Page images
PDF
EPUB
[graphic][subsumed][subsumed][merged small][merged small][merged small][ocr errors][merged small][merged small][merged small][graphic]

scuola sulmonese del secolo XIV. Le migliori figure son quelle dei lobi. Il nodo doveva essere molto grazioso con la forma di tempietto e i medaglioni smaltati; ma scomparsi i medaglioni, come nei tre bracci della croce, perdette molto del primo pregio.

Alla lunga serie possiamo aggiungere, come chiusa, il ricordo del Crocifisso in bassorilievo scolpito sul legno della porticina del vecchio ciborio.

[graphic][merged small][ocr errors][merged small][ocr errors][merged small][merged small][merged small]

[ocr errors]

Una giornata in Alba sembra un volo folle. Dal tempo oscuro delle poderose fatiche sulle mura pelasgiche, e dall'ultima guerra di Roma contro gli Equi che permise la prima infusione di sangue romano, facendo d'Alba una figlia naturale della conquistatrice, della straniera una città latina si scende nei tempi a grado a grado. E s'incontrano gli Albensi in aiuto di Roma contro Annibale, si vedono ribelli contro le continue richieste di tributi, assediati come nemici durante la guerra italica, fedeli a Pompeo e dopo la sventura a Cesare, ribelli insieme con le legioni contro Antonio e amici per Ottaviano, pacifici con l'impero. E si ricorda più tardi l'in

certa entrata dei Goti, la fuga di questi e la concuista di Pelisario che fu l'ultimo generale ch' ebbe fede nella saldezza di quelle mura antichissime, e la padronanza de' frati interrotta spesso dai normanni, dai saraceni, dagli angioini e dagli aragonesi fino all'alterne vicende di casa Colonna. E tutto il quadro a tinte luminose e fosche posa sul fondo magnifico dei due piani più celebrati; del Fùcino a sinistra e del Palentino a destra, che ricordano a la lor volta in lontananza due grandi lotte contro perenni invasori: contro il lago e contro i tedeschi.

Alba, che aveva sentito nascere nelle sue mura forti l'ardito progetto contio Fùcino, assistette da la rocca debole a tutta la battaglia di Tagliacozzo, e ne subì tutte le conseguenze di saccheggio e di rapina. Alba fu l'unico testimone dell' intera lotta. Essa vide il biondo fanciullo sveVO > scendere dal

Cigolano giù per la valle del Salto e giurgere nel piano ed accamparsi coi suoi migliori tra i monti boscosi di Scurcula e di Carce; vide correre da Aquila, trepidante per la sua fortuna, il forte re angioino e stendere i suoi sotto Cappelle, alle radici del monte. Salviano che s'allarga prima di finire. Essa sola vide annidarsi nel seno della valletta scura di bosco, la cavalleria dell'ultima ora, quella della decisiva e della vittoria. E vide bale nare le due colonne, fondersi i colori, correre il sangue sul piano raso, nel fiume d' acciaio; e udì il clamore delle voci e dell'armi infrante, il grido della gioia, il lamento della morte, il pianto della prigionia.

Tutto si vede di lassù: le montagne divenute spoglie, il piano vago di piante. proprio nel punto della battaglia, e la via contesa, quella aggiunta alla Valeria che doveva schiudere a Corradino il passo degii Abruzzi e per Sulmona quello delle Pug lie fino a Lucera, fino alle mural a

[graphic][merged small][merged small]

miche dei saraceni assediati. E si scorge ancora l'incrocio col ponte, il luogo più conteso celebre per la cattura del giovinetto, per la chiesa e la badia angioina di S. Maria della Vittoria che nacque cogli avanzi rubati ad Alba antica, visse lungamente sui vinti, fu vinta anch'essa e mostra appena le scarse rovine seminascoste dall'erbe parassite e dal roveto!

DA ROSCIOLO AD AVEZZANO.

Il Velino, truce per Alba, è benevole per Rosciolo: allunga ad arco un braccio e l'accarezza avvicinandolo a sè, per guardare insieme laggiù il lago scomparso. Il paesello si gode la sua bella vista, teso al sole, tutto vecchio e nero, e mostra alcuni denti sconnessi, alcuni ruderi pietosi di povere torri. Ogni casa è cadente e la chiesa è puntellata, mentre intorno tutto ride: il cielo che occhieggia fra le nubi, le colline morbide che s'allontanano, e la valle tutta verde che fugge.

La parrocchiale di S. Maria delle Grazie si regge appena e si raccomanda per la facciata rettangolare con le due magnifiche porte e la finestra a ruota. Il portale maggiore, con la data del 1446, presenta nella lunetta una discreta pittura, e poi colonne e capitelli pregevoli, quantunque non troppo originali. Molto più ricco è invece quello piccolo a destra. Evidentemente fu tolto da altra chiesa più antica, perchè l' insieme e le parti ricordano l'origine duecentesca. I fianchi, l'archivolta e l'architrave sono decorati con una ricca cornice retta, di pietra, fregiata da volute miste con putti, leoni e serpenti. Il fregio s'addensa verso la base dei pilastri laterali e finisce meno folto nell'architrave, chiudendo nel centro una faccia in bassorilievo. L'architettura incompleta finisce con due leoncini sporgenti a mensola che dovrebbero poggiare sopra le solite colonnine laterali anch'esse mancanti. L'ogiva, che s'apre sopra la porta principale, è molto bella, modellata con larghezza di disegno e ricchezza d'ornati più abbondante del solito. L'insieme della facciata, col campanile appiccicato a sinistra, dà l'idea di cosa incompleta, pensata diversamente ma eseguita poi come oggi la vediamo e raffazzonata soltanto in qualche particolare.

L'interno si divide in tre navate di cui una corrisponde al campanile e le altre son tutte piegate ad arco acuto, conservando, con le pitture velate di nero che coprono ogni parete e ogni pilastro fino al pavimento, l'aspetto primitivo del tempio misterioso e severo. È una delle poche chiese che non subì l'insulto più atroce sotto l'apparenza del bianco più innocente. Ma per essa si prepara invece una rovina maggiore. È tutta puntellata, e l'unica cosa bella trasportabile è stata allontanata dal pericolo continuo. La croce processionale d'argento, è stata posta dal ministero dell' Istruzione in luogo più sicuro, salvando così un'opera d'arte d'eccezionale importanza. Porta incisa la data del 1334, e per quell'epoca rappresenta un modello meraviglioso. La forma originalissima con grande profusione di rette, di angoli acuti, di smalti vivaci, di figure espressive e ben scolpite e d'incisioni di buona punta la pone fra le più belle che si conoscano.

[ocr errors]
[graphic][merged small][ocr errors][merged small][merged small]
« PreviousContinue »