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i contrarj venti vincendo, pervenisse al salutevole porto de chiarissimi titoli già narrati.

Gli studj generalmente sogliono solitudine, e rimozione di sollecitudine strana, e tranquillità d'animo desiderare; e massimamente gli speculativi, a' quali, siccome mostrato ho, il nostro DANTE, in quanto la possibilità permetteva, s'era donato. In luogo della quale rimozione e quiete, quasi dall'inizio della sua puerizia infino allo stremo della sua vita, DANTE ebbe fierissima et importabile passione d'amore. Ebbe oltracciò moglie, le quali chi 'l prova sa come capitali nemiche sieno dello studio della filosofia. Similemente ebbe ad avere cura della re famigliare, et oltracciò della pubblica; e, sopra tutto questo, lungamente sostenne esilio e povertà, acciò ch'io lasci stare l'altre particolari noie che queste si tirano appresso, le quali, per mostrare quanta in sè superficialmente di gravezza portassono, et acciò che per questo parte della promessa fatta s'osservi, giudico convenevole sia alquanto più distesamente spiegarle.

Era usanza nella nostra città e degli uomini e delle donne, come il dolce tempo della primavera ne venia nelle lor contrade, ciascuno per distinte compagnie festeggiare. Per la qual cosa fra gli altri Folco Portinari, ouorevole cittadino, il primo di maggio aveva i suoi vicini nella propria casa raccolti a festeggiare, in fra li quali era il sopradetto Alighieri, il quale, siccome far sogliono i piccoli figliuoli i lor padri, e massimamente alle feste, seguito avea il nostro DANTE, la cui età ancor non aggiugneva all'anno nono; il quale cogli altri della sua età, nella casa erano, puerilmente si diede a trastullare. Era tra gli altri una figliuola del detto Folco, chiamata Bice, la quale di tempo non trapassava l'anno ottavo, leggiadretta assai, e ne' suoi costumi piacevole e gentilesca,

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bella nel viso, e nelle sue parole con più gravezza che la sua piccola età non richiedeva. La quale, ragguardando DANTE et una et altra volta, con tanta affezione, con tutto che fanciul fosse, piacendogli, la ricevette nello animo, che mai altro sopravvegnente piacere la bella imagine di lei spegnere nè potè, nè cacciare. E lasciando stare de' puerili accidenti il ragionare, non solamente continuandosi, ma crescendo di giorno in giorno l'amore, non avendo niuno altro desiderio maggiore, nè consolazione, se non di vedere costei, gli fu in più provetta età di cocentissimi sospiri e d'amare lagrime assai spesso dolorosa cagione, siccome egli in parte della sua Vita Nuova dimostra. Ma quello che rade volte suole negli altri così fatti amori intervenire, in questo essendo avvenuto, non è senza dirlo da oltrepassare. Fu questo amore di DANTE onestissimo, qual che delle parti, o forse amendue, fosse di ciò cagione; e, quantunque almeno dalla parte di DANTE ardentissimo fosse, niuno sguardo, niuna parola, niuno cenno, niuno sembiante, altro che laudevole, non se ne vedde giammai. Che più? dal viso di questa giovane donna, la quale non Bice, ma dal suo primitivo sempre chiamò Beatrice, fu principalmente nel petto suo desto l'ingegno a dovere parole rimate componere; delle quali, siccome manifestamente appare, in sonetti, ballate e canzoni, et altri stili molti in laude di questa donna eccellentissimamente compose, e tal maestro, sospignendolo amore, ne divenne, che tolta di gran lunga la fama a' dicitori trapassati, mise in opinione molti che niuno nel futuro essere dovesse, che lui in ciò potesse avanzare.

Gravi erano stati i sospiri e le lagrime mosse assai sovente dal non potere aver veduto, quanto il concupiscibile appetito desiderava, il grazioso viso della sua donna; ma troppo più ponderose gliele serbava quella estrema et

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inevitabile sorte che, mentre viver dovesse, ne 'l doveva privare. Avvenne che, sendo adunque quasi nel fine del suo vigesimoquarto anno la bellissima Beatrice, piacque a colui che tutto puote di trarla delle temporali angosce e chiamarla alla sua eterna gloria. La partita della quale tanto impazientemente sostenne il nostro DANTE, che oltre sospiri e pianti continui, assai de' suoi amici lui quei senza morte non dover finire stimarono. Lunghe furono e molte le sue lagrime, e per lungo spazio ad ogni conforto datogli tenne gli orecchi serrati: ma pur poi in processo di tempo maturatasi alquanto l'acerbità del dolore, e facendo alquanto la passione luogo alla ragione, cominciò senza pianto a potersi ricordare che morta fosse la donna sua, e per conseguente aprir gli orecchi a' conforti; et essendo lungamente stato rinchiuso, incominciò apparire in pubblico tra le genti. Nè fu solo da questo amore passionato il nostro Poeta; anzi, inchinevole molto a questo accidente, per altri oggetti in più matura età troviam lui sovente aver sospirato, e massimamente dopo il suo esilio, dimorando in Lucca, per una giovane, la quale egli nomina Pargoletta; et oltre a ciò, vicino allo stremo di sua vita, nell'Alpe di Casentino per una Alpigina, la quale, se mentito non m'è, quantunque bel viso avesse, era gozzuta; e, per qualunque fu l'una di queste, compose più e più laudevoli cose in rima. Agro e valido nemico degli studj è amore, come veramente testificar può ciascuno che a tal passione è soggiaciuto; perciò che, poichè con lusinghevole speranza ha tutta la mente occupata di chi nel principio non l'ha con forte resistenzia scacciato, niun pensiero, niuna meditazione, niuno appetito in quella patisce che stia, se non quelle sole, le quali esso medesimo vi reca ; e quanto queste sieno, e come contrarie allo speculare filosofico, o alle poetiche invenzioni, sì manifesto

