Conversazioni critiche |
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Popular passages
Page 273 - D'amor digiuna Siede l'alma di quello a cui nel petto Non si rallegra il cor quando a tenzone Scendono i venti, e quando nembi aduna L'olimpo, e fiede le montagne il rombo Della procella. O spose, O verginette, a voi Chi de...
Page 162 - Me non nato a percotere Le dure illustri porte, Nudo accorrà, ma libero, II regno della morte. No, ricchezza, né onore Con frode o con viltà II secol venditore Mercar non mi vedrà. Colli beati e placidi, Che il vago...
Page 309 - Parve a mirar, nel volto E ne le membra, Pallade, Quando, l'elmo a sé tolto, Fin sopra il fianco scorrere Si lascia il lungo crin: Se non che, a lei d' intorno, Le volubili Grazie Dannosamente adorno Rendeano ai guardi cupidi L'almo aspetto divin.
Page 300 - Tu sei l' immago, a me si cara vieni, O Sera ? E quando ti corteggian liete Le nubi estive ei zefiri sereni, E quando dal nevoso aere inquiete Tenebre e lunghe all'universo meni, Sempre scendi invocata, e le secreto Vie del mio cor soavemente tieni. Vagar mi fai co...
Page 183 - Il ne va point fouiller aux terres inconnues, A la merci des vents et des ondes chenues, Ce que nature avare a caché de trésors...
Page 186 - Questa villetta si terrebbe da qualche cosa, se un dì la voleste onorare con la presenza vostra ; e se il mio piccioletto ospizio vi potesse raccogliere, che allegrezza sarebbe la mia! Oh che canzonette profumate vorrei che noi andassimo alternativamente recitando a mezza voce sulla riva di questa Metuna ! Sappiate, che per li poeti queste sono arie benedette, e che un miglio lontano da casa mia v'è quel Noncello, sulle rive del quale camminò un tempo il Navagero. Non v' accerto che vi sieno più...
Page 299 - De' miei giovani giorni, io sol rimiro Gloria e piacere, ma lugubri e muti Sono per me che dolorosa ho l'alma.
Page 173 - Però eh' entro al lor petto Penetra nondimen Il trepido sospetto Armato di velen . Qual porteranno invidia A me, che di fior cinto Tra la famiglia rustica...
Page 189 - Né minor vaghezza porta seco poi il percuotere che fa il sole nelle ghiare de' torrenti che discendono da' monti il verno piovoso, perché, illustrate da nuovo e chiaro splendore, le pietre maggiori sembrano rubini orientali, e l'arena, quella di Tago e di l'attolo.
Page 262 - L' un de' bracci nudo e bianco Distendendo in sul guancial: E il bel crine oltra il costume Scorrer libero e negletto, E velarle il giovin petto Che va e viene all'onda egual.