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49.

50.

Disse 'l maestro, che 'l tuo non è stato:
Però d'ogni tristizia ti disgrava.

1

E fa ragion ch'i' ti sia sempre allato,
Se più avvien che fortuna t' accoglia
Dove sien genti in simigliante piato.

Che voler ciò udire è bassa voglia.

50.

BASSA. Prov. (XX, 3): Honor est homini, qui separat se a contentionibus : omnes autem stulti miscentur contumeliis.

CANTO XXXI.

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ARGOMENTO.

Giungono al nono ed ultimo cerchio. Sino al quinto è punita l'incontinenza; nel sesto e nel settimo la malizia; la bestialità nell'ottavo e nel nono. Da lascivi agl'iracondi, gl' incontinenti ; i maliziosi, dagli eretici agli usurai; in Malebolge, i bestiali, quelli cioè che il vizio trassero a tale eccesso da indurre l' umana natura a stato incivile e ferino. La bestialità porta quasi sempre la frode, cioè il tristo uso della ragione e dell'arte: ond'è che in Malebolge e nel pozzo penano i frodolenti: in Malebolge la frode contro chi non si fida; nel pozzo i tradimenti, che rompono il vincolo e di natura e di fede. E perchè nelle più gravi reità più profondo è l'orgoglio, però stanno a guardia del pozzo i giganti.

Nota le terzine 3 alla 7; la 11 alla 14; la 16, 20, 21, 22, 25; la 27 alla 30; la 32, 36, 44, 46, 47, 48.

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Un

na medesma lingua pria mi morse
Sì che mi tinse l'una e l'altra guancia;
E poi la medicina mi riporse.

Così od' io che soleva la lancia
D' Achille e del suo padre esser cagione
Prima di trista, e poi di buona mancia.
Noi demmo 'l dosso al misero vallone
Su per la ripa che 'l cinge d' intorno,
Attraversando senza alcun sermone.

Quivi era men che notte e men che giorno,
Sì che 'l viso m' andava innanzi poco.

MORSE. Lingua che morde non è traslato imitabile. Hor.: Mordear opprobriis falsis, mutemque colores? Petr.: Mi sani il cor colei che 'l morse.

LANCIA. OV. Vulnus in Herculeo quae quondam fecerat hoste, Vulneris auxilium Pelias hasta tulit. — MANCIA. Valeva dono in genere. Ovid.: Opusque meae bis sensit Telephus hastae.

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DEMMO. Virg. Terga ... dare. RIPA. Passano l'ultim'argine della decima bolgia, e traversano lo spazio tra la bolgia ed il pozzo.

Tomo I.

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Ma io senti' sonare un alto corno

Tanto ch' avrebbe ogni tuon fatto fioco,
Che, contra sè la sua via seguitando,
Dirizzò gli occhi miei tutti ad un loco.
Dopo la dolorosa rotta, quando
Carlo Magno perdè la santa gesta,
Non sonò sì terribilmente Orlando.

Poco portai in là alta la testa,
Che mi parve veder molte alte torri;
Ond' io: maestro, di' che terra è questa?
Ed egli a me: però che tu trascorri
Per le tenebre troppo dalla lungi,

CORNO. Nembrotte, come cacciatore (Genes., X), ha 'l corno, il cui suono guida fra le tenebre i due P. E l'ha forse per annunziare a Lucifero i nuovi dannati, come le due fiammette di Dite (Inf., VIII).

SE

5. SE. Riguardo il corno, seguitando s'unisce al miei. Modo contorto. GUITANDO. Seguitavano ad andare all'incontro di quella parte onde il suono veniva a noi.

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ROTTA. Di Roncisvalle, quando Carlo volle cacciare i Mori di Spagna. Orlando era nel retroguardo dell'oste di Carlo che tornava di Spagna il saracino Marsilio, intesosi con Gano traditore, li assalse. Orlando suonò il corno per chiedere aiuto e fu sentito otto leghe lontano. Carlo voleva tornare: Gano lo dissuase. Orlando suonò tanto, dice la cronaca, ch'e' ne scoppiò. Trentamila Cristiani perirono. GESTA. Petr. (Tr. Fam.): Il buon duce Goffrido Che fe l'impresa santa.

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TORRI. Prov. (IX, 18): Ignoravit quod ibi sint gigantes, et in profundis inferni convivae ejus. Ne parla la Gen. : Quid aliud, dice Tullio citato da Pietro di Dante; quid aliud est gigantum modo bellare cum Diis, quam naturae repugnare? L'Ott.: Questi giganti hanno a significare quelle persone le quali, per propria industria, potenzia e seguito, vogliono nel mondo operare oltre il termine umano... Li poeti ... mettonli combattitori con li Dei; il quale detto ha a significare, che cotali abiti sono contro a Dio, non solo in disordinare loro medesimi, ma eziandio in mettere disordine tra le creature. Con ciò forse il P. intendeva che principio de'tradimenti morali e politici è lo smisurato orgoglio e l'irreligioso guelfismo di certi uomini del suo tempo. Nella Volg. Eloq. là dove parla della confusione delle lingue e'nomina i giganti come ribelli al celeste impero. Filippo il Bello nel Purgatorio, ben nota il Rossetti, è figurato in un drudo gigante. Lucifero è nel centro della terra, madre de' giganti, che stannogli intorno come angeli innanzi a Dio. Ben sono collocati costoro fra i traditori e i frodolenti; tanto più che Virg. Hic genus antiquum terrae, Titania pubes, Fulmine dejecti, fundo volvuntur in imo. Narra il d'Herbelot, che i giganti, posti intorno a un gran fosso, forniscono agli Arabi ricca materia di favole. In certi paesi d'Inghilterra s'imagina che l'anima di chi non sia stato primo, di due che son morti, condotto al cimitero, rimanga ad attingere l'acqua da un gran pozzo pel gigante Asdrim, sintanto che nuov'anima condannata al medesimo lavoro non venga.

