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DAN TE

ALIGHIERI

ΤΟΜΟ PRIM O.

VENEZIA MDCCXCVIII

PRESSO SEBASTIAN VALLE

Con Licenza de' Supe Privilegio.

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Le migliori opere in prosa non avrebbero

probabilmente avuto mai esistenza, se non precedeva la poesia. Voi già il sapetë, cortesi amici, che questo fu il destino dello spirito umano in ogni nazione. I versi füron sempre i primi figli del geniò, è i primi maestri dell' eloquenza. Sembra, dice Voltaire, che senza Pier Corneille non si sarebbe in Francia sviluppato il germe de' prosatori. Questo il vedemmo negli ebrei, greci, e romani. Dante fu il padre nostro. Creò è scrisse. Lasciò ai posteri che scrivessero meglio di lui; ma la creazione fu e sarà tutta sua. Chiamatele epico, comico, tragico, filosofo, teologo, astronomo, storico; iò il dirò originale, e tutto; io il dirò primo pittor delle memorie antiche. Chi non gusta Dante privo d'anima e d'immaginativa; o non l'intende o non vuole intenderlo. Egli ha le sue oscurità, le sue pause, i suoi sonni , colpa in gran parte della lingua ancor balba. Ma dovrem noi confinar perciò la sua lode al conte Ugolino, e a Francesca d'Arimino come l'autor delle lettere agli Arcadi ovvero à una ventina di tratti, the van per le bocche di molti, come asseri➡

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sce Voltaire, che vuol far ridicolo un au tore da lui certamente non mai penetrato come appare dalla sua traduzione? Non è dunque Dante il duce del Parnaso Italiano perchè fu il primo che poetò lungamente tra noi. Anche Cecco d' Ascoli fu suo contemporaneo. Ma chi conosce il suo poema l'Acerba? Anche il Boccaccio che fu a Dante vicino, detto versi a migliaja. Ma chi dirà mai il Boccaccio poeta? Dante ha il primato, perchè è il fonte d'ogni nostra sapienza poetica. La sua cantica dell'Inferno è la più nobile. Veneratene gli alti misteri.

Alcuni vorrebbono i commentarj, altri gli argomenti. Io escludo gli uni e gli altri. Debbo cercare la brevità, e fuggir l'ingombro. Quanto ai primi, poche parole non bastano; ed eccovi una mole immensa, per cui i letterati s'offendono, per cui le donne sbadigliano: e le donne ancora anno a legger Dante il quale per altro avrà un Indice suo proprio. Quanto ai secondi, vi può piacere una non so quale incertezza, che vi resta nel leggere il canto, quando non ne sapete l'argomento. L'uomo gode d'intendere da se medesimo senza interprete, e di trapelar nell'oscurità senza guida. Questo è dono dell'amor proprio da cui non posso credervi immuni, cortesi amiei, perchè so quanto siete virtuesi: e mi vi raccomande.

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