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Necdum orbem medium nox horis acta subibat: Haud segnis strato surgit Palinurus et omnes Explorat ventos atque auribus aëra captat; 515 Sidera cuncta notat tacito labentia coelo, Arcturum pluviasque Hyadas geminosque Triones Armatumque auro circumspicit Oriona.

Postquam cuncta videt coelo constare sereno, Dat clarum e puppi signum; nos castra movemus 520 Tentamusque viam et velorum pandimus alas. Iamque rubescebat stellis aurora fugatis, Quum procul obscuros colles humilemque videmus Italiam. Italiam primus conclamat Achates, Italiam laeto socii clamore salutant.

525 Tum pater Anchises magnum cratera corona Induit implevitque mero, divosque vocavit

513. Strato. Forse alcune pelli, l'una all' altra sovrapposte. Non so con quanta proprietà il C. lo chiami stramazzo. Nè mi piace letto che qui adopera il Leoni. L' Arici ha sorge, senz'altro.

517. Armatumque auro

....

Oriona. Costellazione, figurata dal cacciatore Orione in sembianza di guerriero ornato di spada che si forma di lucentissime stelle.

....

518. Cuncta videt ... constare. Servio interpreta avere il cielo tutta la sua serenità.

519. Clarum signum. L'Heine intende segnale di tromba; ma Servio e molti altri spiegano per face.

Ivi. Castra. Parte dei troiani era attendata o raccolta a riposare sul lido.

522. Humilem A chi la vede di lontano dal mare la terra par sempre bassa molto, o appena si scorge come una linea.

Al suo mezzo la notte ancor non era
Quando il non lento Palinuro sorge
Dal suo giaciglio, e tutti esplora i venti
E nell' orecchio gli aliti ne coglie.
805 Osserva indi ogni stella che girando
Va nel tacito cielo, e le piovose
Iadi e Arturo e i gemini Trioni

Intento mira e d' Orione armato
L'aureo splendor. Poichè degli astri tutti
810 Risplender vide i raggi in ciel sereno,
Un lucente segnal die dalla poppa;

E noi leviamo il campo, ed imprendiamo,
Le alate vele aprendo, altro cammino.
Scomparse eran le stelle, e già vermiglia
815 Sorgea l' Aurora, quando di lontano

Non ben chiari vediam monti, e a gran pena
L'Italia n' apparisce. Italia! grida

Pel primo Acate, e con festanti voci
Da tutti Italia salutar si sente.
820 Allora inghirlandata il padre Anchise,
E di vino ricolma una gran tazza,

523. Italiam . . . . conclamat. Anche più solenne e magnifico è in Tasso, Ger. 3. il giulivo acclamar dei crociati alla vista della città santa:

Ecco apparir Gerusalem si vede,
Ecco additar Gerusalem si scorge;
Ecco da mille voci unitamente
Gerusalemme salutar si sente.

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Stans celsa in puppi:

Di maris et terrae, tempestatumque potentes, Ferte viam vento facilem et spirate secundi. 530 Crebrescunt optatae aurae, portusque patescit Iam propior, templumque apparet in arce Minervae. Vela legunt socii, et proras ad littora torquent. Portus ab Eoo fluctu curvatur in arcum: Obiectae salsa spumant adspergine cautes; 535 Ipse latet, gemino demittunt brachia muro Turriti scopuli, refugitque ab littore templum. Quatuor hic, primum omen, equos in gramine vidi Tondentes campum late, candore nivali.

Et pater Anchises: Bellum, o terra hospita, portas; 540 Bello armantur equi, bellum haec armenta minantur; Sed tamen idem olim curru succedere sueti Quadrupedes, et frena iugo concordia ferre; Spes et pacis, ait. Tum numina sancta precamur Palladis armisonae, quae prima accepit ovantes, 545 Et capita ante aras phrygio velamur amictu, Praeceptisque Heleni, dederat quae maxima, rite

536. Refugit. Effetto naturale ottico. Dall' alto mare il tempio pareva situato quasi sul lido, e guardato più da vicino alla spiaggia esso appariva come sollevarsi al colle.

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Ritto su l'alto della poppa invoca Gl' Iddii: Numi del mare e della terra Che le tempeste dominate, il corso A noi vi piaccia agevolar coi venti. Tosto si rafforzò l' aura bramata, E già ne appar più da vicino un porto, E di Pallade un tempio in su la cima Scorgiam del monte. Qui presti le vele 830 Raccolgono i compagni, e verso il lido Appuntano le prore. È da Oriente

Un sen che d' arco in guisa si ricurva, E di contro ha gran sassi a cui spumosa S'avventa e batte l'onda; e d'ambo i lati 835 Torreggiano ardui scogli al par di muro Che lunghe braccia stende e il porto cela, E lontano dal lido è il tempio in alto. Per primo augurio ivi ne' campi l'erba Vedemmo pascolar quattro destrieri 840 Candidi come neve. E il padre Anchise Disse: 0 terra ospital, forse dobbiamo Guerra aspettarci qui? Serbansi all'uso Della guerra i cavalli, e questo armento È di guerra un indizio. Eppur gli stessi 845 Quadrupedi talvolta avvezzi al carro Sono, e aggiogati e a freno obbedienti Movon del pari: a noi dunque la speme Resta di pace ancor. Quindi preghiamo L'armisonante Pallade che lieti

850 Prima ci accolse, e ci copriam la testa Di frigio velo innanzi all' are, come Eleno ci prescrisse, ed all' argiva

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Iunoni argivae iussos adolemus honores. Haud mora: continuo perfectis ordine votis, 'Cornua velatarum obvertimus antennarum, 550 Graiugenúmque domos suspectaque linquimus arca. Hinc sinus herculei, si vera est fama, Tarenti Cernitur; attollit se diva Lacinia contra, Caulonisque arces et navifragum Scylaceum. Tum procul e fluctu trinacria cernitur Aetna; 555 Et gemitum ingentem pelagi pulsataque saxa Audimus longe fractasque ad littora voces ; Exultantque vada atque aestu miscentur arenae. Et pater Anchises: Nimirum haec illa Charybdis; Hos Helenus scopulos, haec saxa horrenda canebat. 560 Eripite, o socii, pariterque insurgite remis ! Haud minus ac iussi faciunt; primusque rudentem Contorsit laevas proram Palinurus ad undas; Laevam cuncta cohors remis ventisque petivit. Tollimur in coelum curvato gurgite, et idem 565 Subducta ad manes imos desidimus unda;

553. Scylaceum. La città di Scillacium oggidì Squillace che venne fondata dagli Ateniesi.

Ivi. Navifragum. Per gli scogli pericolosi appresso ai quali la città è collocata.

554. Cernitur. Vuol dire che si conosceva dal fumo e dal fuoco.

556. Fractas voces. Il fragor dei marosi somigliante ad ululi o grida che l'eco dei lidi rimanda.

560. Eripite. Alcuni sottintendono nos de periculis. Altri meglio remos.

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