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che

sona intendendo l'opera, che essa ha composto. Per e
sempio ognun dice: Vergilio è armonioso; nè vuol già
dire, che la persona stessa di Vergilio renda armonia;
vuol dire, che rendono armonia i suoi versi. E questa
maniera è tanto comune, che io mi maraviglio, chè
la chiamin Rettorica. E certo, Sig. Marchesc, io ho
fin qui creduto, e l'avrete creduto anche voi, che do-
vunque il P. Ansaldi nomina il Zanotti nelle sue Vin-
dicie, intenda non mai il Zanotti, ma sempre il libro
da lui scritto; e dove dice, che gli Stoici sono la de-
lizia del Zanotti, voglia dire, che sono la delizia del
libro; e dove dice, che si maraviglia del Zanotti,
sia proceduto tant' oltre, voglia dire, che si maravi
glia del libro. E similmente dove dice, che il Zanot
ti, quantunque dottissimo, cetera doctissimus, è cadu
to in un massimo errore, avrà voluto dire, che il lia
bro, quantunque dottissimo, è caduto in quell' erro
re; e per simil maniera dove dice, che il Zanotti è
ignorantissimo de' primi lumi della Cristiana Reli
gione, avrà voluto dire, che è ignorantissimo il li-
bro; e similmente ove dice, che il Zanotti ha male
inteso amor di Dio, non avendone udito ragio
nar mai, se non accidentalmente in qualche allegra
brigata, avrà voluto dire, che non il Zanotti si sia
avvenuto a quella allegra brigata, ma il libro. Se vo-
lete vedere tutti questi luoghi, ne' quali il Padre An-
saldi nominando il Zanotti, intende sempre il libro,
la pagina 5. del discorso, e le altre fino all' 11. ve gli
mostreranno. Per le quali cose non è da credere, che
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aven

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avendo il P. Ansaldi disputato sempre del libro non della persona, abbia poi voluto il Zanotti difendere la persona non il libro.

Voi direte, Signor Marchese carissimo, che io sono uscito fuor di proposito; e direte vero; ma come potrei io non uscirne, tenendo dietro alle cose ragio nate dal Padre Ansaldi? Il quale in vece di dimostrare, come pur dovea, che la questione stata tra il Maupertuis, e il Zanotti sia quella stessa, che egli suppose nelle Vindicie, e portarsi dirittamente a dileguare i passi dal Zanotti allegati, si va fermando in tutti i diverticoli. Lasciate dunque, che avendo egli detto tante cose fuor di proposito, ed io fuor di proposito le consideri. Dice egli di avere nelle Vindicie ajutato, quanto ha potuto, il Zanotti, acciocchè non paja Stoico, nè Incredulo, interpretandolo sempre alla meglio, ed onorandolo sempre, e lodandolo. E a provar ciò allega i passi delle Vindicie stesse ; co' quali se egli ha inteso di ajutare il Zanotti, bisogna ben dire, che egli abbia posto poco studio a imparare il modo di ajutare; saprà forse meglio la lingua Araba. E primamente dice nella pagina 10. della sua gentil lettera, che egli, perchè non paresse Stoico il Zanotti, ne lo aveva anzi scusato appresso tutti. Ma lo scusarnelo non è un bel modo di dire che egli era? Non sono questi gli artifici per far tenere come vera un' accusa, quando non può provarsi? Vedete poi, quali scuse egli addusse. La pagina 13. del discorso del Signor Zanotti, e la seguente ve le mostreranno che ha scritto con

tro

tro la Religione per passatempo: che non ha veduto quali conseguenze nascer possano dal metter da parte la Religione, e proporre da imitarsi i soli Stoici. Se queste sono le scuse del Padre Ansaldi, quali saranno le accusazioni? Il quale per far vedere anche meglio, come egli ha sempre ajutato il Zanotti, onde non paja nè Stoico, nè empio, allega nella pagina 10. della sua lettera un bel passo delle Vindicie. Dice quel passo, che vir sapientissimus, cioè il Zanotti, etsi Philosophie Moralis Christianorum pretium officiosissimis extollat verbis, pure parendogli, che il Maupertuis non abbia avuto assai riguardo alla Filosofia Stoica, ha preso egli a sostenerla, ipsamque cum Philosophia Christianorum æque conferens illam vel sine ista felicitatem inducere, aut infelicitatem posse minuere contendit. E quì grida il Padre Ansaldi: vedete se io ho fatto quanto ho potuto, per ajutare il Sig. Zanotti. Ho io detto qui, che egli abbia voluto alla Cristiana Religione preferire la Stoica Filosofia? E certo non ha detto, che abbia voluto preferirla; ha ben detto, che ha voluto ugua gliarla, ipsam æque conferens; ha ben detto, che egli ha preso a sostenerla; ha ben detto, che secondo lui può ella förse da sè, e senza niuna Religione render P'uomo felice. E questo è il passo, che prima di tutti gli altri adduce il P. Ansaldi per dimostrare, come egli ha favorito sempre nelle sue Vindicie, e sostenuto, e lodato il Zanotti. Argomentate voi di quelli, che seguono. E già in essi quasi null' altro dice, se non che non potrebbe il Zanotti, costumato come e

