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VAL

V

AL CAMONICA, gran valle nel Bresciano. 20, 65. Valdichiana, campagna tra Arezzo, Cortona, Chiusi, e Montepulciano, ove corre la Chiana fiume; paese d'aria cattiva, massimamente di state. 29, 47.

Vanni della Nona, notajo in Pisa, impiccato per la gola, benchè innocente; accennato. 24, 139. vedi Vanni Fucci.

Vanni Fucci, Pistojese, bastardo di M. Fuccio de Lazzeri, e ladro famosissimo a' tempi suoi, il quale co' suoi compagni rubò la ricchissima sacrestia del Duomo di Pistoja. Costui imputando d'un furto solenne da se commesso il suddetto Vanni della Nona, notajo, uomo di ottima fama, tanto fece, ch' egli contra ogni giustizia ne fu impicca

to. 24, 125. degli Ubaldini (Ottaviano), Cardinale. Fu costui uomo di gran governo, e d'animo invitto, ma di costumi tirannici, piuttosto che da uomo di Chiesa. Protesse la fazion Ghibellina contra i Pontefici. Era chiamato il Cardinale per antonomasia. Vien posto da

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Dante tra gli Epicurei, come crede la comune degli spositori 10, 120.

Ubbriachi, famiglia nobile Fiorentina, accennata da Dante. 17, 62. per l'oca bianca in campo rosso, arme di tal famiglia. Uberti, famiglia in Firenze d'antichissima nobiltà, capi della fazion Ghibellina, cennati da Dante. 23, 108. v. Catalano, e Gardingo.

ac

Veltro. 1, 101. Molti spositori vogliono che

il poeta intenda con questa parola Can Grande della Scala, Signor di Verona, Principe magnanimo, liberale, e grande amatore degli uomini valorosi, alla cui corte Dante sbandito dalla sua patria per alcun tempo si riparò. Non manca però chi dia a questo passo altra spiegazione stranissima. Verrucchio, castello nel territorio di Rimini. 37, 46.

Veso, monte, parte dell' Alpi, dove nasce il

Pò. 16, 95.

sano,

Ugolino de' Conti della Gerardesca, nobile Pidi fazion Guelfa, il quale s'accordo con l'Arcivescovo Ruggieri degli Ubaldini di fazion Ghibellina per cacciar Nino Giudice di Gallura, Guelfo, figliuolo d'una figliuola di esso Conte, ch'era divenuto Si

gnor di Pisa; e con tale ajuto cacciatelo, fecesi padrone della città in luogo suo. Ma l'Arcivescovo mosso da invidia gli concitò contra il popolo, accusandolo che avesse tradita la patria, restituendo a' Fiorentini, ed a' Lucchesi alcune loro castella, possedute da' Pisani; per la qual cosa il popolo mosso a furore corse alle case del Conte, e presolo con quattro suoi figliuoli, il misero in una torre sulla piazza degli Anziani poi, passati alquanti giorni, diedero ordine che non gli fosse più dato da mangiare; e gittarono le chiavi della torre in Arno; e quivi insieme co' figliuoli il lasciarono miseramente morir di fame. Per la qual cosa fu quella prigione chiamata la torre della Fame. 33, 13, e segg.

Vitaliano del Dente. un gentiluomo di Padova, a que' tempi famoso usurajo. 17, 68.

ZANCHE (Michele), fu Siniscalco di En

zo, figliuolo naturale di Federigo II. Imperadore, al quale il padre diede il Giudicato di Logodoro in Sardigna. Ma essendo Enzo morto in carcere a Bologna, Miche

le tanto s' adoperò colla vedova, che la indusse a prenderlo per marito; e così divenne Signore di Logodoro. 22, 88. 33, 144. Zenone Cittico, cioè da Cittio, antica città di Cipro, Principe degli Stoici. 4, 138. Fu un altro Zenone, detto Eleate, dalla patria, dialettico acutissimo.

S. Zita è molto venerata in Lucca, e fu di quella città. 21, 38.

IL FINE.

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