18. 19. 20, 21. 22. 23. 24. 19. 20. 21. 22. 23. 24. Di vederlo attuffare in questa broda, Ed egli a me: avanti che la proda Dopo ciò poco, vidi quello strazio In sè medesmo si volgea co' denti. Quivi 'I lasciammo, che più non ne narro. E'l buon maestro disse: omai, figliuolo, Ed io: maestro, già le sue meschite LAGO. Virg. Stygios innare lacus. GODA. Contrario a quel de' Prov. (XXIV, 17): Quum ceciderit inimicus tuus, ne gaudeas. LODO. Reprimere l'ira insolente è degno della giustizia del cielo. A Dante la pena è troppo sovente religiosa preghiera. Piange i lascivi e i golosi; gl'iniqui contro il prossimo e contro Dio, come Capaneo, XIV, e Vanni Fucci, XXV, non degna che d'ira. ARGENTI. BOCC.: Un cavaliere chiamato M. Filippo Argenti, uom sdegnoso, iracondo e bizzarro più ch' altri. Post. Caet.: Divitis et fortis, qui equum ferris argenti ferrari fecit. Ottimo: Di grande vita e di grande burbanza, e di molta spesa, e di poca virtute e valore. - BIZZARRO. BOCC.: Bizzarro, spiacevole, ritroso. Ariosto (XVIII, 3): Pien d'ira e bizzarro. M. Filippo era rimaso fieramente turbato, e in sè medesimo si rodea. PERCOSSE. Inf., V: Molto pianto mi percuote. DUOLO. Ar. (XI, 83): Un lungo grido Un alto duol le orecchie gli feria. VOLGEA. Bocc.: APPRESSA. Virg. Jamque propinquabant turres. DITE. Virg.: Alta ostia Ditis... Ditis magni sub moenia tendit. Finora vedemmo i sobborghi dell' Inferno. Ov., Met.: Stygiam... urbem... nigri fera regia Ditis. - GRAVI. Di dolore. Ar. (XXXI, 88): Ruggiero Ch'era ferito e stava ancora grave. MESCHITE. Per moschee (Tasso, II, 6). S’usava anco in prosa. Meschite chiama quelle d'Inferno; come se le moschee fosser cosa diabolica. Virg.: Duri sacraria Ditis. CERNO. È in Armannino. Virg.: Cyclopum educta caminis Moenia conspicio. VERMIGLIE. Virg.: Respicit Aeneas subito et sub rupe sini9 Tomo I. 25. 26. 27. 28. 29. 30. 31. 32. 33. Fossero. Ed ei mi disse: il fuoco eterno Noi pur giugnemmo dentro all' alte fosse Non senza prima far grande aggirata, I' vidi più di mille in su le porte Va per lo regno Pensa, lettor, s'i' mi disconfortai O caro duca mio, che più di sette 26. 28. 30. 33. stra Moenia lata videt triplici circumdata muro, Quae rapidus flammis ambit torrentibus amnis Tartareus Phlegethon. Por GIUGNEMMO. Virg.: Tandem trans fluvium incolumes vatemque virumque Informi limo glaucaque exponit in ulva. — FERRO. Virg.: Ferrea turris ta adversa, ingens, solidoque adamante columnae. - FOSSE. Gentile sconcordanza. Novellino, XXI: Una gragnuola che parea cappelli d'acciaio. DA. Trecentista ined.: Questo che da cielo v' è mandato. PIOVUTI. Borghini: Gli angeli i quali, piovendo in terra, si trasmutano in diavoli. REGNO. Virg. Inania regna. SETTE. Nella selva dalle fiere; poi quando sciolse i suoi dubbi; poi quando lo prese per mano all'entrar della porta; poi quando rispose alle grida di Caronte, di Minós, di Pluto, di Flegiás ; e quando gli rese ragione dell'improvviso pallore all' entrare nel Limbo. Son più di sette. Ma forse qui sette sta per nu 34. 35. 36. 37. 38. 39. 40. 41. Non mi lasciar, diss' io, così disfatto. E quel signor che lì m' avea menato, Così sen va, e quivi m' abbandona Udir non pote' quello ch' a lor porse: Gli occhi alla terra, e le ciglia avea rase E a me disse: tu, perch' io m' adiri, mero indeterminato, come ne' Prov. (XXIV, 16): Septies ... cadet justus et resurget. E nel Vangelo: Non solum septies, sed et septuagies septies. 34. DISFATTO. Nella V. Nuova e' si dice disfatto da amore. NEGATO. Virg.: Fortuna negarat ... reditus. - ORME. Virg.: Relegens TAL. Petr.... Ma miracol non è: da tal si vuole. CIBA. Virg. Spes pascis inanes. 35. 36. 37. 38. 40. 41. 42. (s. 193): In speranze buone. Littora. BUONA. Sap. (XII, 19): Bonae spei. Petr. Si. Petr.: Ne si ne no nel cor mi suona intero. PORSE. Anche oggidì d'un oratore diciamo che porge con grazia ; e non applica solo al gesto. RASE. Contrario di aggrottate. Esprime e dipinge. Nelle Rime (1. IV, c. 2): Mi spoglia d'ogni baldanza. Virg. : Frons laeta parum et dejecto lumina vultu. DICEA. Tasso: E co' pensieri suoi parla, e sospira. PRUOVA. Bocc.: Il mulo passò avanti; perchè 'l mulattiere vinse la prova. 43. 43. 44. Sovr' essa vedestù la scritta morta. Tal, che per lui ne fia la terra aperta. reos confregit. Quindi è che il poeta potè passar libero. La Chiesa nel sabato santo: Hodie portas mortis, et seras pariter Salvator noster disrupit. SCRITTA. Per me si va ... MORTA. Purg., I: La morta poesia ... quella che dipinse l'Inferno. ERTA. Il pendio de'quattro cerchi che sempre vanno scendendo. Inf., VI: Venimmo al punto dove si digrada. CANTO IX. 69 ARGOMENTO. Dante minacciato dalle Furie: Virgilio lo salva: un inviato del cie lo apre loro le porte di Dite. Entrano e veggono tombe infocate da fiamme sparse tra l'una e l'altra, dove penano gli eresiarchi e gl' increduli. Stige è chiamato in Virg. amnis severus Eumenidum: però Dante le colloca in prospetto del fiume. Le Furie, il venire del messo, le tombe, ogni cosa poetico. Nell'Angelo è imitato un po' Stazio là dove Mercurio scende a evocare l'ombra di Laio. Si notino le terzine 1, 2, 5, 13, 14, 17, 20, 22; la 24 alla 30; 32, 34, 37, 38, 40, 41, 44. 3. 5. 2. 3. 4. 5. Quel uel color che viltà di fuor mi pinse Attento si fermò, com' uom ch' ascolta, Pure a noi converrà vincer la punga, Lo cominciar con l'altro che poi venne, Ma nondimen paura il suo dir dienne, Forse a piggior sentenzia ch' e' non tenne. PUNGA. Per pugna, come spengere per spegnere: deve essere stato nell' uso. - SE NON. Se non sono stato ingannato... Ma non è tale quella che ci si offerse ad aiuto, cioè Beatrice. Tali sospensioni non sono frequenti in Dante, pur ve n' ha (Inf., XXIII e Purg., XXVII). TENNE. Tenere un senso, nell'interpretazione d'un testo, è frase scolastica. |