Cosa importa se non posso correre

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Ugo Mursia Editore, 2009 - Biography & Autobiography - 208 pages
Marinella Raimondi era una donna brillante e realizzata, nella famiglia e nel lavoro, finché sulla soglia dei quarant'anni un ciclone chiamato SLA, la Sclerosi Laterale Amiotrofica, ha sconvolto la sua vita, ha devastato il suo corpo e le ha strappato ogni movimento negandole persino il respiro, che può ricevere solo da una macchina: il respiratore, suo metallico padrone. Se il suo corpo da anni è immobile, la sua mente al contrario corre, e Marinella racconta. Racconta il presente di una malattia atroce e il passato della nostra terra e della sua famiglia: luoghi che non ci sono più, lo scorrere delle stagioni, i profumi. Spesso ride di sé o delle sciocchezze di coloro che credono di correre, osservate dalla sua immobile saggezza. Questa è la strana avventura di Marinella Raimondi, che viaggia su e giù per il tempo e per il mondo in perenne stato di empatia con chi la circonda, mentre il suo corpo resta inerte. Nel suo racconto, eredità preziosa dedicata ai piccoli nipoti, spiega anche come è riuscita a scrivere: una complicata apparecchiatura informatica e un colpo dato al mouse contraendo le gambe per ogni singola lettera, l'unico movimento che la malattia le concede. Lei, testarda, scrive e narra per noi, invocando contro ogni sfortuna il proprio amore per la vita, quasi a proibirci di essere fragili e depressi.

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