Page images
PDF
EPUB

35.

35.

36.

37.

Questi non ciberà terra nè peltro,

Ma sapienza e amore e virtute:
E sua nazion sarà tra Feltro e Feltro.
Di quell' umile Italia fia salute
Per cui morio la vergine Cammilla,
Eurialo, Turno, e Niso, di ferute.

Questi la caccerà per ogni villa,
Fin che l'avrà rimessa nello 'nferno
Là onde 'nvidia prima dipartilla.

TERRA. Par., XVII. In non curar d'argento nè d'affanni. Peltro qui, come argento, sta per ogni metallo o ricchezza; terra per ogni podere. E forse s'accenna all'astuto serpente nemico dell'uomo, che si ciba di terra secondo la Genesi, cioè di vili beni. Petr : Che vi fa ir superbi, oro e terreno. - MA. Salus, amor, virtus, sono i tre fini della poesia secondo l'Allighieri; e poesia, politica, religione, erano nella sua mente una cosa. - AMORE. Lo Scaligero in lusso e in delicatezze profuse molt' oro: e tanto sentì l'amore che per esso commise un delitto. Ma qui parla d'amore più alto. — VIRTUTE. Par., XVII : Parran faville della sua virtute.-FELTRO. Per Feltre città del Friuli è nel IX del Par. L'altro è Montefeltro in Romagna: in questo spazio erano i Ghibellini più ardenti. Pietro di Dante e molti altri comentatori descrivono così larghi confini alla nazione del Veltro; e nessuno riconosce ne' due Feltri san Leo e Macerata, come il sig. Troya desidera. Si noti inoltre che Alessandro Novello vescovo di Feltre e principe, contro i Ghibellini tenne da Padova; e un altro vescovo di Feltre i Ferraresi nella sua città rifuggiti, que' Fontana congiunti di Dante, concesse alla vendetta d'un crudele nemico. Questo nome di Feltro gli rinnovellava molte crudeli memorie. Nazione può intendersi e per luogo di nascita, e per nazione ghibellinamente costituita. Io prescelgo il secondo: perchè Canc fu capo della lega ghibellina: nè d'uomo già nato nel 1300, si direbbe che la sua nascita sarà in tale o tal luogo. Questa maniera di segnare geograficamente larghi confini ad uno spazio di terreno, non dispiace al P. Così si disegna nel Par., IX, il colle dove nacque Eccelino; e nel X, la città dove nacque Folchetto. 36. UMILE. Virg. Humilemque videmus Italiam. La parte d'Italia a cui Dante accenna, è.quasi tutta in pianura; quella dov'Enca combattè, dove le gare pontificie ardevano per umiliarla. - VERGINE. Titolo che le dà sovente Virgilio: 0 decus Italiae, virgo. EURIALO. Aen., X. TURNO. Aen., XII. FERUTE. Virg. Pulcramque petunt per vulnera mortem Ob patriam pugnando vulnera passi.

37.

CACCERA'. Qui intende quella che Dante chiamava (Vulg. El.) armorum probitas. Nel Par., XVI, dice che Cane fu impresso nascendo del forte pianeta di Marte, sì che notabili saranno le opere sue. Cane doveva cacciare la lupa e battendo gli avari tiranni, e vincendo l'avarizia co’nobili esempi. Par., XVII: Le sue magnificenze conosciute Saranno ancora, sì che i suoi nimici Non ne potran tener le lingue mute Per lui fia trasmutata molta gente, Cambiando condizion ricchi e mendici. Della liberalità di Cane tocca il Boccaccio. 'NVIDIA. Sap. (II, 24): Invidia... diaboli mors intravit in orbem terrarum. Questa terzina dà per certa, cosa che nel Purgatorio è desiderata incertamente siccome lontana: Quando verrà per cui questa disceda? Notate il medesimo modo: Il Vel

...

38.

39.

40.

41.

42.

43.

44.

45.

Ond' io per lo tuo me' penso e discerno
Che tu mi segui: ed io sarò tua guida,
E trarrotti di qui per luogo eterno;
Ov' udirai le disperate strida,
Vedrai gli antichi spiriti dolenti,
Che la seconda morte ciascun grida.

