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Teucrorum ex oculis; ponto nox incubat atra; 90 Intonuere poli, et crebris micat ignibus aether, Praesentemque viris intentant omnia mortem. Extemplo Aeneae solvuntur frigore membra; Ingemit, et duplices tendens ad sidera pálmas, Talia voce refert: 0 terque quaterque beati Queis ante ora patrum Troiae sub moenibus altis Contigit oppetere! 0 Danaum fortissime gentis, Tydide, mene ilacis occumbere campis

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Non potuisse tuaque animam hanc effundere dextra, Saevus ubi Aeacidae telo iacet Hector, ubi ingens 100 Sarpedon, ubi tot Simois correpta sub undis Scuta virum galeasque et fortia corpora volvit? Talia iactanti stridens aquilone procella

Velum adversa ferit, fluctusque ad sidera tollit. Franguntur remi; tum proram avertit et undis 105 Dat latus, insequitur cumulo praeruptus aquae mons. Hi summo in fluctu pendent, his unda dehiscens Terram inter fluctus aperit, furit aestus arenis.

Sorti l'un dopo l'altro, a mille a mille
Volgendo se ne gian caduchi e fragili
Con suono e con ruina i liti a frangere

Nota il Borghini che sono qui posti in azione principalmente i quattro venti cardinali Euro, Noto, Africo e Aquilone (nominato più sotto stridens aquilone procella ); ma il C. ne escluse uno cioè l' Africo.

94. Non già che ad Enea dolesse la morte; bensì, in naufragio, gli era troppo increscevole. Epperciò chiama felici coloro che morireno combattendo per la patria. Ma il far dire ad Enea:

E se d' acqua morire era il mio fato,

Perché non dove Xanto, ecc.

è una meschina arguzia ed una trivialità.

Involano ai Troiani, e buia notte.

130 Sul mar si posa. Il tuon da un polo all' altro) Guizza per l'aria accesa; e agli occhi loro Tutto minaccia una presente morte.

Tosto un brivido à Enea le membra invade; Ei le man' giunte sospirando al cielo.

135 Inalza e dice: Oh fortunati voi

Tre volte e quattro, che vi aveste in sorte
Morir sotto i paterni occhi, dinanzi
Alle mura di Troia! O fra le greche
Squadre guerrier fortissimo Tidide,

140 Ch' io non abbia potuto incontrar morte
Ne' campi iliaci, e per tua man quest' alma
Spirar là dove il forte Ettore giacque
Sotto l'asta d'Achille, ove il membruto
Sarpedonte, ove trae tanti nell' onde

145 Il Simoenta seco ed elmi e scudi
E tante salme di gagliardi eroi?
Mentre così dicea, dall' aquilone

Una buffa stridente ecco a rincontro Squarcia la vela, e fa le spumanti onde 150 Alle stelle salir; fiaccansi i remi;

Indi la prua si volge, e a' flutti espone
Il fianco della nave; immenso d'acque
Inseguendo precipitasi un monte.

Pendono questi all' onde in cima; a quelli 155 Spalancatosi il mar lascia tra i flutti Veder la terra; sin dall' imo infuria.

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99. Saevus qui vale prode, magnanimo; ingens, di atletiche forme. Il C. ha: Ettor famoso. e Sarpedonte altero.

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Tres notus abreptas in saxa latentia torquet (Saxa vocant Itali, mediis quae in fluctibus, Aras, Dorsum immane mari summo); tres eurus ab alto In brevia et syrtes urget (miserabile visu!) Illiditque vadis atque aggere cingit arenae. Unam, quae Lycios fidumque vehebat Orontem, Ipsius ante oculos ingens a vertice pontus 115 in puppim ferit: excutitur pronusque magister Volvitur in caput, ast illam ter fluctus ibidem Torquet agens circum et rapidus vorat aequore vortex. Apparent rari nantes in gurgite vasto,

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Arma virúm tabulaeque et troia gaza per undas.
Iam validam Itionei navem, iam fortis Achatae,
Et qua vectus Abas et qua grandaevos Aletes,
Vicit hiems: laxis laterum compagibus umnes
Accipiut inimicum imbrem rimisque fatiscunt.

