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Misericordias Domini in æternum cantabo. Io canterò eternamente le misericordie del Signore. (Salm.)

Signora e mia sorella in G. C.

Da voi ebbi il testo e l'argomento di questa esortazione. Da voi che, in uno slancio di riconoscenza verso Colui che vi chiamò dalle tenebre alla sua ammirabile luce, mi avete chiesto di dimenticare del tutto questo uditorio, per pensare solo a voi ed a Dio, e per non parlare che della sua misericordia, che abbracciò tutte le epoche della vostra vita. Io vi obbedisco, e studiando questa vita nei tre periodi con cui misurasi i! tempo, mi studierò di dire con semplice verità e col pio abbandono dell'effusione di cuore, i consigli di Dio sul vostro passato, sul vostro presente e sul vostro avvenire. La storia delle anime cristiane è nell'istesso tempo la più meravigliosa e la più nascosta di ogni altra storia. Gli avvenimenti anche i più estrinseci che agitano la società solo in essa hanno il loro senso intimo, la loro ultima ragione, e quando potremo leggerla pienamente nel libro della vita, nella luce dell'eternità, noi vi troveremo la giustificazione completa della Provvidenza Divina sulle cose umane, ed i veri titoli di nobiltà di nostra stirpe, nel sangue e nella grazia di Cristo; << Noi canteremo eternamente le misericordie del Signore >>.

I.

E innanzi tutto, Sorella, quali furono le misericordie del vostro passato, o per meglio dire, che foste voi medesima finora? Io provo difficoltà a dirlo. Benchè nata nel seno dell'eresia, voi non eravate eretica. No, per grazia di Dio, voi non eravate eretica, e niuno potrebbe costringermi a darvi tal nome crudele, giustamente crudele, contro il quale protesta tutta la cognizione che io mi ho del vostro passato. L'uno de' più esatti e più severi dottori dell'antichità cristiana, S. Agostino, si ricusa in molte sue opere di comprendere fra gli eretici coloro, che, nati fuori della cerchia visibile della Chiesa Cattolica, hanno conservato in cuor loro il sincero amore della verità, e sono disposti a seguirla in tutte le sue manifestazioni e le sue esigenze (1).

(1) È da osservarsi specialmente la lettera XLIII dell' edizione de' Benedettini di S. Mauro.. Qui sententiam suam, quamvis falsam atque perversam, nulla pertinaci animositate defendunt præsertim quam non audacia præsumptionis suæ pepererunt, sed

Ciò che costituisce l'eresia, si è lo spirito d'orgoglio, di rivolta e di scisma che scoppiò ne' cieli, quando Satana dividendo gli Angeli della luce, volle rifare a suo modo la teologia eterna, e riformare l'opera di Dio nel mondo; è quel soffio caduto dalle narici dell' arcangelo corrucciato per suscitargli fieri successori nel corso dei secoli. Dolce ed umile di cuore, voi non avete giammai respirato quel soffio; perciò non eravate eretica. Ma dunque che eravate voi mai? Io interrogava un dì uno de' vostri più distinti compatrioti, protestante di nascita, divenuto ora cattolico e sacerdote (1), e nello slancio di quella pia curiosità, che ci attira alla storia delle anime, gli rivolgevo la medesima domanda: che eravate voi? Io non appartenevo a nessuna comunione protestante, egli mi rispose, ero stato battezzato nella Chiesa de' miei padri, io non avevo mai professato con loro quella fede. Eravate dunque razionalista? io replicai. No, disse sorridendo, agli Stati Uniti non si conosce questa malattia mentale degli europei. - Arrossii, e mi tacqui un istante, poi lo sollecitai a spiegarsi. Allora mi diede tale magnifica risposta: Era un uomo naturale, che cerca la verità colla sua intelligenza, e col suo cuore.

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Ebbene, Signora, eravate lo stesso anche voi; una donna di nobile natura, cercando la verità nell' amore, e l'amore nella verità! Ma voi eravate inoltre cristiana, ed anche cattolica.

Havvi una distinzione fondamentale, senza della quale riesce impossibile esser giusto a riguardo delle comunioni separate dalla Chiesa Cattolica, e verso le anime che ne fanno parte. Ogni scisma religioso contiene nel suo seno due elementi contrarii: l'elemento negativo, che lo fa essere uno scisma, ed il più sovente, un'eresia, e l'elemento positivo che gli conserva una parte più o meno larga nell'antica eredità del cristianesimo. Non solo distinti, ma ostili, que' due elementi sono ravvicinati però sino nei loro contrasti: le tenebre e la luce, la vita e la morte vi si mischiano senza confondersi, e ne proviene ciò che io chiamerò mistero complesso e profondo della vita dell'errore.

