La Gerusalemme liberataFrommann, 1824 |
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Adrasto albergo Alcandro alcun alfin allor altrui Amor anco appo Argante armata arme Armida audace avea campo Canto decimo Capitan cavalier ch'a ch'è ch'io che'l ciel Circasso Clorinda colpo d'alto degno desio destra destrier dice dolce duce Eneide Etiopi fero feroce ferro fortuna Franchi fugge furor genti Gerus Gerusalemme liberata gira Goffredo gran grida Guelfo guerra guerrier guisa Iliade indi intanto Ismeno l'alma l'altro l'arme l'ira lieto loco lunge medesmo mille mira mortali morte mostri mura nemico notte nuovo occhj omai onor opre Pagan Palestina parla passi pensier percosse periglio petto piaga pianto picciol piè pio Buglion poscia preghi pria primiero pugna puote quì Quinci Quivi ragion regno Rinaldo sangue scudo sdegno se'l seco sembiante Signor sovra spada spirti stuol suon Tacque Tancredi Tasso Torquato Tasso tosto turba usbergo vede vincitor Virgil vittoria volge volto vuò
Popular passages
Page 99 - Volea gridar: Dove, o crudel, me sola Lasci? ma il varco al suon chiuse il dolore Sì, che tornò la flebile parola Più amara indietro a rimbombar sul core.
Page 185 - Penso — risponde — a la città del regno di Giudea antichissima regina, che vinta or cade, e indarno esser sostegno 10 procurai de la fatai ruina, e ch'è poca vendetta al mio disdegno 11 capo tuo che '1 Ciclo or mi destina.
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Page xxiv - Elicona, ma su nel ciclo infra i beati cori hai di stelle immortali aurea corona, tu spira al petto mio celesti ardori, tu rischiara il mio canto, e tu perdona s'intesso fregi al ver, s'adorno in parte d'altri diletti, che de
Page 23 - Pur tragge al fin la spada, e con gran forza percote l'alta pianta. Oh meraviglia! manda fuor sangue la recisa scorza, e fa la terra intorno a sé vermiglia. Tutto si raccapriccia, e pur rinforza il colpo e '1 fin vederne ei si consiglia. Allor, quasi di tomba, uscir ne sente un indistinto gemito dolente, che poi distinto in voci: «Ahi!
Page 244 - Giace il cavallo al suo signore appresso ; Giace il compagno appo il compagno estinto ; Giace il nemico appo il nemico; e spesso Sul morto il vivo, il vincitor sul vinto. Non v...
Page 90 - Poi che lasciar gli avviluppati calli, In lieto aspetto il bel giardin s'aperse : Acque stagnanti, mobili cristalli, Fior varj e varie piante, erbe diverse, Apriche collinette, ombrose valli, Selve e spelonche in una vista offerse; E quel che 'l bello e 'l caro accresce ali' opre, L'arte, che tutto fa, nulla si scopre.
Page 158 - Sopra il turbato ciel, sotto la terra tuona: e fulmina quello, e trema questa; vengono i venti e le procelle in guerra, e gli soffiano al volto aspra tempesta.
Page 191 - Nella visiera, ove accertò la via. Moriva Argante, e tal moria qual visse; Minacciava morendo, e non languia: Superbi, formidabili e feroci Gli ultimi moti fur, l'ultime voci.
Page 347 - Guerra e morte avrai; - disse - io non rifiuto darlati, se la cerchi -, e ferma attende. Non vuoi Tancredi, che pedon veduto ha il suo nemico, usar cavallo, e scende. E impugna l'uno e l'altro il ferro acuto, ed aguzza l'orgoglio e l'ire accende; e vansi a ritrovar non altrimenti che duo tori gelosi e d'ira ardenti.