CANTO PRIMO. ARGOMENTO Racconta il divin Poeta siccome ritrovossi smarrito in una orrida selva, e sul mattino giunse ad un colle, a cui volendo salire, fu da alcune fiere impedito, e che, mentre fuggiva da una di quelle, vide Virgilio, il quale gli disse che lo avrebbe guidato all'Inferno, ed al Purgatorio, e di poi sarebbe stato condotto al Paradiso; ed egli con la scorta di lui intraprende il gran viaggio. Nel mezzo del cammin di nostra vita IE quanto a dir qual' era, è cosa dura, Questa selva selvaggia, et aspra e forte, Che nel pensier rinnuova la paura. Tanto è amara, che poco è più morte; trattar del ben, ch'io vi trovai, Dirò dell'altre cose, ch'io v'ho scorte. Ma per 1 Ahi! (V. la Nota). DANTE T. I. I' non so ben ridir, com'io v'entrai; 10 Tant'era pien di sonno in su quel punto, 20 Ma poi ch'i' fui 2 appiè d'un colle giunto, Ripresi via per la piaggia diserta, Sì che 'l piè fermo sempre era 'l più basso: 30 Et ecco, quasi al cominciar dell'erta, Una lonza leggiera e presta molto, Che di pel maculato era coverta. I diritta 2 al piè 3 dove 4 cheta E non mi si partia dinanzi al volto, E'l sol montava 'n su con quelle stelle, Ch'eran con lui, quando l'amor Divino Mosse da prima quelle cose belle, Sì ch'a bene sperar m'era cagione 40 2 Sembiava carca 3 con la sua magrezza, 50 Tal mi fece la bestia senza pace, Mi ripingeva là, dove 'l sol tace. 60 Qual che tu sii, od ombra, od uomo certo. Risposemi: 2 Non uomo; uomo già fui, E li parenti miei furon Lombardi, E Mantovani per patria amendui. Nacqui sub Julio, ancorchè fosse tardi, 70 E vissi a Roma sotto 'l buono Agusto, Al tempo degli Dei falsi e bugiardi. Poeta fui, e cantai di quel giusto Figliuol d'Anchise, che venne da Troia, Poichè 'l superbo Ilion fu combusto. Ma tu, perchè ritorni a tanta noia? Perchè non sali il dilettoso monte, Ch'è principio, e cagion di tutta gioia? Or se'tu quel Virgilio, e quella fonte, Che spande di parlar sì largo fiume? 80 Risposi 3 lui con vergognosa fronte. I deserto Or non uomo 3 io lui Oh degli altri poeti onore, e lume, Lo bello stile, che m'ha fatto onore. Ch'ella mi fa tremar le vene, e i polsi. 90 A te convien tenere altro viaggio, Rispose, poi che lagrimar mi vide, Se vuoi campar d'esto luogo selvaggio; Che questa bestia, per la qual tu gride, Non lascia altrui passar per la sua via, Ma tanto lo 'mpedisce, che l'uccide: Et ha natura sì malvagia e ria, Che mai non empie la bramosa voglia, Ma sapienza, e amore, e virtute, I con |