Per me, non fo all' errore l'onore immeritato, di supporre ch'esso possa vivere di vita propria, respirare del suo alito, e nutrire di sua sostanza anime che non mancano di virtù, e popoli che non sono senza grandezza.

Sorella, il protestantesimo, è, come tale, quell' elemento negativo che voi avete ripudiato, ed al quale, colla Chiesa cattolica, avete detto

a seductis atque in errorem lapsis parentibus acceperunt, quærunt autem cauta sollicitudine veritatem, corrigi parati, cum invenerint, nequaquam sunt inter hæreticos deputandi ..

(1) Il P. Hecker fondatore e Superiore della Congregazione di S. Paolo.

anatema. Ma il protestantesimo non fu il solo nel vostro passato religioso: a lato alle sue negazioni vi erano delle affermazioni, e come un frutto gustoso contenuto entro amare corteccie, voi possedevate il cristianesimo sin dalla vostra culla.

Prima di appressarvi a noi, eravate cristiana pel battesimo ricevuto validamente, e quando la mano del vostro ministro vi spargeva l'acqua sulla fronte colle parole di vita eterna: «Io vi battezzo nel nome del Padre, del Figlio, e dello Spirito »; era Gesù Cristo stesso che vi battezzava. Poco importa la mano, grida S. Agostino, sia quella di Pietro o di Paolo, chi battezza è Cristo. Cristo, che vi faceva sua fidanzata, che riceveva la vostra fede, e vi giurava la sua. Il vostro essere morale, quella parte sacra che nelle anime nobili ripugna istintivamente dall' errore, il Verbo la consacrava a se stesso, e come una vergine casta, la riserbava pe' cieli Virginem castam exhibere Christo! (1).

Cristiana col battesimo, voi l'eravate altresì pell' Evangelio. Fu il libro della vostra infanzia, e voi vi avete balbettato all' istesso tempo i secreti di quella fede divina che è di tutti i tempi, perchè viene dall'eternità, e gli accenti di quella lingua anglo sassone, che è di tutti i luoghi, perchè domina il globo civilizzandolo. Ah! certamente, il libero esame, sotto l'impero del quale siete vissuta, è una sorgente d' innumerevoli errori, ma anco, una volta, rendiamone gloria a Dio, ne' medesimi protestanti, accanto al principio protestante vi è il principio Cristiano; a lato del libero esame vi è l'azione di quella grazia soprannaturale ricevuta nel battesimo, e quel senso misterioso di cui parla S. Paolo: « Noi abbiamo ricevuto il senso di Cristo (2), e di cui S. Giovanni, diceva: « Voi avete l'unzione del Santo, e voi conoscete tutte le cose (3) ». Cosicchè, quando abbiamo riletto insieme quell' Evangelio sull' interpretazione del quale i nostri antenati erano divisi, io era dolcemente sorpreso, ad ogni pagina, di vedere che noi l' intendevamo nel medesimo senso, e che per conseguenza leggendolo voi stessa fuori della Chiesa, non l'avevate letto senza lo Spirito della Chiesa. Finalmente, mia figlia, col Battesimo e col Vangelo, col Sacramento e col libro, voi avevate la preghiera, questo dono interno, invisibile, ineffabile, ma reale fra tutti, linguaggio per eccellenza dell' anima a Dio, e di Dio all'anima, commercio personale e diretto del più umile cristiano col padre suo che è ne' cieli.

(1) II Cor., XI, 2.

(2) Nos autem sensum Christi habemus. 1 Cor., II, 16.

(3) Sed vos unctionem habetis a Sancto, et nostis omnia... Et non necesse habetis ut aliquis doceat vos, sed sicut unctio ejus docet ves de omnibus, et verum est, et non est mendacium. I. Joan. II, 20 e 28.

Che vi mancava adunque ? Io rammento una parola, che mi dicevate, ancora protestante: « Voi, monaco, ed io puritana, siamo nondimeno dello stesso sangue reale » ! Voi dicevate il vero, e non perchè eravate puritana, ma perchè sebben puritana, eravate cristiana, e noi eravamo ambedue di sangue reale e divino. Voi eravate figlia della famiglia al pari di me, ma la vostra culla, in una notte di tempesta, era stata da mani imprudenti trasportata lungi della casa paterna. Quella casa, di cui i vostri occhi non avevano potuto conservare l'imagine, di cui le vostre labbra ignoravano il nome voi la richiedevate colle lacrime, coi gemiti, con tutti gli slanci dell' anima vostra. Altro non vi mancava, figlia mia, che di ritrovarla, di piangere alla sua soglia, di baciare le sue vecchie mura, e di abitarvi per sempre !

