Parnaso degl' Italiani viventi, Volume 15, Page 2Nuova Tipografia, 1799 |
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affetto Alcon alfin allor alma almo altero amabil amante amica Amor anco Ansani apriche aspide aura beato belle Bice Bicetti brama canto carmi caro caro Nome Cetra ciel ciglio colgan crin crudel diè diletto dolce doni Dori duol Ecco Egle Empio Eumenidi fato felice fianco fiede figlio fiori foco folle fronda funesti furore garzon genti gentile giammai giocondo giorno gloria gran ignote ingegno Insubria invan l'alma labbro Lesbia lieto lode lungo mente merto mira miseri molle mortali Muse nobil nocchier novello novo Nume obblía ognor Oneglia onora Ovid PALLONE AEREOSTATICO Parini pena periglio petto piacer pianto piè pietade plausi plettro Pomona popolo pregio prole pudor rapisce regno REPUBBLICA ELVETICA riede sdegno sembiante serba Silvia ingenua soave spirti splende studj suon superbo tesoro Tetide Tieste torna turba vago vanto veggo versi Vicenza virtù virtude VITTORIO ALFIERI viver volga volto voto
Popular passages
Page 98 - Ed ecco il debil fianco Per anni e per natura Vai nel suolo pur anco Fra il danno strascinando e la paura...
Page 101 - Mia bile, al fin costretta già troppo, dal profondo petto rompendo, getta impetuosa gli argini; e rispondo: « Chi sei tu, che sostenti a me questo vetusto pondo, e l'animo tenti prostrarmi a terra? Umano sei, non giusto. Buon cittadino, al segno dove natura ei primi casi ordinar, lo ingegno guida così, che lui la patria estimi. Quando poi...
Page 102 - Quando poi d'età carco il bisogno lo stringe, chiede opportuno e parco con fronte liberai che l'alma pinge; % e se i duri mortali a lui voltano il tergo, ei si fa, contro ai mali, de la costanza sua scudo ed usbergo. Né si abbassa per duolo, né s'alza per orgoglio >. E ciò dicendo, solo lascio il mio appoggio; e bieco indi mi loglio. Così, grato ai soccorsi, ho il consiglio a dispetto; e, privo di rimorsi, col dubitante pie torno al mio tetto.
Page 163 - E all'urbano clamor s'invola, e vive Ove spande natura influssi blandi O in colli o in rive: E in stuol d'amici numerato e casto, Tra parco e delicato al desco asside; E la splendida turba e il vano fasto, Lieto deride...
Page 31 - De' miseri mortali^, Oh male, oh persuasore Orribile di mali Bisogno , e che non spezza Tua indomita fierezza! Di valli adamantini Cinge i cor la virtude; Ma tu gli urti e rovini , E tutto a te si schiude ; Entri, ei nobili affetti O strozzi, od assoggetti. Oltre corri, e fremente Strappi Ragion dal soglio. E il regno della mente Occupi pien d...
Page 97 - Con la pietosa mano, E di terra mi toglie, E il cappel lordo e il vano Baston dispersi ne la via raccoglie : Te ricca di comune Censo la patria loda ; Te sublime, te immune Cigno da tempo, che il tuo nome roda, Chiama gridando intorno ; E te molesta incita Di poner fine al Giorno Per cui, cercato, a lo stranier ti addita.
Page 24 - Colli beati e placidi che il vago Eupili mio cingete con dolcissimo insensibil pendìo, dal bel rapirmi sento che natura vi diè; ed esule contento a voi rivolgo il piè.
Page 37 - Lasciamo che a quel lido Vada con altri Amor. Volgan le spalle candide , Volgano a me le belle: Ogni piacer con elle Non se ne parte alfin. A Bacco, all' Amicizia Sacro i venturi giorni: Cadano i mirti, e s' orni D' ellera il misto crin. Che fai su questa cetera, Corda, che amor sonasti? Male al tenor contrasti Del nuovo mio piacer. Or di cantar dilettami Tra' miei giocondi amici, Augurii a lor felici Versando dal bicchier.
Page 163 - Che spesso al faticoso ozio de' grandi, E ali' urbano clamor s'invola, e vive Ove spande natura influssi blandi • O in colli, o in rive; E in stuol d'amici numerato e casto , Tra parco e delicato al desco asside ; E la splendida turba e il vano fasto Lieto...
Page 109 - Ma con veloci rote Me, quantunque mal docile, Ratto per le remote Campagne il mio buon Genio Opportuno rapì.