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ARGOMENTO

Avendo col canto di sopra Dante trattato di coloro che venderono la lor repubblica, in questo segue di quegli, che trovandosi in onorato grado appresso il loro signore, venderono la sua grazia. Descrivendo adunque la forma della pena, fa particolar menzione di uno, il quale gli dà contezza degli altri; ed infine racconta l'astuzia usata da quello spirito nell'ingannar tutti i demonj.

Io vidi già cavalier muover campo,

→II segno di partire, fatto da Barbariccia ai compagni, ha dato campo al Poeta di dar principio grande e sublime al presente canto, ove per l'enumerazione dei diversi segni da far muover gente, o scior nave, descritti con versi di belle parole e modi, e d'armonia ripieni, tiene artatamente sospeso lo animo del lettore, finchè s'accorge ove ferir vuole l'intenzion sua. Molte bellezze sono profuse in questo canto, non di quelle che al maggior numero piacer sogliono, ma bensì ai pochi, i quali nella natura le ricercano, onde le ha cavate il Poeta nostro, rivestendole con semplici e schietti colori, quali all'esser loro si convengono. BIAGIOLI.

1 lo vidi ec. Enumera qui Dante varie azioni, alle quali sogliono gli uomini muoversi con segni, e gli strumenti varj che a dare i medesimi segni si adoperano; e conclude di non aver veduto mai il più strano e deforme strumento di quello che nel fine del passato canto ha detto adoprato da Barbariccia per guidare sua squadra: stendendo il Poeta la enumerazione in

E cominciare stormo, e far lor mostra, E talvolta partir per loro scampo: Corridor vidi per la terra vostra,

O Aretini, e vidi gir gualdane,

tutt'altro che nella diabolica cennamella, non mi sembra giusto il rimprovero del Venturi, che di questa cennamella se ne empia un po' troppo la bocca [a]. muover esercito per marciare, ovver far cammino. DANIELLO.

muover campo,

Significa piuttosto, secondo il Biagioli, il principio dell'azione, e ciò in riguardo al dipartirsi dei diavoli al segno del loro capo.

2 stormo vale qui combattimento, come in quel passo di Gro. Villani: Avendo perduta Creusa sua moglie allo stormo de' Greci [b]. Vedi il Vocabolario della Crusca. - mostra, altra funzione, in cui si muovono truppe con tamburi, ed altri istrumenti, detta altrimenti ordinanza o rassegna. Vedi lo stesso Vocabolario.

cui

3 E talvolta partir ec., movimento appellato ritirata, a pure si dà segno con tamburi ec.

cioè

45 Corridor vidi. Corridore, spiega il Vocab. della Cr. per chi fa correrie; e correrìa significa lo scorrere che fanno gli eserciti per lo paese nimico, guastando e depredandolo; ma la scorreria a guastare e predare dee piuttosto intendersi sotto il seguente vocabolo di gualdane. Gualdane, chiosa il Buti, riportato dal Vocabolario medesimo a quella voce, cavalcate, le quali si fanno alcuna volta sul terreno de'nemici a rubare e ardere, epigliare prigioni; ed istessamente chiosano il Landino, il Vellutello e Daniello. Per corridori adunque intenderei io più volentieri picciole squadre a cavallo, dette volanti, delle quali il Petrarca negli Uomini illustri: si facevano continuamente assalti e picciole battaglie da'corritori degli osti. Nomina qui Dante gli Aretini, come coloro, la città de'quali fu a que'tempi assai dalle militari squadre molestata; e quasi disolata, dice il Landino. Ma meglio del Landino rende di ciò ragione la seguente postilla del codice Cassinese, riportata dallˇE. R. Si legge adunque del Poeta, che tangit de Aretio, quia antiquitus illa civitas quando erat

[a] Nota al verso 10. [b] Cron. lib. 1. 12.

Vol. I.

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Ferir torneamenti, e correr giostra, Quando con trombe, e quando con campane, 7 Con tamburi, e con cenni di castella,

in flore dabat se multis spectaculis ac ludis, et etiam fuerunt multae partialitates, et seditiones in illa, et Dantes reperit se tempore iuventutis . ◄◄

6 Ferir torneamenti, ec. Le precedenti son tutte cose belliche, e fannosi al tempo di guerra tra l'un nimico e l'altro; ma torneamenti e giostre sono esercizj militari, fatti per feste e giuochi, e per dar diletto a'popoli. Torneamento è quando le squadre vanno l'una contro dell'altra, e rappresentano una spezie di battaglia. Giostra è quando l'uno va contra l'altro a corpo a corpo, e rappresenta la battaglia singolare. LANDINO. - Ferir adunque torneamenti sarà agire, armeggiare le torneanti parti; e correr giostra sarà incontrarsi, correndo, colle lance. Torneamenti par che chiami qui Dante le squadre stesse torneanti; e dice che feriscono, perchè in tal giuoco si faceva un grand'armeggiare, ed agitar di lance, picche, spade, ed altre armi. POGGIALI.- Ferir torneamenti, cavalieri ferirsi in torneamenti. BIAGIOLI.-L'E. R. legge invece col Caet., E far torneamenti, sembrandogli che ne risulti così un senso chiaro da per sè stesso, senza bisogno di ricorrere ad allusione per ispiegarlo.-Ma il Vat. 3199 e l'Ang. s'accordano qui colla comune, leggendo poi muover giostra invece di correr giostra. ◄◄

7 campane. Racconta Gio. Villani che quando l'oste dei Fiorentini si movea, la campana stessa (appellata da alcuni la martinella, e da altri la campana degli asini), colla quale erasi l'oste convocata, ponevasi in su un castello di legname in su un carro, e al suono di quella si guidava l'oste [a].

