talis.

Lib. 1. Ode IV. v. 16.

(1) È stato nostro divisamento Petrascrivare le massime del nostro Poeta coll'ordine stesso in cui le abbiamo rinvenute nelle sue opere; e nel medesimo tempo abbiamo creduto utile lavoro mettere una sotto l'altra quelle massime che si uniformano nel medesimo pensiero.

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