mi pare, che superfluo stimo sarebbe il mettervi tempo a più chiarirlo.

A questo stimolo un altro forse non minore se ne aggiunse; perciò che, poi che, alleviate le lagrime della morte di Beatrice, diede agli amici suoi alcuna speranza della sua vita, incontanente loro entrò nell'animo che, dandogli per moglie una giovane, colei del tutto se ne potesse cacciare, che, benchè partita del mondo fosse, gli aveva nel petto la sua imagine lasciata per perpetua donna: e, lui a ciò inclinato, senza alcuno indugio misero ad effetto il lor pensiero. Saranno per avventura di quegli che laudevole diranno esser tal consiglio; e questo avverrà perchè non considereranno quanto pericol porti lo spegnere il fuoco temporale collo eterno. Et era a DANTE l'amore, il quale Beatrice portava, per lo suo troppo focoso desiderio spesse volte noioso e grave a sofferire; ma pur talvolta alcun soave pensiero, alcuna dolce speranza, qualche dilettevole imaginazione ne traeva, dove della compagnia della moglie, secondo che coloro affermano che 'l provarono, altro che sollecitudine continua e battaglia senza intermissione non si trae. Ma lasciamo stare quello che la moglie in qualunque meccanico possa adoperare, et a quel vegnamo che la presente materia richiede.

Quanto le mogli sieno nemiche degli studj assai leggiermente puote apparire a'riguardanti. Rincresce spesse volte a' filosofanti la turba volgare, perchè, da essa partendosi alcuno, e raccoltosi in alcuna solitaria parte della sua casa, sè sopra sè con la considerazione trasportando, talvolta ragguarda quale spirito muove il cielo, onde ven

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la vita agli animali, quali sieno delle cose le prime cagioni; e talvolta nello splendido concistoro de' filosofi, mischiatosi col pensiero con Aristotile, con Socrate e con Platone, disputerà della verità di alcuna conclusione

acutissimamente, e spesse fiate con sottilissima meditazione se ne entrerà sotto la corteccia d'alcuna poetica finzione, e con grandissimo suo piacere ragguarderà quanto sia diverso lo intrinseco dalla crosta. Nè fia che non avvenga quando vorrà, che gl'imperatori eccelsi e portentissimi re e principi gloriosi con lui nella sua solitudine non si convegnano, e con lui ragionino de' governamenti pubblici, dell'arti, delle guerre e dei mutamenti della fortuna. Alle quali eccelse e piacevoli cose sopravverrà la donna, e cacciata via la contemplazione laudevole, e tanta e tale compagnia, biasimerà il suo star solitario e 'l suo pensiero, e spesse volte sospirando dirà questo non solergli avvenire avanti ch'ella a lui venisse, e però manifestamente apparire lui essere di lei pessimamente contento; e, postasi quivi a sedere, non prima si leverà, che, esaminati gli pensieri del marito, lui di piacevolissima considerazione a noiosa turbazione avrà recato. Che dirò dell'odio che portano a' libri, qualora alcuno veggonne aprire? chè delle notturne vigilie, non solamente utili, ma opportune agli studianti, tutto a' suoi diletti quel tempo essere tolto confermano. Lascio le notturne battaglie, e li lor costumi gravi a sostenere, e la spesa inestimabile che negli loro ornamenti richieggono, tutte cose, quanto esser possono, avverse a'contemplativi pensieri. Che dirò se gelosia v'interviene? Che, se cruccio che per lunghezza si converte in odio? Io corro troppo questa materia, perciò che bastar dee agli intendenti averne superficialmente toccato. Ma quali che l'altre si sieno, acciò che quando che sia mi riduca al proposito, tal fu quella che a DANTE fu data, che, da lei una volta partitosi, uè volle mai dov'ella fosse tornare, nè ch'ella andasse là dove 'l fosse. Nè creda alcuno che per le sopradette cose voglia conchiudere gli uomini non dover moglie torre; anzi il lodo, ma non a tutti. I

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