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per giorno, devono fare di più e di meglio! Le belle signore del mondo elegante, come tutte le altre, debbono aiutarsi, aiutando il marito, i fratelli, i figli a fare il bene, a combattere per la verità, prima che il cielo le aiuti. Calcolare sull' aiuto del cielo, senza aver mosso anche il piccolissimo dito delle loro belle manine, così piamente composte in chiesa, senza essersi un po' stancato il cervello, senza che si abbiano alquanto meditato i pensieri, per trovare il. modo d' incoraggiare questi, di consolare quelli, di soccorrere l'uno o di fortificare l'altro, come fanno le donne che non vanno in chiesa, è un calcolo falso, si è calcolare senza l'ospite di questo basso mondo, il nemico del genere umano, al quale Dio permette di suscitare i mali che gli sono poi lasciati compiere dai buoni e dai credenti !

È impossibile non ricordarsi, allo spettacolo di ozio così fatale, delle parole dello Spirito Santo: « Oh! pigro, va, considera il lavoro della ▾ formica, ed impara da lei ad esser sapiente. Essa, senza avere » nè maestro, nè guida, nè signore, prepara nell' estate i mezzi per » la sua vita, e quando è "epoca della messe, si provvede di » nutrimento. Sino a quando, o pigro, dormirai tu? Quando dunque » ti sveglierai? tu dormi un poco, lu sonneechi un tantino, tu ti freghi un po' le mani per riposarti, e l'indigenza, come un ladro, » li sorprende, e la miseria, come un'uomo armato, li conquide ». A questo contrasto tra le donne credenti, e per lo più oziose, inerti, ignoranti, inutili, e perciò senza sociale influenza, e le donne non credenti, istruite, spesso dotte, d'una attività sorprendente, sempre utili ad alcuno od a qualche cosa, e perciò aventi in man loro il cuore palpitante degli uomini, a questo contrasto dico bisogna attribuire un fatto deplorabilissimo in sè, ma ohimè troppo spesso ripetuto! Intendo parlare dell' inferiorità dei partiti politici, i quali sostengono i principii religiosi e sociali, messi al confronto coi partiti che li avversano. Oggi, quest' inferiorità d'ingegno, d'azione, di preponderanza è altamente constatata.

Il partito conservatore già inerte in politica, è d' una indifferenza talmente straordinaria per gli interessi religiosi, perchè, ho il coraggio di dirlo, le sue donne non conoscono giustamente, ciò che accade nel mondo sub'unare, sulla terra dei viventi. Esse non s' informano di nessuna cosa con calma, non prendono interesse a nulla con discernimento, e non apprendono perciò la scienza, e l' intelligenza dei tempi attuali. Esse lamentano il passato, senza pensare che non bisogna dire; perchè i tempi antichi erano migliori? perchè questa è una domanda stupida (Eccl.) Stando così al di fuori del presente queste donne non possono avere il dono del consiglio, e non saprebbero ispirare la sapienza cristiana.

Ciò che in politica, come in religione, caratterizza troppo spesso i così detti buoni è una passività, una noncuranza, un' indolenza, che troppo sovente giustificano il malcontento, le rivoluzioni e le improntitudini degli agitatori. Eppure non vi è tempo da perdere. Un uomo di spirito lo proclamò. Il mondo, guidato fin qui dalle tradizionali minoranze, sta per essere trascinato dalle maggioranze improvvisate. Ed innanzi a tale pericolo, il partito conservatore si trova in tutti i paesi, meno che in Inghilterra, senza valore, senza consistenza, senza capi, senza organizzazione, senza disciplina, senza unità, soprattutto senza azione, esposto al partito rivoluzionario, a quello degli atei, degli anarchici, dei socialisti, degli agamisti, partito maravigliosamente organizzato e dovunque disciplinato. Ora, se i conservatori sono indispensabili in ogni cosa, in politica come in letteratura, nelle arti come nelle scienze, per moderare col loro salutare freno, l'impulso motore dei novatori, egli è certo che la più santa, la più necessaria, e la sola indispensabile di tutte le conservazioni è quella della religione, dalla quale emanano tutti gli eterni principii, tutte le massime della vera sapienza, tutte le sentenze della prudenza cristiana. Strano spettacolo! Ciò che i conservatori conservano meno, si è la religione che dovrebbero conservare di più! Coloro che non sanno, nè perchè debbano credere ciò che debbono credere, nè ciò che è di precetto o di consiglio, non sapranno mai ben distinguere il bene dal male, nè ciò che per loro è bene da quello che per loro è male! Perdono così colla semplicità la prudenza che deve caratterizzare i forti ed accompagnare i deboli. Vanno alla cieca! Lasciano al Signore di salvare la barca di Pietro. La barca sarà salvata, il mondo pure, ed Egli ne avrà la gloria. Ma gli uomini ne avranno il merito?

