L'ombra, che s'era a Giudice raccolta, Di Valdimagra, o di parte vicina Non son l'antico, ma di lui discesi: A'miei portai l'amor, che qui raffina. 120 " O, dissi lui, per li vostri paesi Giammai non fui; ma dove si dimora Per tutta Europa, ch'ei non sien palesi? La fama, che la vostra casa onora, Grida i Signori, e grida la contrada, Et io vi giuro, s'io di sopra vada, 130 Che, perchè 'l capo reo lo mondo torca, I da lui discesi: a Oh, diss'io lui, Et egli: Or va'; che 'l Sol non si ricorca Ti fia chiavata in mezzo della testa Con maggior chiovi, che d'altrui sermone, Se corso di giudicio non s'arresta. CANTO NONO. ARGOMENTO Racconta il Poeta, ch'essendosi addormentato ebbe presso al mattino una visione, da cui in fine risvegliato ritrovossi in più alto luogo a canto della sua fida scorta Virgilio, dal quale fu condotto alla sacrata porta del Purgatorio, che dall'Angelo stante alla custodia di quella fu loro aperta cortesemente. La concubina di Titone antico Già s'imbiancava al balzo d'Oriente Fuor delle braccia del suo dolce amico: Di gemme la sua fronte era lucente Poste 'n figura del freddo animale, Che con la coda percuote la gente: E la notte de' passi, con che sale, Fatti avea duo nel luogo, ov'eravamo, E il terzo già chinava 'ngiuso l'ale; Quand' io, che meco avea di quel d'Adamo, to Vinto dal sonno in sull'erba inchinai Là, 've già tutt'e cinque sedavamo. I tatti e cinque Nell'ora, che comincia i tristi lai La rondinella presso alla mattina, Forse a memoria de' suoi primi guai; E che la mente nostra pellegrina In Più dalla carne, e men da' pensier presa, sogno mi parea veder sospesa ' Un'Aquila nel ciel con penne d'oro, * Con l'ale aperte, et a calare intesa: Et esser mi parea là, dove foro Abbandonati i suoi da Ganimede, 20 30 E sì lo 'ncendio immaginato cosse, Che convenne, che 'l sonno si rompesse. Non altrimenti Achille si riscosse, Gli occhi svegliati rivolgendo in giro, E non sappiendo là, dove si fosse, 1 Un'Aguglia a Con l'ali aperte, |