La Divina commedia, Volume 1Presso Tommaso Masi e comp., 1807 |
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... gente . Giustizia mosse ' l mio alto Fattore : Fecemi la Divina Potestate , La somma Sapienza , e ' l primo Amore . Dinanzi a me non fur cose create , Se non eterne , et io eterno duro : Lasciate ogni speranza , voi , che ' ntrate DANTE ...
... gente . Giustizia mosse ' l mio alto Fattore : Fecemi la Divina Potestate , La somma Sapienza , e ' l primo Amore . Dinanzi a me non fur cose create , Se non eterne , et io eterno duro : Lasciate ogni speranza , voi , che ' ntrate DANTE ...
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... : E 4 dietro le venia sì lunga tratta Di gente , ch'i ' non avrei mai creduto , Che Morte tanta n'avesse disfatta . I E quelli 2 parer 3 grieve 4 retro lei Poscia ch'io v'ebbi alcun riconosciuto , Guardai , e vidi CANTO III . 19.
... : E 4 dietro le venia sì lunga tratta Di gente , ch'i ' non avrei mai creduto , Che Morte tanta n'avesse disfatta . I E quelli 2 parer 3 grieve 4 retro lei Poscia ch'io v'ebbi alcun riconosciuto , Guardai , e vidi CANTO III . 19.
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... gente alla riva d'un gran fiume : Per ch'io dissi : Maestro , or mi concedi , Ch'io sappia quali sono , e qual costume Le fa parer di trapassar sì pronte , Com'io discerno per lo fioco lume . Et egli a me : Le cose ti fien conte Quando ...
... gente alla riva d'un gran fiume : Per ch'io dissi : Maestro , or mi concedi , Ch'io sappia quali sono , e qual costume Le fa parer di trapassar sì pronte , Com'io discerno per lo fioco lume . Et egli a me : Le cose ti fien conte Quando ...
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... gente di molto valore 50 Conobbi , che ' n quel limbo eran sospesi . Dimmi , Maestro mio , dimmi , signore , Comincia'io per volere esser certo Di quella Fede , che vince ogni errore : Uscinne mai alcuno o per suo merto , O per altrui ...
... gente di molto valore 50 Conobbi , che ' n quel limbo eran sospesi . Dimmi , Maestro mio , dimmi , signore , Comincia'io per volere esser certo Di quella Fede , che vince ogni errore : Uscinne mai alcuno o per suo merto , O per altrui ...
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... gente , che quivi è sommersa . Gli occhi ha vermigli , e la barba.unta , et atra , E'l ventre largo , e unghiate le mani : Graffia gli spirti , gli scuoia , et isquatra . Urlar gli fa la pioggia come cani : Dell'un de❜lati fanno all ...
... gente , che quivi è sommersa . Gli occhi ha vermigli , e la barba.unta , et atra , E'l ventre largo , e unghiate le mani : Graffia gli spirti , gli scuoia , et isquatra . Urlar gli fa la pioggia come cani : Dell'un de❜lati fanno all ...
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Common terms and phrases
Acheronte alcun Allor altrui appresso ARGOMENTO assai avea Barbariccia bolgia Branca d'Oria buon cammino CANTO CANTO DECIMO CANTO OTTAVO CANTO SESTO CANTO SETTIMO Cerbero cerchio cerchio dell'Inferno ch'a ch'al ch'altri ch'è ch'ei ch'era ch'ha ch'io ciascun Ciel colui Com'io convien costui cotal d'ogni DANTE T. I. Dicendo dietro dimanda dimmi dinanzi disio dissi dolce dolor Draghignazzo dritto duca duol erano faccia fece fiera Flegetonte Flegiás fuggir fummo gente Gerion girone gran gridò guarda Iacopo Rusticucci Inferno innanzi l'aer l'ale l'altro l'anima l'occhio l'un laggiù lagrime luogo Maestro Malacoda mondo monte morte nvidia occhi omai parea parlar parole passi peccatori Perch'io petto Piangendo pianto piè poco Poeta Poscia pria quei Quivi ripa Rispose Rubicante s'io sanza se'tu sovra spirto suso Tebe terra tosto trista veder vedi vedrai veggio venir vidi Virgilio viso volse volto ΙΟ
Popular passages
Page 38 - Soli eravamo e senza alcun sospetto. Per più fiate gli occhi ci sospinse Quella lettura, e scolorocci il viso : Ma solo un punto fu quel che ci vinse. Quando leggemmo il disiato riso Esser baciato da cotanto amante, Questi, che mai da me non fia diviso, La bocca me baciò tutto tremante. Galeotto fu il libro e chi lo scrisse! Quel giorno più non vi leggemmo avante.
Page 240 - Da questa parte cadde giù dal cielo: E la terra che pria di qua si sporse, Per paura di lui fe...
Page 52 - Ed io, che di mirar mi stava inteso, Vidi genti fangose in quel pantano, Ignude tutte, e con sembiante offeso. Questi si percotean, non pur con mano, Ma con la testa, e col petto, e co' piedi, Troncandosi co
Page 304 - A' miei portai l'amor che qui raffina. O, dissi lui, per li vostri paesi «*» Giammai non fui; ma dove si dimora Per tutta Europa, ch'ei non sien palesi ? La fama che la vostra casa onora, •*« Grida i signori, e grida la contrada, Sì che ne sa chi non vi fu ancora. Ed io vi giuro, s'io di sopra vada, •*> Che vostra gente onrata non si sfregia Del pregio della borsa e della spada.
Page 147 - Io vidi già cavalier muover campo, E cominciare stormo, e far lor mostra, E talvolta partir per loro scampo : Corridor vidi per la terra vostra, O Aretini ; e vidi gir gualdane, Ferir...
Page 75 - Tal , ch' ogni vista ne sarebbe schiva. Qual è quella ruina, che nel fianco Di qua da Trento l' Adice percosse, O per tremuoto o per sostegno manco; Che da cima del monte, onde si mosse, Al piano è sì la roccia discoscesa, Ch'alcuna via darebbe a chi su fosse, Cotal di quel burrato era la scesa. E in su la punta della rotta lacca L...
Page 286 - Venimmo a lei: O anima Lombarda, Come ti stavi altera e disdegnosa, E nel muover degli occhi onesta e tarda! Ella non ci diceva alcuna cosa; Ma lasciavane gir, solo guardando A guisa di leon, quando si posa.
Page 34 - Io venni in luogo d' ogni luce muto, Che mugghia come fa mar per tempesta, Se da contrari venti è combattuto. La bufera infernal, che mai non resta, Mena gli spirti con la sua rapina ; Voltando e percotendo gli molesta. Quando giungon davanti alla ruina, Quivi le strida, il compianto e '1 lamento ; Bestemmian quivi la Virtù divina. Intesi eh' a così fatto tormento Eran dannati i peccator carnali, Che la ragion sommettono al talento. E come gli stornei ne portan l...
Page 231 - M' avea mostrato per lo suo forame Più lune già, quand' io feci il mal sonno, Che del futuro mi squarciò il velame. Questi pareva a me maestro e donno, Cacciando il lupo ei lupicini al monte, Per che i Pisan veder Lucca non ponno. Con cagne magre, studiose e conte, Gualandi con Sismondi, e con Lanfranchi S' avea messi dinanzi dalla fronte.
Page 10 - 1 concede? Io non Enea , io non Paolo sono ; Me degno a ciò né io, né altri crede. Perché se del venire io m'abbandono, Temo che la venuta non sia folle. Se' savio, e "ntendi me