Le persone, le quali senza abbandonare queste dolcezze della società, della famiglia, che costituiscono la felicità della vita non vogliono avventurarsi sul terreno delle lotte contemporanee, preferiscono i digiuni e le penitenze al duro còmpito di combattere il gran certame e mi fanno pensare alcune volte, compresa da commovente melanconia, ai soldati dell'imperatore Nicolò di Russia. Essi erano sempre sotto le armi; obbedivano sempre a quella rigorosa disciplina che faceva espiare sotto le verghe un uniforme mal pulito. Perciò erano creduti leoni divoratori. I loro capi contavano su di essi come sopra legioni invincibili. Eppure, quando arrivò l'ora del vero combattimento, decisivo, che dovea per mezzo di essi dare o far perdere la vittoria, quel solenne momento li trovò soldati snervati, senza vigore ed energia, molli e deboli come una torma di daini! Erano stati avvezzi alle monotone fatiche delle futili parate, alle insipide ed infruttuose noie di contiuue

reviste; ma siccome non aveano mai sentito parlare d'una patria da difendere, d'un nome glorioso da far echeggiare nei canti trionfali, d'un onore tradizionale e comune da salvare, non conoscevano l'entusiasmo della lotta, e non sapevano dove prendere le ispirazioni del coraggio. Deh! i cristiani, che fanno parte della milizia divina, non rassomiglino mai a quei soldati dello czar! Essi pure sapevano soffrire nelle paludi del nord, o sotto il sole del mezzogiorno, la fame e la sete, i vermi che li appestavano, le oftalmie che li rendeano ciechi, aspettando con tacita impazienza la morte, solo termine dei loro mali! Che accadde? Quando lo straniero venne, quando fu necessario difendere i patrii lari, cacciare i conquistatori, potenti, bene armati, ben istruiti, questi soldali così pazienti innanzi alla fame ed alla sete, resi familiari alla insonnia e alle malattie, non pensarono che a morire come se si fosse trattato d'una nuova revista di Kalisz e di Voznesensk. Vedendo i compagni che cadeano loro accanto come mosche, se ne rallegravano con essi, dicendo: è finito più presto il loro martirio». La diserzione non entrò nelle schiere dello czar, i suoi fidi morivano rassegnati e pazienti con un sorriso di gioia che sopravviveva loro, e sorpassava anche il fatalismo dei turchi ! Intanto la patria avea bisogno di vivi, e non di morti. Ma essi non pensavano neanche, nella loro semplicità senza prudenza, che la grandezza di questa patria avesse subito un affronto, che il loro paese fosse minacciato, la sua gloria perduta, il loro re umiliato e confuso, l'avvenire pericolante! Molti sacrifizi avrebbe allora sopportati lo czar perchè metà dell' armata disertasse, e l'altra metà fosse una legione di eroi! Quale soccorso la • santa Russia trovò in questa fedele apatia, senza fuoco, e senza nervi, senz'istruzione, intelligenza e discernimento?

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La semplicità e la prudenza debbono spirare l'animo in modo che armonizzi insieme tutti gli atti, benchè predomini negli uni la prima, negli altri la seconda di queste qualità. Per lo più la semplicità si scopre nell'intenzione e precede l'azione. Beato l'uomo » che si affida al suo Dio, e melle la sua speranza nel Signore (dice Geremia). Egli sarà come un'albero piantato presso ́d'una » sorgente, le radici del quale si stendono verso l'acqua, egli non » leme il sollione quando arriva. Le sue foglie sono verdi, perchè » la siccità non gli fa male, e continua a dar frulli ».

La prudenza dirige l'azione, indica i mezzi, ispira quella diffidenza che detta le utili e salutari precauzioni, evitando però che divengano esagerate come accade nelle persone prive di semplicità. Essa ingrandisce le misure preventive, ciò che è male; perchè come è evidente l'uomo non può tutto prevedere, e volendolo si inceppa nei

suoi lacci stessi. La semplicità e la prudenza debbono essere riunite nelle cure che esigono le nostre esistenze spirituali e temporali. Debbono attuare, colla loro doppia e costante influenza, l'attività che, nella preghiera e nelle opere, noi consacriamo al bene del nostro essere e del nostro immateriale avere: la fede e la giustizia; come al bene del nostro essere ed avere materiale, la vita, la sanità, la proprietà.