8 con cenni di castella, fumate di giorno, fuochi di notte. VENTURI.-I tanto celebrati Telegrafi de'moderni Francesi, rivendicati dal Requeno alla veneranda antichità, si adopera vano forse a' tempi di Dante? o almeno Dante ne conosceva l'uso? Si può fare la stessa dimanda al v. 4. e segg. dell' vш. canto dell'Inferno. È vero che colà eran fiammelle; ma bisogna riflettere ch'era appunto così perchè lo giorno se n'era andato; oltre di che il luogo era buio ec. E. R.

[a] Lib. 6. cap. 77.

E con cose nostrali, e con istrane:
Nè già con sì diversa cennamella

Cavalier vidi muover, nè pedoni,
Nè nave a segno di terra, o di stella.
Noi andavam con li dieci dimoni:

Ahi fiera compagnia! ma nella chiesa
Co' santi, ed in taverna co' ghiottoni.
Pure alla pegola era la mia intesa,

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9 con cose nostrali, e con istrane, con altri strumenti che, tra noi o tra barbare e straniere genti, si usano. Daniello.

10 cennamella. La cennamella è uno strumento artificiale musico che si suona colla bocca. BUT, riportato nel Vocabolario della Crusca a cotal voce. Chi sa che non sia cennamella, il medesimo che altri cembanella appellano, o anche ceramella, oppur ciaramella. Vedi lo stesso Vocab. →→ cennamella, dal vecchio francese chalmel o chalemelle. Vedi Redi, Annot. al Ditiram., alla voce cennamella. Sembra esser strumento da fiato, come quello che i Francesi chiamano adesso chalumeau. E. F. È da notarsi che il cod. Caet, legge ciaramella. E. R. Qui però Dante piglia cennamella per instrumento in genere, e come se invece detto avesse: Nè giammai con sì stravagante instrumento vidi ec. E così l'intende anche il Biagioli.

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12 Nè ec. Al movimento de' cavalieri e pedoni, regolato dal suono di qualche instrumento, v'aggiunge il moversi delle navi, regolato da segno o di terra che scoprasi, o di stella in cielo.

14 15 nella chiesa ec. Proverbio a dinotare che, secondo il luogo, hassi la compagnia: volendo dire, che come nella chiesa si hanno compagni gli uomini santi, cioè dabbene, e nell'osteria i ghiotti, così nell'Inferno i demonj.

16 Pure, solamente; -- alla pegola, alla bollente pece, ove i barattieri erano sommersi; intesa: come l'aggettivo intento per attento fu spesso adoprato (vedi il Vocabolario della Crusca), così il sustantivo intesa adopera Dante per attesa, pur sostantivo stato in uso in luogo di attenzione (vedi il medesimo Vocabolario); come nel comun uso rimangono anche a' di nostri contesa per contenzione, difesa per difensione, e nella bocca e penna d'alcuni estesa per estensione.

Per veder della bolgia ogni contegno, E della gente, ch' entro v' era incesa. Come i delfini, quando fanno segno

A' marinar con l'arco della schiena, Che s'argomentin di campar lor legno; Talor così ad alleggiar la pena,

Mostrava alcun de' peccatori 'l dosso, E nascondeva in men che non balena. E come all'orlo dell'acqua d'un fosso Stanno i ranocchi pur col muso fuori, Si che celano i piedi e l'altro grosso; Si stavan d'ogni parte i peccatori:

Ma come s' appressava Barbariccia,

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17 18 ogni contegno. Contegno, per condizione, qualità, chiosa il Volpi bene, perocchè adattasi in cotal modo contegno anche al seguente verso: E della gente ec.; al qual verso non puossi adattare contegno, come ne lo spiegano il Vellutello, Daniello, Venturi, ed anche il Vocab. della Cr., per contenuto.

contegno, in senso di condizione, stato, essere, qualità, l'intende anche il cav. Monti (Prop. vol. 1. P. 11. fac. 185). incesa per accesa, bruciata: termine adoprato pur da altri buoni scrittori. Vedi il Vocabolario della Crusca.

19 al 21 Come delfini, ec., legge il Vat. 3199. - Questa similitudine, e l'altra de'ranocchi che segue, sono, per sentimento del sig. Biagioli, sì proprie e sì acconce al suggetto, ch'altre in natura non si troverebbero per avventura più di queste convenienti. s'argomentin vale si dispongano, si preparino, di campare, intendi, dalla imminente burrasca, che con tale emergere i delfini avvisano.

22 Alleggiare (far leggero), franc. alléger, alleviare, alleggerire, sollevare ec. BIAGIOLI. ←

26 Stanno i ranocchi, la Nidobeatina; Stan li ranocchi, l'altre edizioni e il Vat. 1399.← pur, solamente.

27 l'altro grosso, l'altra loro grossezza. Di grosso per grossezza vedi il Vocabolario della Crusca.

9 come per quando. – Barbariccia. Pone solo Barbaric

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