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ARCHIVIO

per lo Studio delle Tradizioni Popolari

AI LETTORI

L'Archivio per lo Studio delle Tradizioni Popolari, dopo un involontario ritardo al compimento del suo XXII volume, entra nel ventesimo terzo. anno di vita; e vi entra lieto del suo passato, fiducioso nel suo avvenire. Dal 1882 ad oggi, con tenacia di propositi, con la piena. coscienza della sua missione e con la cooperazione dei più insigni cultori delle tradizioni volgari, ha preso parte al movimento attivo, vigoroso, della nuova disciplina che i Tedeschi chiamano « Volkskunde », che noi Italiani potremmo chiamare Demopsicologia », e che tutti, più o meno, designiamo col nome di « Folklore ».

Le più gravi questioni di letteratura popolare, gli argomenti più importanti di mitologia comparata, le inchieste più curiose di etnologia tradizionale sono state in esso trattate quando con istudî profondi, quando con raccolte geniali e non mai prima tentate.

Noi possiamo volgerci a guardare serenamente il passato del nostro periodico, e rallegrarci della materia

immensa, multiforme ed insieme omogenea che esso ha potuto raunare a documento irrefutabile di tempi e di popoli che non ebbero storia. La quale affermazione non è vanto ozioso, ma utile rilievo conforme a verità in quanto le storie ci parlano dei grandi avvenimenti politici, civili, religiosi, ma non ci dicono delle genti in mezzo alle quali essi si svolsero come se quelle non avessero avuto vita propria in loro e per loro.

Le tradizioni popolari sono, chi vi sappia ben leggere, reliquie del passato psichico, sociale, religioso dei popoli che le conservano. Con uno studio paziente può in esse scoprirsi dove ricordi, dove avanzi e dove tracce di avvenimenti, di costumi, di credenze. Troppo fin qui furono dimenticati i vantaggi che possono venire alla filosofia sociale, alla letteratura, all'arte, alla scienza in generale da questi elementi rivelatori delle varie civiltà, dei vari popoli e dei varî tempi.

sua.

Con questi intendimenti l'Archivio riprende l'opera

Palermo, 1 Gennaio 1906.

G. PITRÈ.

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