Voi la ritrovaste a Roma, in quel tempio di S. Pietro, il più vasto ed il più splendido che l'uomo ha innalzato al suo Dio, ma vasto e splendido specialmente agli occhi della fede, perchè è l'imagine della società universa de' figli di Dio sulla terra: « affinchè i figli di Dio che erano dispersi siano riuniti in un solo » (1).

Venuta dalla grande dispersione delle anime, che è l'opera dell' uomo nel protestantesimo, contemplavate per ultimo la loro unità suprema, che è l'opera di Dio nel cattolicismo. Commossa subitamente sino al fondo dell' animo, cercavate intorno a voi, non fo che ripetere il vostro tenero racconto, cercavate un sacerdote che parlasse la vostra lingua, non per confessarvi, ne ignoravate la necessità, ma per dirgli la vostra gioia di aver finalmente trovato quel focolare dell' anima, quel chez moi quel sacro home, sì caro alla vostra stirpe, e più necessario nell' ordine religioso che nell' ordine domestico « quivi è il mio riposo per i secoli de' secoli; qui abiterò, perchè l'ho scelto » (2).

II.

Mi studiai raccontare il vostro passato, Signora, e come la misericordia di Dio preparasse da lungo tempo la meraviglia del vostro presente. Qual è ora cotesta meraviglia? Sono le vostre nozze mistiche con Gesù Cristo per mezzo della comunione del suo vero Corpo e del suo vero Sangue nel Sacramento della sua vera Chiesa. Fidanzata di Dio nel battesimo, voi divenite sua sposa nell' Eucaristia. Oh felice voi, d'essere stata chiamata alla cena delle nozze dell'Agnello (5). Non senza qualche

(1) Ut Alios Dei, qui erant dispersi, congregaret in unum Joan XI, 32,

(2) Salm CXXXI, 14.

(5) Beati qui ad coenam nuptiarum Agni vocati sunt. Apoc. XIX, 9.

motivo commovente voi sceglieste il 14 luglio per compiere questo atto solenne. Questo giorno è l'anniversario del vostro matrimonio, di quel matrimonio infranto dalla morte. Giovane ancora, e madre d'un orfano, potevate stringere nuovi legami che avrebbero dato un padre al vostro figliuolo, dando a voi uno sposo. Decideste diversamente, e incominciando dal vostro entrare nella Chiesa Cattolica un' opera di grande trasformazione nella vostra vita spirituale, voleste che alla medesima epoca, nel ricordo di que' medesimi affetti, e de' medesimi dolori, la vostra mano sofferente si posasse nella mano dello Sposo Crocifisso per non dividersene mai più.

Quanto è bello nel suo sangue, e fra le vostre lacrime, questo Sposo del Calvario, e quanto era adatto per voi, mia figlia! Non è più solamente a la pazienza sorridente lungo tempo al dolore » (1), ma l'amore che s'inebbria del patimento, e si riposa nella morte. Io rammento il giorno in cui vi ho ricevuta per la prima volta al parlatorio del mio umile convento: sul vostro petto era già il Crocifisso cattolico, e verso quell'altra croce sospesa al muro, e che quasi presiedeva al nostro colloquio, i vostri occhi, pieni di splendore e di lacrime, si sollevavano ad intervalli con una espressione che rivelava tutta l'anima vostra, tutto ciò che ancora le mancava, tutto ciò che già presentiva.

Io non vorrei certo esagerare, e specialmente non vorrei offendere alcuno, ma non potrò dire che la sfera in cui si agita ordinariamente la pietà protestante è il divino piuttosto che Dio medesimo? È la coscienza con quella forte tempra evangelica e personale all' istesso tempo; il rispetto del vero, il gusto istintivo delle cose morali e religiose. Tutto ciò, è quello che ho chiamato divino, ma non è Dio: è il glorioso raggio del sole, non ne è il disco abbagliante. Ove è dunque il fremito dell' animat innanzi al Dio vivo? « La mia anima ebbe sete del Dio forte e vivo. Quando verrò e quando comparirò dinnanzi alla sua faccia? » (2).

Ove è il commercio abituale del cuore e delle opere col Verbo fatto carne, e quelle lagrime sparse, come Maddalena a' suoi piedi, e quella testa abbattuta, come Giovanni, sul cuor suo, e tutto ciò che il libro dell'Imitazione chiama così giustamente l'amicizia famigliare di Gesù ? Ove è finalmente, per dir tutto in una parola, quella presenza reale, che, dal Sacramento, come da una sorgente nascosta scorre, uguale ad un fiume tranquillo su tutta la giornata del vero cattolico per rallegrarla e per fecondarla ?

Questo Emmanuele, questo Dio con noi, vi attendeva nella nostra

(1) Shakspeare.

(2) Salm. XLI, 3.

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