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II.

I 2.

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Avvien che poi nel maginare aborri.

Tu vedra ben, se tu là ti congiungi,
Quanto 'l senso s' inganna di lontano:
Però alquanto più te stesso pungi.

Poi caramente mi prese per mano
E disse: pria che no' siam più avanti,
Acciò che 'l fatto men ti paia strano,

Sappi che non son torri ma giganti:
E son nel pozzo intorno dalla ripa,
Dall' umbilico in giuso, tutti quanti.

Come quando la nebbia si dissipa,
Lo sguardo a poco a poco raffigura
Ciò che celal vapor che l'aere stipa;
Così forando l'aer grossa e scura,
Più e più appressando inver la sponda,
Fuggémi errore, e giugnémi paura.

Perocchè, come in su la cerchia tonda
Montereggion di torri si corona;
Così la proda che 'l pozzo circonda,
Torreggiavan di mezza la persona
Gli orribili giganti cui minaccia
Giove del cielo ancora quando tuona.
Ed io scorgeva già d'alcun la faccia,

ABORRI. Erri dal vero (Inf., XXV, 48). Lat.: A vero abhorrere.

CONGIUNGI. Disgiunto per allontanato usa nel Conv.: Lo viso disgiunto nul

la vide.

CARAMENTE. Per rincorarlo e togliergli l'amarezza del rimprovero fatto. Simile nel III del Purgatorio.

Pozzó. Apocal.: Puteum abyssi.

STIPA. Virg.: In nubem cogitur aer.

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FORANDO. Coll' acume del vedere. Purg., X: Disviticchia Col viso. FUGGÉMI. Virg.: Fugit... dolor. — Giugnémi. V. Nuova: Mi giunse un sì forte smarrimento.

GIGANTI (Inf., XIV).

MONTEREGGION. Castello sanese, che nel circuito delle sue mura ha quasi ad ogni cinquanta braccia una torre, non avendone in mezzo per lo castello alcuna (Anon.). — CORONA. Virg., de soldati: Rara muros cinxere corona. TORREGGIAVAN. Tasso: Tra' merli il minaccioso Argante Torreggia, e discoperto è di lontano. GIOVE. Intende il vero Dio; come nel VI del Purg. il sommo Giove è Gesù. Bocc.: Giove che ancor li spaventa tonando, A memoria del fulmine che in Flegra Li colse (Inf., XIV). Is. (XIV, 9): Infernus subter conturbatus est in occursum adventus tui, suscitavit tibi gigantes.

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Le spalle, e 'l petto, e del ventre gran parte,
E per le coste giù ambo le braccia.

Natura certo, quando lasciò l'arte
Di sì fatti animali, assai fe bene,
Per tor cotali esecutori a Marte.

E s'ella d' elefanti e di balene
Non si pentè, chi guarda sottilmente,
Più giusta e più discreta la ne tiene:

Che dove l'argomento della mente
S'aggiunge al mal volere e alla possa,
Nessun riparo vi può far la gente.

La faccia sua mi parea lunga e grossa,
Come la pina di san Pietro a Roma:
E a sua proporzione eran l' altr' ossa.
Sì che la ripa, ch' era perizoma
Dal mezzo in giù ne mostrava ben tanto
Di sopra, che di giungere alla chioma

Tre Frison s' averian dato mal vanto;
Perocch' i' ne vedea trenta gran palmi
Dal luogo in giù, dov' uom s'affibbia 'l manto.
Rafel mai amech zabì almi,
Cominciò a gridar la fiera bocca
Cui non si convenien più dolci salmi.

E'l duca mio ver lui: anima sciocca,
Tienti col corno e con quel ti disfoga
Quand' ira o altra passion ti tocca.

Cercati al collo, e troverai la soga
Che 'l tien legato, o anima confusa:

GIU. Eran legati.

ANIMALI. Così chiama anche l'uomo (Inf., V).

Dove. Arist. (Polit., I): Sicut homo, si sit perfectus virtute, est optimus animalium, sic si sit separatus a lege et justitia, est pessimus omnium, quum habeat arma rationis (l'argomento della mente).

20. PINA. Di bronzo: era un tempo sulla mole Adriana; oggi nella scala dell'apside di Bramante.

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PERIZOMA. Cintura. Voce greca usata nella Gen., III. Sovrastanno come torri, ma tengono i piedi nel ghiaccio di Cocito.

FRISON. Gli uomini di Frisia sogliono essere altissimi.

SALMI. Altre volte note, metro, rima.

RAFEL. Parole senza senso: lo dirà Virgilio; e lo nota l'Anon.: onde è vano spiegarle come siriache od arabiche. TOCCA. Lucr.: Tangitur ira.

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