<< Postquam res Asiae Priamique evertere gentem - Asiae, II 557. 5 10 15 1. res, il regno. 2. immeritam, tutti, eccetto Paride. visum (est) = placuit. superbum, II 556: 3. humo = funditus. fumat, Vergilio per ragioni tecniche e non di rado anche metriche preferisce nella narrazione di gran lunga al perfetto il presente, il quale s'insinua perfino nelle dipendenti temporali, come qui (e I 697), nelle relative (II 663) e in altre. Neptunia, II 625. 4. diversa, I 376. exsilia, II 780. quaerere, I 11. 5. sub ipsa, immediatamente sotto...; spesso ipse si spiega con un avverbio, II 442 sub ipsos. 6. Antandro, città posta in pendìo (perciò sub), a piè del monte Ida, a mezzogiorno di Troia, nel golfo Adramitteno. molimur, esprime lo sforzo. 7. sistere intransitivo; per l'infinito, I 66. inceperat et iubebat, protasi; cum relinquo, apodosi, I 34. principio della..... aestas; cfr. I 430. 9. dare fatis (v. 7 fata) vela, mettersi in balìa del vento. 12. Magnis dis; questi Magni di, nominati un'altra volta coi Penati (VIII 679), non è facile dire se siano da identificare coi Cabiri (Dioscuri) di Samotracia o con quali altre divinità. Alcuni li identificano coi Penati. Verso spondaico. 1 8. vix prima, il 13. procul, da Antandro, luogo di imbarco. vastis campis, abl. di qualità. colitur est, il termine specifico per il generico, I 46. .Mavortia, perchè sotto la protezione di Marte; v. 35. 14. Thraces; l'ultima breve (Opaкeç), I 172. acri saevo; infatti l'antico re di Tracia Licurgo si era opposto violentemente all'introduzione del culto di Bacco; di che fu punito da quel dio con la pazzia e con la morte; per il dativo cfr. I 326. regnata, intransitivo usato passivamente, II 74. 15. socii penates; qui penates vale sede, stanza di Penati alleati, I 527; le alleanze conchiuse fra Stato e Stato si intendevano conchiuse moenia prima loco fatis ingressus iniquis anche fra i Penati delle due parti (I 68). 17. moenia scil. urbis. 20 25 30 prima loco (verbo), risolvi prima in un verbo: 'comincio a fondare'. fatis iniquis, v. 44. ingressus scil. Thraciam. Aeneadas (1 157) qui è apposto a nomen; più comunemente si diceva: illis nomen fingo Aeneadis (apposto a illis). La città di cui qui si parla è Aenus alla foce dell'Ebro; ha una qualche somiglianza col nome d'Aeneas. de, I 268. 19. Dionaeae matri; Venere, madre d'Enea, era figlia di Dione; a Venere consacra la nuova città. 20. auspicibus qui auspices essent; prolessi; auspex prima indicò chi interrogava gli auspicii, indi chi rispondeva favorevolmente e assecondava. nitentem, pingue, bello, perchè ben pasciuto. 21. caelicolum; I 565. 22. tumulus, un monticello di arena. quo summo in quo summo, sulla cui sommità. 23. hastilibus; le aste avevano messo radici, v. 46; le aste si facevano di corniolo (Georg. II 447) e di mirto. horrida, irta (I 165). 24. silvam, un virgulto; E colsi un ramicello d'un gran pruno' (Dante Inf. XIII 32). 25. ramis tegerem, come voleva il costume; cfr. II 249. 26. monstrum; II 171. 27. quae prima arbos, huic, esempio tipico di questo nesso coordinato, I 72. 28. atro tabo; Da che fatto fu poi di sangue bruno' (Dante, ibid. 34); tabum è qualunque liquido in putrefazione, specialmente il sangue. 30. gelidus, predicativo: mi si stagna freddo come il gelo. 31. lentum, flessibile. 32. insequor, con l'infinito, per analogia con pergo. penitus, ben addentro. temptare manat, v. 43. 34. multa = temptando exquirere 33. sequitur mov. animo; Enea ha paura di avere offeso qualche ninfa che si nascondesse in quel mirto (le Driadi erano ninfe delle piante) o lo stesso Marte Gradivumque patrem, Geticis qui praesidet arvis, = visa. = 35 40 45 protettore del paese (v. 13). 35. Gradivum, un epiteto di Marte. patrem, I 155; il nome di Mars forma con pater anche una sola parola Marspiter; come Iuppiter, Diespiter, Giove. Geticis; i Geti abitavano alla sinistra del Danubio, i Traci alla destra; qui sta per Traci. 36. rite; detto degli uomini, quando osservano esattamente le prescrizioni rituali; detto degli dèi, quando rispondono esattamente alle domande degli uomini. secundare = secundum, prosperum facere. visus in senso oggettivo omen è il significato del prodigio veduto; questo significato pesa come una minaccia sull'anima d'Enea, il quale chiede di esserne alleggerito (levarent leve facerent). 37. hastilia, v. 23. 38. genibus obluctor harenae (dat. I 6 = in harenam); come un lottatore, che punta le ginocchia contro l'avversario. 39. eloquar, sileam; congiuntivi deliberativi. 40. reddita, come in risposta. 41. quid laceras; Perchè mi schiante?'; 'Perchè mi scerpi?' (Dante Inf. XIII 33 e 35). iam, almeno ora, oramai. — sepulto mortuo. 42. parce, risparmia di ..., lascia di pias scelerare manus, perchè violava un morto e per di più suo consanguineo; 'Ben dovrebb'esser la tua man più pia' (Dante ibid. 38). 43. aut nec; questo sangue non spiccia 44. crudelis terras, litus avarum 45. Polydorus, il più giovane dei figli confixit et texit. 