gli è, esser caduto in così grandi errori, se non pei ignoranza; nè mai loda la costumatezza, se non dove servir possa per argomento dell' ignoranza; non ricor dandosi, che chiama poi Sapientissimo il Zanotti, ovun que ciò gli vaglia a rendere più maravigliosa la gran dezza degli errori.

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E grazioso anche quel passo, ove per dimostrare, che non ha mai chiamato Stoico il Zanotti, fa vede re, che in un luogo lo chiamò Peripatetico; il qual luogo non mostra, che egli non l'abbia detto Stoico per tutto altrove; mostra piuttosto, che egli sa contraddirsi. Saprei poi volentieri, se egli abbia inteso di ajutare il Zanotti, acciocchè non paja Stoico, anche in quei luoghi, ove riferendo certa opinione di lui, vi aggiunge ora un' aque, ora un' eamdem fa. cendo con ciò credere, che egli abbia insegnato, po-. tere la Filosofia degli Stoici egualmente consolar l' uomo, che quella de' Cristiani anzi poter recargli la stessa consolazione. Vedete la pagina 95., e le due al tre, che seguono, de' discorsi del Signor Zanotti. Ma tornando a i luoghi delle Vindicie, che il P. Ansaldi allega nella sua lettera, per dimostrare di aver sempre onorato il Zanotti, ed ajutatolo, acciocchè non paresse Stoico, bellissimo è quello, nel qual dice di averlo paragonato a Giusto Lipsio. E chi il crederebbe? Gliel paragona appunto per questo perchè Giusto Lipsio fu gran sostenitore degli Stoici. E per onorare il Zanotti anche più, dice, che egli è assai più animoso di Lip-: sio, perchè Lipsio ebbe almeno rispetto della Religione..

Se

Se volete chiarirvene, leggete il paragrafo stesso LXXXVI. delle Vindicie. Ma ancor più bello è l'argomento, che trae il Padre Ansaldi da una sua cortese dissimulazione. Vedetelo nella pagina 12., e nella seguente della sua lettera. Mostra quivi, che avesse il Zanotti nel suo Ras gionamento dichiarati gli Stoici incapaci di conoscer Dio; del qual gravissimo errore confessa, che inorridì. Pure per non far parere il Zanotti avvocato degli Stoici, volle dissimularlo, e tacerne del tutto. Bell' avvocato in vero sarebbe stato il Zanotti degli Stoici, e molto be ne li avrebbe difesi, dichiarandogli incapaci di conoscere Dio.

E' ben poi da maravigliarsi, come avendo il Pa dre Ansaldi fatto nelle Vindicie tanto sforzo, perchè il Zanotti non paresse Stoico, ora si affatichi tanto per persuadere, che egli non può dirsi in niun modo agli Stoici contrariissimo; e perciò se la prenda contro il titolo del discorso, dal quale l' uomo erudito non puờ partirsi. Ecco però il bell' argomento, che ne adduce alla pagina 14. della sua lettera: come potrebbe dirsi il Zanotti contrariissimo agli Stoici, se avendo detto il Maupertuis, che essi sono contrarj a i Cristiani, egli non vuole accordarvisi? Quando ha detto mai il Zanotti, che gli Stoici non sieno contrarj ai Cristiani? Quan do ha mai contraddetto al Maupertuis sopra ciò ? Dicamisi quando. Ma, dice il Padre Ansaldi, va pur ripetendo il Zanotti, che un tale insegnamento degli Stoici, e un tal' altro, non è contrario alla Cristiana Religione. Bene. E perchè alcuni insegnamenti di una Setta

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