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servisse quasi di centro, e di appoggio comune. Questi centrali principj servirono di denominazione alle scienze, considerandole per le lor differenze reciproche, e meritarono questo nome se non per altro perchè ciascun principio ebbe un carattere proprio, e distinto nascente dalla differenza degli oggetti, che esso abbrac ciava, e che il bisogno o la curiosità avea spinto lo spirito a contemplare.

La umana ragione, che avrebbe dovuto contentarsi di accrescere il numero degli oggetti di ciascuna scienza, e delle analogie, che guidavano a meglio conoscerli, fu vaga di gettar gli

occhi sopra di se medesima, e di mettere a prova le proprie forze ammassando tutte le scienze tra loro, e tentando di trovare in esse un punto trascendentale di vista, che divenisse quasi il loro centro, e il loro principio comune. Questo tentativo, allontanando troppo la scienza dal punto, ond'ella si era partita, la gettò nell'immenso vuoto delle indefinite astrazioni della mente, e il mondo sensibile divenne per essa un punto basso, e fangoso, come i fenomeni suoi indegni le apparvero di ogni esperimentale avvertenza; avvengachè gittatasi essa una volta nel vortice delle idee, non si curò più degli uomini, e delle cose, e parve dire a se stessa come Giove ai destini di Roma:

His ego nec metas rerum nec tempora pono:
Imperium sine fine dedi.

VIRG. Aen. L. 1, v. 282.

L'osservatore imparziale ed attento non può omettere di avvertire come quella filosofia an. do presumendo di poter battere le vie, che in oggetti affatto diversi calcano con sicurezza le matematiche, e di ottenerne i medesimi veri, ed utili risultati. Imperocchè come le matema tiche pure, dopo avere spogliati i corpi delle loro sensibili qualità, ne astraggono le idee di numero, quindi procedono a nuove astrazioni nello stabilire una relazione unica, che risulta dal paragone di molte altre, e progrediscono in seguito à più sublimi astrazioni, esaminando le generali proprietà di quelle relazioni, ed esprimendole in un modo universale per discoprire le lor diverse combinazioni possibili, così quella filosofia s'intitolò della pura ragione, e non contenta delle astrazioni, nelle quali ciascuna scienza consiste, si slanciò verso astrazioni più ardite, e cercò la formula universale onde esprimere la verità delle verità. Che se l'umano linguaggio trova a stento intelligibili termini per indicare i procedimenti di quella filosofia, il suo carattere è viemeglio spiegato allorchè si osserva, che come le matematiche nella loro applicazione alla cognizione delle leggi fisiche

Scienze Ma

tematiche.

dell'universo, hanno potuto misurarne con sicurezza l'azione, così quella filosofia non ha dubitato promettere, che un possibile sistema d'idee avrebbe fornito al corpo dell' uomo il mezzo di divenire immortale.

Le diverse scienze, sebbene ne'lor separatie distinti oggetti straniere a questo assunto, in. clinarono, ciò non pertanto qual più qual meno a infatuarsi de' prestigj di quella filosofia presentuosa, ed aérea, tranne quelle, che dal loro istituto erano obbligate alla paziente osservazione della natura.

Quando il sistema meramente ideologico di una scienza è comandato dalla indole degli oggetti, che ella coltiva, in quantochè le qualità in essi da lei contemplate corrispondono esattamente alla idea, che ne forma lo spirito, come avviene a quelle, che si propongono il paragone delle quantità, cui la mente umana può concepire nella materia indipendentemente da ogni altra sua qualità percettibile dai sensi, il trionfo della pura ragione può appagare l'animo umano, e farlo orgoglioso dell' apodittica verità, che corona le sue ricerche. Ma per per suadersi, che la umana ragione non dee mai ne' suoi calcoli perder di vista l' indole dell'og. getto, a cui ella si applica, basta sovvenirsi

della osservazione da uomini di sommo ingegno già fatta, che l'applicazione dell'Algebra è tanto più ipotetica, e soggetta a ingannare quanto più gli oggetti, ai quali si applica, si allontanano dalla semplicità somma de' suoi, e appar tengono al dominio della osservazione, e della esperienza.

La patria di Galileo, del Viviani, e del Torricelli ha conservata l'alta sua riputazione in Europa nelle matematiche discipline. Le opere del cavalier Pietro Paoli, elevato attualmente al grado di Soprintendente ad ogni ramo di studj in Toscana, non fanno unicamente primeggiare il suo nome fra i più illustri matematici della età nostra, ma danno alla generazione presente un titolo di gloria, che può farle non invidiar quella delle passate, e può nel tempo medesimo servire di nobile incitamento alle future generazioni. Il nome del cavalier Paoli è divenuto istorico negli annali scientifici, e se la compilazione di queste carte fosse caduta fra mani abili a svolgere colla maestria necessaria gli altissimi divisamenti, a cui l'Algebra sublime è giunta per opera di lui, e fossero essi suscettibili di essere compendiati in brevi e lucide formule le più acconce a porli in qualche mo do alla portata della intelligenza di tutti, po. trebbesi scorgere il punto, in cui, quanto ai

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metodi, e quanto alle scoperte, egli trovò læ scienza e quello, a cui le classiche sue opere anche in questi ultimi tempi l'hanno avanzata (1).

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Il consiglier Vittorio Fossombroni alla più squisita perizia nella politica economia, alle eminenti qualità di uomo di Stato, al gusto in ogni genere di letteratura, e al vanto d'essere Pien di filosofia la mente, e il petto, ha saputo aggiungere la originalità dell'ingegno nelle scienze fisico-matematiche. L'applica zione, che il celebre Humboldt fece alle pianure di America circondate dalle Cordilliere, di alcune geologiche considerazioni proposte dal consiglier Fossombroni nelle sue Memorie

(1) Memorie del Cav. Paoli inserite negli Atti della Società Ita. liana posteriormente alla cessazione del Giornale de' Letterati.

T. VIII. (1799) Dell' Integrazione dell' equazioni a differenze parziali finite ed infinitissime.

T. IX. (1802) Nuova Dissertazione di un Teorema importante la Teoria de' Numeri

sopra

- Sul problema degli appoggi .

T. X. (1803) Sull'Equazioni a differenze parziali.

T. XIII. (1807) Sopra il calcolo delle derivazioni.

T. XIV. (1809) Sopra le oscillazioni d'un corpo pendente da un filo estensibile.

T. XVII. (1815) Appendice alla precedente Memoria collo stesso titolo.

Riflessioni sopra l'equazioni primitive che sodisfauno all'equazioni differenziali fra tre o più variabili .

Una sua Memoria sulla Teoria dell'equazioni e sulle serie riconoscenti è inserita nel volume (unico 1795) degli Atti dell' Accad. di Mantova .

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