Page images
PDF
EPUB

porre sotto degli occhi dei leggitori cortesi l'analisi la più esatta che sarà possibile della Divina Commedia, unico mezzo, a mio credere, pel quale arriverà chicchesia a chiaramente comprendere quanto di profondo, di grande e di oscuro vi si contiene. Per ottenere per altro vie più l'intento, è quì necessario di premettere alcune riflessioni sul piano generale e sull' invenzione di questo poema.

CAPO IV.

RIFLESSIONI SUL PIANO GENERALE E SULL' INVEN ZIONE DI QUESTO POEMA.

L'INVENZIONE, scrive saviamente il sig. sav. Ginguené, è la prima delle poetiche qualità. Il primo posto frai poeti si accorda soltanto agl' inventori. Ma, convenendo di tal verità, siamo poi sempre ben sicuri d'intenderci ? La poesia è stata coltivata in tutte le lingue. Tutte anno avuto de' sommi poeti ; quali or sono fra essi i veri inventori? Quali son quelli ch' anno creato macchine nuove poetiche, messo in moto nuovi compensi, aperto all' immaginazione un nuovo campo, e battuto nuovi sentieri? Alla testa degli antichi, si presenta Omero pel primo, e va tanto innanzi a tutti gli altri, che si può anche dire che presentisi solo. Nell'antichità Greca ebbe egli degl' imitatori, non già de' rivali. Non ne ebbe punto nell' antichità Latina, all' eccezione d'un sol poeta, che prese in prestito in sostanza da lui gli agenti superiori della sua favola e gli espedienti del suo maraviglioso. La poesia, fino alla totale estinzion delle lettere, si pascolò delle mitologiche invenzioni d'Omero, e quasi nulla v' aggiunse. Al risorgere degli studj, essa cinguettò qualche tempo, non

osando in niun modo d' inventare alcuna cosa, poichè non aveva una lingua per esprimere le sue invenzioni. Comparve Dante alla fine; egli comparve ventidue secoli dopo Omero, volendosi comunemente che questi vivesse circa 900 anni innanzi a Gesù-Cristo ; ed il primo, dopo questo creatore della poesia antica, cred egli una macchina nuova poetica, una nuova poesia. Non dee farsi senza dubbio verun confronto frall' Iliade e la Divina Commedia ; ma precisamente perchè non vi è alcuna relazione frai due poemi, ve ne è una grande frai due poeti, quella cioè dell' invenzione poetica e del genio creatore. Un parallello fra essi sarebbe un soggetto d' un' opera, che non vuolsi quì fare. Io mi ristringerò ad osservarli come inventori, o piuttosto a considerare di quali elementi si formarono le loro invenzioni.

Di gran lunga avanti Omero furono già personificati e deificati le figure ed i simboli che s' immaginarono per esprimere i fenomeni del cielo e della natura. Inintelligibili poscia nel senso lor primitivo, cessarono d' essere l'oggetto d' uno studio, per addivenire l'oggetto d'un culto. Ingombravan di già l' Olimpo, ricoprivan la terra, presedevano agli elementi ed alle stagioni, ai fiumi ed alle foreste, alle messi, ai fiori ed alle frutta. Uomini, d'un genio superiore a que' tempi grossolani e barbari, s'erano impadroniti di siffatte popolari credenze, per colpire l'immaginazione degli uomini ed infiammarli all'acquisto della virtù. Orfeo, Lino, Muséo, cantarono

questî Iddii, e furono quasi divinizzati essi stessi per la bellezza de' loro canti. Avevano altri narrato ne' versi loro le gesta de' primi eroi. La materia poetica sussisteva; nè mancava egli più che un gran poeta, il quale riunendo gli sparsi elementi, e la cui mente vasta e possente, combinando i fatti degli eroi con quelli degli esseri sovrannaturali, abbracciando insieme l'Olimpo e la terra, sapesse dirigere verso un unico scopo tanti diversi agenti, e farli tutti concorrere ad un' azione, interessante per un sol paese pel suo particolare oggetto, e per tutti mediante la pittura de' sentimenti e delle passioni: questo poeta fu Omero. Io non so se creder si debbe con alcuni critici filosofi, che avesse egli voluto rappresentare nelle sue due favole tutta intiera la vita umana; nell' Iliade gli affari pubblici e la vita politica; nell' Odissea gli affari dimestici e la vita privata; nel primo poema la vita attiva, e la contemplativa nel secondo ; nell' uno l'arte della guerra e del governare ; nell' altro i caratteri del padre, della madre, del figlio, del servitore, e tutte le cure della famiglia; breve, se conviene ammettere, che in queste due generali azioni, ed in ciascuna delle azioni particolari che vi concorsero, Omero si propose di dare agli uomini lezioni di morale, e di presentar lor degli esempj a seguirsi ed a schivarsi. Quello che è certo si è, che l' intiera Iliade ha un tale carattere politico e guerriero; l'Odissea ha un tale interesse tratto dalle affezioni dimestiche: E' certo altresì che gl' insegnamenti della filosofia diffondonsi in alcun modo da tutte le parti di queste due grandi

opere. In ultimo è egli evidente che Omero, sia pel disegno formato, sia per l'istinto soltanto del suo genio, riunì ne' suoi poemi le credenze del secolo, i celebri fatti che interessavano la sua nazione e che fissato avevano l'attenzione degli uomini, e le opinioni filosofiche, frutti delle meditazioni degli antichi saggi.

Questo è ciò che ha fatto anche Dante; ma con quale diversità di tempi, di pubblici eventi, di credenza, di massime morali! Una barbarie più feroce di quella de' primi secoli della Grecia avea ricoperta l' Europa. Non vi erano stati affatto, fra essa e il poeta, dei secoli eroici che lasciato avessero grandi rimembranze, onde poter fornire alla poesia e pitture di costumi interessanti, e racconti d'imprese, e fatiche assunte per la felicità degli uomini, ovvero esimie azioni di amore e di virtù. Le querele tra il Sacerdozio e l'Impero, i Ghibellini ęd i Guelfi, į Bianchi ed i Neri, occupavano unicamente in Italia gli spiriti, contenendo quel tanto che riguardava ogni interesse, disponeva delle fortune e quasi dell' esistenza di tutti.. Dante, più d'ogni altro, compromesso personalmente in queste turbolenze, addivenuto Ghibellino passionato, nell' addivenir vittima d'una fazione formata nel partito de' Guelfi, non poteva, quando ideò ed in ispecie quando eseguì il piano del suo poema, vedere altri fatti da inserirvi per entro che quelli di tali querele e di tali guerre.

Varie credenze astratte, e poco acconce a colpire

« PreviousContinue »