46. telorum seges; ... dal tronco, ma dal mio corpo. (v. 57 auri fames); I 355. di Priamo. confixum texit noi potremmo dire, modificando l'imagine: una selva di dardi. iaculis (dat., I 6 in iacula) increvit; Surge in vermena ed in pianta silvestra' (Dante ibid. 100, con la medesima costruzione); quei dardi crebbero fino all'altezza di aste, di rami: hastilia v. 23; 37. 47. tum vero, mentem pres I 485. ancipiti, doppia, per il sangue e per le parole. sus, I 228. 48. II 774. 49. hunc Polyd., secondo Omero (Il. XX 407) Polidoro fu ucciso da Achille; la tradizione riportata qui da Vergilio è quella dei tragici greci VERGILI AENEIDOS III infelix Priamus furtim mandarat alendum e specialmente di Euripide, che vi ha composto una tragedia, l'Ecuba. Priamo l'aveva mandato in Tracia col tesoro, perchè lo mettesse in salvo dai Greci. 50. infelix, per la fine di Polidoro. furtim, di nascosto dai Greci. mandarat commendarat, commiserat. 51. regi, Poli52. cingi = cinctam mestore, marito di Ilione, figlia di Priamo. teneri; qui Vergilio trasporta ai tempi eroici un assedio secondo il costume romano; Troia non fu circondata dai Greci. 53. fractae suppl. sunt. 54. res, le parti. 55. fas, il diritto dell'ospitalità, commettendo così un nefas. 56. potitur ha doppio accento. quid... cogis; a che non spingi...; che non fai fare...; il pronome neutro si usa spesso come accusativo interno; in questo modo i verbi intransitivi acquistano un accusativo, come hoc unum studeo, cetera tibi adsentior, id glorior; e i transitivi ne prendono due, come id te precor, id te arguo, e il nostro cogit. 57. sacra; sacer vale votato, consacrato vittima agli dèi infernali; indi esecrato (scomunicato) ed esecrabile, come qui. 58. primum, avverbio. 59. monstra; v. 26. et... posco, come si faceva nel senato romano. 60. scelerata terra, v. 44. excedere, linqui, dare; per questo alternarsi di attivo e passivo cfr. II 266. 61. pollutum, da Polimestore. dare classibus (qui navibus, cfr. VI 334) austros (austros per venti in generale), concedere alle navi l'azione dei venti; far operare sulle navi i venti, i quali non lo potevano finchè esse stavano ancorate in porto; darem classem austris invece è mettere le navi in balìa dei venti. 62. instauramus; Enea strappando i virgulti dal tumulo di Polidoro aveva recato offesa all'anima dell'estinto; ora per compenso gli rinnova gli onori funebri. 63. tumulo (ablativo), sul tumulo; glielo rifà, ammucchiandovi molta terra. stant, come effetto di statuuntur. Manibus; le anime dei morti purificate e glorificate diventavano spiriti immortali col nome di Manes, che significa tanto le anime dei morti, quanto gli dêi degli inferi: le lapidi mortuarie si intestavano dis Manibus. due (v. 305); solevano i Romani nei funerali innalzare degli altari ai = arae; caeruleis maestae vittis atraque cupresso Inde ubi prima fides pelago placataque venti 65 dant maria et lenis crepitans vocat auster in altum, 70 provehimur portu terraeque urbesque recedunt. - 75 80 Mani. 64. caeruleis, brune; le parole antiche esprimenti i colori erano poco determinate; caeruleus esprime tutte le gradazioni dall'azzurro al nero. cupresso; pianta funebre; quindi atra non si riferisce al suo colore, ma al significato simbolico. 65. Iliades, le donne troiane, le compagne d'Enea. crinem solutae, I 228. de more scil. lugentium. 66. inferimus, verbo rituale, d'onde inferiae, le offerte fatte ai morti; si versava ordinariamente sulla tomba latte, miele, vino puro e il sangue delle vittime. 67. et, iperbato. 68. condimus; solo quando fosse 'adagiata', 'posata' nel sepolcro, l'anima trovava pace. avverbio. voce, col triplice vale, II 644. = supremum, ciemus, la salutiamo. fides suppl. 70. lenis cre71. deducunt, le 72. re 69. ubi prima; risolvi in ubi primum, 1 723; II 387. est, ci possiamo affidare. placata dant placant. pitans; lenis leniter; II 568 tacitam latentem. avevano tirate in secco, come si usava per una lunga fermata. cedunt; è l'illusione della vista. 73. mari medio; I 314. colitur, v. 13. 74. Verso spondaico, con due iati, giustificato il primo dalla cesura (I 16), il secondo dal nome proprio (I 617). - matri; Doride, moglie di Nereo e madre delle ninfe marine, dette Nereidi. Nettuno si chiama Aegaeus, perchè in quel mare aveva la sua sede (II. XIII 21-22). 75. Arquitenens, Apollo, dio dell'arco; Omero lo dice apɣupóτoEOS. L'isola di Delo, culla di Apollo e Artemide, vagava per il mare; Apollo in ricompensa (pius, predicativo) che gli diede i natali la fermò legandola alle due isolette che le stavano intorno, Micone e Giaro. circum, anastrofe; I 32. 76. Mycono e celsa Gyaroque; Micone e Giaro sono i due punti fissi, da cui (e) ha preso le mosse per fermare Delo; con ciò è significato il punto di partenza; noi invece significhiamo il punto di arrivo: la legò a Micone. 77. coli (v. 73) dedit; I 66. ventos, dei quali prima era in balìa. 78. fessos, I 35. 80. Anius, figlio |