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APOLLONIO RODIO

SOMIGLIANZE

I.

assegna degli eroi. Preparativi - Partenza

imora in Lenno e presso Cizico, re dei Dolioni

ombattimento notturno co' Dolioni. Onori funebri e sagrifizi. Morte di Ila. Ercole abbandonato da' compagni.

II.

otta di Amico e Polluce. Dimora presso Fineo. Passaggio fra le Simplegadi. Arrivo alla terra di Lico.

orte di Idmone e Tifi. Arrivo nella Colchide.

III.

Giasone va da Eeta. Discorso dell'eroe.
Risposta del re.

enere, pregata da Giunone e Minerva, manda Amore a fe-
rire Medea. Innamoramento di Medea. Colloqui con la so-
rella Calciope. Pensiero del suicidio. Colloquio con Giasone,
a cui dà i farmachi per vincere nella lotta. Lotta e vittoria di
Giasone.

IV.

uga di Medea. Aiuto a Giasone per pigliare il Vello. Arrivo all'isola di Peuce.

Versi

1362

1288

1406

395

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altre innovazioni si possono tutte spiegare come provenienti da Apolio o da altri autori. Rimandiamo il lettore, più di tutto, alla parte uardante la descrizione e gli episodi. I sagrifizi di Alcimede trovano ione nella mania magica del tempo di Valerio (1).

I, 189-92): O fosse qui ad aiutarlo (Giasone) co' veleni la madre!

UNITÀ.

Vera e propria unità non esiste nè in Apollonio nè in Valerio: vedremo chi de' due vi si accosti maggiormente. Sin dal principio, spicca, più in Valerio che non in Apollonio, l'intervento di Pallade e Giunone: l'una ingiunge ad Argo di fabbricare la nave, l'altra va a spargere la fama dell'impresa (I, 91-99).

Di Giunone è affermata la stessa cosa nel discorso di Giasone a Fineo (IV, 543). La stessa dea si duole che Ercole pigli parte all'impresa, per non restare grata al superbo (I, 112-19).

Mopso, pieno del nume, predice il futuro (1, 211-226). Nettuno, irato, convoca gli déi marini (tempesta).

Morte di Ila.

Lotta di Polluce con Amico.

Tori spiranti fiamme.

Giganti nati da' denti di drago.

Guerra pel rapimento del Vello.

In Apollonio non si parla di eventi determinati.

La morte di Idmone è presagita (V, 1-2) da lui stesso (I, 238-39; Apoll. I, 443-44). La notte anteriore alla partenza, Orfeo scioglie un canto sulla fuga di Frisso ed Elle (I, 278-93); in Apollonio, meno opportunamente, sull'origine delle cose (I, 496-511).

Apollo, padre di Eeta, si duole della spedizione e gli si associa Marte; Giunone la difende. Giove risponde che la spedizione è voluta dal fato (I, 503-560). Borea, concitato, va da Eolo perchè gli consenta di suscitare una tempesta e l'ottiene (I, 574-656). Nettuno, per le preghiere di Pallade e Giunone seda il mare (1, 642-43).

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