Interea magno misceri murmure pontum
Emissamque hiemem sensit Neptunus et imis
Stagna refusa vadis, graviter commotus; et alto
Prospiciens, summa placidum caput extulit unda.

114. A vertice. I più lo intendono per desuper. Cosi Georg. 11, 310: Si tempestas a vertice silvis incubuit.

Pontus qui sta invece di fluctus. È un vano giuocar di parole il dire: Venne da borea un' onda, anzi un mar.

127. Commotus placidum. La passione dell' animo non gli turba la divina placidità del volto; proprietà degli Dei e de' mortali fortissimi. Cotale scolpi l'arte greca 1 Apollo di Belvedere; e il grande Conquistatore moderno al pittore che gli domandava come volesse esser dipinto, rispose: Tranquillo su d'un cavallo impennato. ROTA.

Delle arene il bollor. Tre navi spinge
Di lancio il Noto contro sassi ascosi;
Li chiaman Are gl' Itali; nel mezzo

160 Stanno de' flutti e formano a fior d'acqua
Immane dorso. Tre dall' alto mare

Per entro a secche e sirti Euro ne caccia,
Miserabile vista! e le urta in guadi,

E le cinge di un cumulo d' arena.
165 Innanzi agli occhi di lui stesso un ampio
Maroso in sulla poppa a ferir venne
Una che i Lici ed il fedele Oronte
Portava; fuor gittatone il piloto
A capo chino affondasi; ma il flutto
170 Tre volte ivi con impeto la tragge
Intorno rigirando; e violento

Nel mar l'ingoia un vortice. Ben rari
Pel vasto gorgo vedonsi i nuotanti,
Ed arme di guerrieri sopra l' onde
175 E tavole appariscono e pregiati
Di Troia arnesi. Già dalla procella
Rimangon vinte la gagliarda nave
D' Ilioneo, quella del forte Acate,
Quella che Abante in sen trasporta e quella
180 Che il grave d' anni Alete; accolgon tutte,
Lentata la compagine dei fianchi,

L'acqua nemica, e van sconnesse e rotte.
Nettuno intanto avvidesi che il mare
Si sconvolgea con rumor grande, e sopra
485 Vi ruggia la tempesta, e a fondo i seni
Dell' abisso agitavansi; turbollo

Forte uno sdegno, e in su guardando, il capo

Disiectam Aeneae toto videt aequore classem, Fluctibus oppressos Troas coelique ruina; 130 Nec latuere doli fratrem Iunonis et irae. Eurum ad se zephyrumque vocat, dehinc talia fatur: Tantane vos generis tenuit fiducia vestri?

Iam coelum terramque meo sine numine, venti, Miscere et tantas audetis tollere moles? 135 Quos ego....! Sed motos praestat componere fluctus; Post mihi non simili poena commissa luetis. Maturate fugam, regique haec dicite vestro: Non illi imperium pelagi saevumque tridentem, Sed mihi sorte datum. Tenet ille immania saxa, 140 Vestras, Eure domos; illa se iactet in aula Aeolus, et clauso ventorum carcere regnet. Sic ait et dicto citius tumida aequora placat, Collectasque fugat nubes solemque reducit. Cymolhoë simul et Triton annixus acuto 143 Detrudunt naves scopulo; levat ipse tridenti, Et vastas aperit syrtes, et temperat aequor, Atque rotis summas levibus perlabitur undas.

131. Nomina due soli venti per tutta la schiera.

133. Sine meo numine. Senza la mia permissione o senza il mio comando. Senza me ha poca forza e poca dignità.

144. Tritone col pontar della schiena oppure per gagliardia di braccia; e Cimotoe gli prestava mano anch' essa.

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