La prudenza raccomandata da Gesù Cristo si riassume in questo precetto del Sapiente d'Israele: « Mio figlio sappi riconoscere il tempo opportuno, e fuggire il male» (Eccl.) Pet fuggire il male è necessaria la semplicità della Colomba, la quale domanda alla fede di insegnarle gli ultimi fini ai quali debba tendere, i sentimenti del cuore, gli atti della vita, l'equità dei desiderii dell'animo nostro e delle opere delle nostre mani! Per riconoscere il tempo opportuno, bisogna ricorrere alla prudenza del serpente che insegna i mezzi i più diretti, i più appropriati, i più certi allo scopo: fuggire il male. Perciò in donna sinceramente cristiana, che meriti questo bel titolo, semplicità di cuore e prudenza d'azione sono inseparabili perchè se da sola la semplicità delle intenzioni non basta quaggiù, la prudenza nell'azione da sola, basta ancor meno e lassù e quaggiù.

Benchè la prudenza umana sia spesso più attiva, e più feconda in ritrovati che la prudenza cristiana, pure essa disimpara molte cose che servono di base alla vera sapienza. Essa non fa alcun conto della pietà eppure la pietà racchiude uno spirito d'intelligenza (Sap.) La pietà quando non è separata dagli altri doni dello Spirito Santo dà l'intelligenza delle cose di Dio, dei celesti voleri; ora tutte le prosperità che sono loro contrarie passano come l'ombra (Salm.) Nell'antico testamento noi vediamo il profeta Balaam benedire chi voleva maledire per provarci quanto l'intervento della Provvidenza poco conti i calcoli umani.

Ogni prudenza priva di pietà, è una prudenza umana, e lo Spirito Santo che propone per esempio al non fare, all' incuria, all' indolenza dell'uomo, l'attività e la diligenza della formica, l'avverte di non imitare la prudenza degli empii. Sia maledetto, esclama Geremia, l'uomo che si appoggia sull'uomo, che cerca il suo sostegno sopra un braccio di carne ed il suo cuore cosi se ne allontana dal Signore, Egli si troverà in un' arido deserto, sopra un terreno sterile ed inabitabile. Sarà simile alla pianta del deserto... e quando gli arriverà il bene, non gli sarà più utile........... Quale continua applicazione non hanno quest'ultime parole, nella storia degli individui, delle famiglie, delle dinastie e dei popoli! Non è impossibile che la prudenza umana, la prudenza degli empii, ottenga fatti sorprendenti, imprevisti successi, e così ingigantisca nella stima degli uomini.

Ciò che le è impossibile, si è di conservare questi beni, poichè essa non può contare sul destino, questa forza riconosciuta da tutti gli uomini come superiore ad ogni dottrina! Gli uni la chiamano fatalità gli altri provvidenza. Questa forza superiore ad ogni dottrina, non favorisce sempre il giusto, nemmeno l'empietà salva l'ingiusto!....... (Eccl.) Guai adunque a colui che fabbrica il suo cdificio sull' ingiustizia! dice pure Geremia, Guai a chi non edifica la sua dimora sulla giustizia, a chi opprime a torto il debole... Qui il Profeta interrompendosi ad un tratto, domanda: Ma chi conosce il cuore di tutti questi perversi? lo, dice il Signore, lo scruto i cuori e do a ciascuno secondo il frutto dei suoi pensieri e secondo le sue opere.... I figli del secolo dimenticano questi avvisi e queste minacce. Finiscono per agire come se non sapessero che il vino ubbriaca colui che lo beve, ed anche l'uomo superbo resta privo del suo onore (Abac). CAROLINA WITTGENSTEIN nata IWANOWSKA.

RASSEGNA DELLA QUINDICINA.

8 Gennaio.

L'ultima rassegna si chiudeva quasi col vecchio anno, e la presente si riapre col nuovo. Nel chiudersi di quel poco lieto periodo storico che incominciò colle solite incertezze, e si svolse con varie fasi fino alla rivoluzione spagnuola, e alla risorta quistione d' Oriente noi avremmo dovuto recapitolare i fatti e i giudizii che siamo venuti manifestando, per provare che confusione grande regna dapertutto così nelle idee di giustizia e di diritto come nelle più umili manifestazioni dello stato sociale. Ma questo noi l'abbiam fatto man mano che gli eventi si svolgevano e non crediamo che siaci sfuggito fatto alcuno pel quale questa dura verità fosse messa in sodo, che cioè l'Europa è travagliata da un gravissimo e persistente morbo; quale sia e di quali elementi composto non occorre più dirlo! Forse è preparazione che nell'abisso del consiglio divino si fa per alcun bene in tutto dall'accorger nostro scisso, e come tale la prenderemo noi che i fatti umani siam soliti riferire alle origini loro ricercate e provate senza altro studio che quello di trovare il vero e dirlo a comune avvertimento.

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