Orlando furioso, con note e dilucidazioni grammaticali, da R. Zotti castigato, Volume 11822 |
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Agramante ajuto Alcina alcun altra amante amor anco andò Angelica appresso Ariodante Ariosto arme Astolfo Atlante avea avean avría Bajardo bella Bireno bosco Bradamante Brunello Canto Carlo Catai cavalier cavallo cercando Chè ciel Circasso costei costui crudel destrier dicea donna donzella Duca ebbe Ecuba elmo facea fece fera Ferraù figlio figliuolo foco fratello Frisa Frisone fugge gente Ginevra giorno Gradasso gran guerrier incanto Indi Ippogrifo lasciò leva lito loco Logistilla Lurcanio LXVI LXXI Melicerta Melissa mezzo mirto monte morte mostro occhj Olimpia onor Orca Orlando Orlando Innamorato Paladin parea passi petto piglia poco Polinesso porta potea Proteo quivi resta Rinaldo ritrova Ruggier Sacripante Saracin saría sasso Scozia scudo seco Selandia selva Signor spada tenea terra tosto trova usberghi vede veder venía venir venne vide vizj volse vuol XLVII
Popular passages
Page 19 - La verginella è simile alla rosa, ch'in bel giardin su la nativa spina mentre sola e sicura si riposa, né gregge né pastor se le avicina; l'aura soave e l'alba rugiadosa, l'acqua, la terra al suo favor s'inchina: gioveni vaghi e donne inamorate amano averne e seni e tempie ornate.
Page 192 - Dove né nodo appar, né vena eccede. Si vede al fin de la persona augusta II breve, asciutto e ritondetto piede. Gli angelici sembianti nati in cielo Non si ponno celar sotto alcun velo.
Page 18 - Dentro letto vi fan tenere erbette, ch'invitano a posar chi s'appresenta. La bella donna in mezzo a quel si mette, ivi si corca et ivi s'addormenta.
Page 19 - Ma non si tosto dal materno stelo rimossa viene e dal suo ceppo verde, che quanto avea dagli uomini e dal cielo favor, grazia e bellezza, tutto perde. La vergine che 'l fior, di che più zelo che de...
Page 191 - Sotto quel sta, quasi fra due vallette La bocca sparsa di natio cinabro; Quivi due filze son di perle elette, Che chiude ed apre un bello, e dolce labro: Quindi escon le cortesi parolette Da render molle ogni cor rozzo e scabro: Quivi si forma quel soave riso, Ch'apre a sua posta in terra il paradiso. Bianca neve è il bel collo, e...
Page 51 - Sei giorni me n'andai matina e sera Per balze e per pendici orride e strane, Dove non via, dove sentier non era, Dove né segno di vestigie umane: Poi giunsi in una valle inculta e fiera, Di ripe cinta e spaventose tane, Che nel mezzo s' un sasso avea un castello Forte e ben posto, a maraviglia bello.
Page 190 - Di persona era tanto ben formata, quanto me' finger san pittori industri ; con bionda chioma lunga et annodata: oro non è che più risplenda e lustri. Spargeasi per la guancia delicata misto color di rose e di ligustri; di terso avorio era la fronte lieta, che lo spazio finia con giusta meta.
Page 2 - Dirò d'Orlando in un medesmo tratto cosa non detta in prosa mai né in rima...
Page 351 - Gradasso o con alcun ragiona di quei ch'andavan nel palazzo errando, a tutti par che quella cosa sia, che più ciascun per sé brama e desia.
Page 240 - Sentia il maggior piacer, la maggior festa che sentir possa alcun felice amante; ma ecco intanto uscire una tempesta che struggea i fiori, ed abbattea le piante: non se ne suol veder simile a questa, quando giostra aquilone, austro e levante.