E po' vedrai color che son contenti
Nel fuoco, perchè speran di venire,
Quando che sia, alle beate genti.

Alle qua' poi se tu vorrai salire,
Anima fia a ciò di me più degna:
Con lei ti lascerò nel mio partire.

Che quello Imperador che lassù regna,
Perch'i' fui ribellante alla sua legge,
Non vuol che 'n sua città per me si vegna.
In tutte parti impera, e quivi regge;
Quivi è la sua cittade, e l'alto seggio.
O felice colui cu' ivi elegge!

Ed io a lui: poeta, i' ti richieggio
Per quello Iddio che tu non conoscesti,
Acciocch' ' fugga questo male e peggio,
Che tu mi meni là dov' or dicesti,

38.

39.

40.

42.

43.

tro verrà. Un anonimo antico della Riccard. di Firenze (cod. 1037 e Magliab. cl. I, cod. 47, 49) commenta così: Havvi chi tiene che sarà uno imperatore il quale verrà ad abitare a Roma: e per costui saranno cacciati i ma'pastori di s. Chiesa, in cui ho posto che regna tutta avarizia... e che per questo Italia se ne rifarà.

ETERNO. Il timor della pena, il dolore dell'espiazione, la speranza del premio, son le tre scale per ritornare a virtù. Ecco la chiave dell'Inferno, del Purgatorio e del Paradiso.

ANTICHI. Non vedrà solo gli antichi; ma col desiderio de' più onorevoli e più onorati da Dante, Virgilio lo invoglia. - SECONDA. Così chiama s. Agostino l'Inferno. Apoc. (IX, 6): Desiderabunt mori, et fugiet mors ab eis.

BEATE. PS.: Beata gens, cujus est Dominus Deus ejus: populus quem elegit in haereditatem sibi ... Beati qui habitant in domo tua, Domine.

IMPERADOR. V. S. Padri e Dino: Lo imperatore del cielo. Ma qui non s'usa senza intenzione politica. PER. Ottimo: Alla terza non si va per naturale ragione, ma per fede cattolica e cognizione di Dio.

IMPERA. L'impero si stende più del regno: il reggere è più dolce. Psalm.: Dominus regit me: nihil mihi deerit. SEGGIO. Psalm.: Dominus in coelo sedes ejus. Boet.: Hic sceptrum Dominus tenet, orbisque habenas temperat.

45.

46.

46.

Sì ch'i' vegga la porta di san Pietro,
E color che tu fai cotanto mesti.

Allor si mosse; ed io gli tenni dietro.

PORTA. Del Purgatorio, alla quale siede un angelo con le chiavi di Pietro (Purg., IX). La nomina prima dell' Inferno, come idea molto più consolante. Il Rossetti, rammentando che le case di Dante erano a porta a s. Pietro, vuole che qui a Firenze s'accenni.

DIETRO. Virgilio, il più spirituale de' poeti profani, quello che più lo ispirava di religione e d'amore e di soave mestizia, è da lui tolto a guida.

Tomo I.

3

CANTO II.

ARGOMENTO.

Teme non sia troppo ardito il viaggio: Virgilio gli racconta da chi fu mandato. Scese a lui Beatrice, l'amata di Dante, morta da quasi dieci anni, è lo pregò di soccorrere l'amico suo.

La ragione conduce l'uomo fino al pensiero della necessità della pena, l' Inferno; e della espiazione, il Purgatorio: ma una guida divina gli bisogna per elevarlo alla speranza del premio, il Paradiso.

In questo canto che pare sì semplice è più poesia che nel primo.

Nota le terzine 1 alla 4; 7, 8, 10, 11, 14, 15, 16; 18 alla 21; 23 alla 26; 33 alla 37; 39, 42, 43, 47.

1.

2.

1.

2.

3.

4.

Lo

o giorno se n' andava, e l'aer bruno
Toglieva gli animai che sono 'n terra
Dalle fatiche loro: ed io sol uno

M'apparecchiava a sostener la guerra
Si del cammino e sì della pietate,
Che ritrarrà la mente che non erra.

O Muse, o alto ingegno, or m'aiutate.
O mente che scrivesti ciò ch' i' vidi,
Qui si parrà la tua nobilitate.

Io cominciai: poeta, che mi guidi,
Guarda la mia virtù s'ell' è possente,
Prima ch' all' alto passo tu mi fidi.

ANIMAI. Virgil.: Nox erat et terris animalia somnus habebat... Nox erat et placidum carpebant fessa soporem Corpora per terras... Nox erat et terras animalia fessa per omnes ... Sopor altus habebat. Tra le noie della selva e i discorsi con Virgilio era passato quel giorno. UNO. Albertano: Quello che dispiace a te uno.

M'APPARECCHIAVA. Virgil.: Paras Stygiam innare paludem.

3. MUSE. Virgilius: Sit mihi fas audita loqui sit numine vestro Pandere. INGEGNO. L'ingegno è la forza meditante, la mente è la memoria imaginante. Inf., III: La mente di sudore ancor mi bagna.

4.

FIDI. Virgil. Ausus se credere coelo. Eccl. (XXXII, 25): Ne credas te viae laboriosae.

5.

6.

7.

8.

9.

5.

6.

7.

8.

9.

10.

Tu dici che di Silvio lo parente,
Corruttibile ancora, ad immortale
Secolo andò, e fu sensibilmente.

Però se l'avversario d'ogni male
Cortese fu, pensando l'alto effetto,
Ch' uscir dovea di lui, e 'l chi e 'l quale,
Non pare indegno ad uomo d'intelletto,
Ch' ei fu dell' alma Roma e di suo 'mpero,
Nell' empireo ciel per padre eletto.

La quale e 'l quale, a voler dir lo vero,
Fur stabiliti per lo loco santo

U' siede il successor del maggior Piero.

Per questa andata onde gli dai tu vanto,
Intese cose che furon cagione

Di sua vittoria, e del papale ammanto.
Andovvi poi lo vas d'elezione

Per recarne conforto a quella fede,
Ch'è principio alla via di salvazione.

SILVIO. Virgil.: Silvius, Albanum nomen, tua postuma proles ;.. Et qui te nomine reddet, Silvius Aeneas. -CORRUTTIBILE. Monarchia, pag. 81: Homo, si consideretur secundum utramque partem essentialem, corruptibilis est. SECOLO. V. Nuova: Partita di questo secolo. Virgil. (G. 1): Impia saecula. AVVERSARIO. Monarchia, II: Romanus populus cunctis atletizantibus pro imperio mundi praevaluit: ergo de divino judicio praevaluit.· CORTESE. Dante chiama Dio nella V. N. sire della cortesia. QUALE. S. Leone (Serm. I, De Ap.): Disposito divinitus operi maxime congruebat ut multa regna uno confoederarentur imperio, et cito pervios haberet populos praedicatio generalis, quos unius teneret regimen civitatis. Di che largamente nel Conv.

[ocr errors]
[ocr errors]

INDEGNO. Virgil.: Nec fuit indignum superis, bis sanguine nostro Aemathiam... pinguescere ... · 'MPERO. Egli è scritto : nascerà il troiano Cesare della bella schiatta, il quale terminerà lo imperio coll'oceano, e la fama colle stelle. Così scrive ad Arrigo.—PADRE. Virg.: Pater Aeneas, romanae stirpis origo... Pater urbis et auctor.

PIERO. G. Cristo dicendo: Tu es Petrus, et super hanc petram aedificabo ecclesiam meam, volse la parola a tutti i successori di lui. In questo senso ogni pontefice è un Piero, e l' apostolo il maggior Piero. Il Bocc. interpreta: Piero il maggiore, a differenza di molti santi uomini nominati Pietri.

VANTO. Virgil., VI: Pauci, quos aequus amavit Juppiter, aut ardens evexit ad aethera virtus, Dis geniti, potuere. CAGIONE. Non già che le cose udite

da Enea intorno all'impero di Cesare (Aen., VI) fossero causa della sua vittoria e della dignità pontificia; ma la dignità pontificia era l'ultimo fine delle cose da Enea allora udite, che lo inanimarono a vincere i Rutuli. V. il libro De Monarchia.

[blocks in formation]
« PreviousContinue »