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P. VERGILI MARONIS

A EN EIDOS

LIBER SECVNDVS

ARGOMENTO.

Enea accondiscende al desiderio di Didone e racconta la caduta di Troia (1-13). Comincia dal giorno che precedette la rovina. I Greci disperando nel valore, ricorrono all'astuzia e costruiscono sulla spiaggia uno smisurato cavallo di legno, che riempiono di armati per introdurlo nella città e si nascondono dietro all'isola di Tenedo (13-24). Mentre i Troiani non sanno che pensare di quel cavallo (25-39) e Laocoonte lo colpisce con un'asta per vedere che fosse (40-56), viene tradotto legato il greco Sinone (57-75), che fingendosi perseguitato da Ulisse e destinato vittima agli dei per ottenere all'armata greca il ritorno (76-144), inventa accortamente una frode per far introdurre il cavallo in Troia (145-198). Alle parole di Sinone aggiunge fede lo spettacolo di Laocoonte, strozzato da due serpenti, perchè aveva colpito il cavallo (199-231); e il cavallo fu tosto introdotto (232-249). Venuta la notte, al segno convenuto i Greci escono dal cavallo e l'armata si avanza da Tenedo (250-267). Ad Enea comparisce Ettore in sogno che lo esorta a fuggire, portando seco i Penati, perchè Troia è perduta (268-297); svegliatosi Enea, si arma (298-317) e incontrato Panto, che veniva dalla rocca a salvare in casa di lui l'effigie di Apollo, si unisce ad esso e ad altri e si slanciano tra i combattenti (318-369). Si imbattono nella schiera del greco Androgeo; uccisili tutti, vestono le loro armi (370-401) e prendono la via della rocca; dove arrivati, salvano Cassandra dalle violenze di Aiace, ma riconosciute le loro false armature, sono sbaragliati (402-431). Enea coi pochi superstiti va alla reggia di Priamo e la trova già assalita; inutile ogni estremo sforzo per difenderla (435-468); Neottolemo atterra la porta, uccidendo e incendiando (469-505), finchè trafigge barbaramente anche lo stesso Priamo davanti all'altare domestico (503-558). Mentre Enea rimasto solo osserva la sua posizione (559-566), vede Elena nascosta nel tempio di Vesta; dal furore che quella vista gli suscita (567-587) Venere comparsagli lo richiama al pensiero della famiglia: chè gli dèi stessi hanno dato mano alla distruzione della città (588-633). Giunto in casa, il padre si rifiuta di seguirlo; ma finalmente un prodigio mandato da Giove lo persuade (634-704): Enea col padre sulle spalle e il figlio a mano e con un drappello di fuggiaschi (705-744), dopo aver perduta la moglie che fu assunta fra le compagne di Cibele (745-795), si ritira sull'Ida (796-804).

Conticuere omnes intentique ora tenebant. inde toro pater Aeneas sic orsus ab alto:

<< Infandum, regina, iubes renovare dolorem, Troianas ut opes et lamentabile regnum eruerint Danai, quaeque ipse miserrima vidi et quorum pars magna fui. quis talia fando Myrmidonum Dolopumve aut duri miles Ulixi temperet a lacrimis ? et iam nox umida caelo praecipitat suadentque cadentia sidera somnos. sed si tantus amor casus cognoscere nostros et breviter Troiae supremum audire laborem, quamquam animus meminisse horret luctuque refugit, incipiam.

Fracti bello fatisque repulsi

ductores Danaum, tot iam labentibus annis,

instar montis equum divina Palladis arte

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10

15

1. conticuere indica l'atto che fecero; tenebant lo stato durativo che seguì a quell'atto. intenti, predicato che completa il verbo, v. 490: in atteggiamento di attenzione. 2. toro alto, dall'alto del

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3. Tu vuoi ch'io rinnovelli Disperato dolor' (Dante Inf. XXXIII 4-5). renovare (suppl. me, I 218) = renovare narrando (pregnante), da cui dipendono l'interrogativa indiretta ut (v. 4) e le relative quae (v. 5) e quorum (v. 6). 5. eruerint, rovinare dalle fondamenta. Danai, I 30. quae miserrima vidi = miserrima (le immense sventure), quae vidi (per il nesso, I 72). 6. talia riassume i v. 4-6. fando, ablativo temporale del gerundio; traduci col gerundio presente. 7. Myrm. Dolop., popoli della Tessaglia, guidati alla guerra troiana da Achille e da suo figlio Pirro, detto anche Neottolemo. Ulixi, I 30. 8.temperet a lacrimis; altre costruzioni di questo verbo, I 57. caelo, ablativo =de caelo. 9. praecipitat, intransitivo. cadentia; gli astri cominciano a tramontare dopo la mezzanotte. 10. Ma se a conoscer la prima radice Del nostro amor tu hai cotanto affetto (amor), Farò come colui che piange e dice' (Dante Inf. V 124-126). cognoscere, in prosa cognoscendi, cfr. I 704 cura struere. laborem, l'ultima lotta, l'eccidio. 12. refugit, perfetto logico con valor di presente; ma ci si può vedere anche un hysteron proteron (I 398): cum refugerit, horret.

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amor (suppl. est) 11. supr.

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15. in

13. repulsi dall'espugnar Troia. 14. tot, dieci, v. 198. star, a guisa di, pari a; questo sostantivo si usa in due soli casi, nomin. Pall. arte; il disegno fu suggerito da Pallade, come dea della

e accus.

sapienza; la costruzione fu opera di Epeo, v. 264.

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aedificant sectaque intexunt abiete costas:
votum pro reditu simulant, ea fama vagatur.
huc delecta virum sortiti corpora furtim
includunt caeco lateri penitusque cavernas
ingentís uterumque armato milite complent.

Est in conspectu Tenedos, notissima fama
insula, dives opum, Priami dum regna manebant,
nunc tantum sinus et statio male fida carinis;

huc se provecti deserto in litore condunt.
nos abiisse rati et vento petiisse Mycenas.
ergo omnis longo solvit se Teucria luctu.

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panduntur portae; iuvat ire et Dorica castra

desertosque videre locos litusque relictum.

'hic Dolopum manus, hic saevus tendebat Achilles,
classibus hic locus, hic acie certare solebant.'
pars stupet innuptae donum exitiale Minervae
et molem mirantur equi; primusque Thymoetes
duci intra muros hortatur et arce locari,

sive dolo seu iam Troiae sic fata ferebant.

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(abjete trisillabo per sinizesi), abl. di materia; abete segato, cioè tavole di abete. 17. votum (scil. eum esse) pro reditu, spargono la voce che quello era il voto del ritorno, il voto cioè promesso nel caso che ottenessero di ritornare in patria. ea eius rei, eius voti; uso frequente in latino. 19. caeco (I 356) lateri (per il dat. cfr. Í 6) determina meglio l'huc. penitus va con complent. 20. cavernas uterumque cavernas uteri, v. 38 uteri latebras. armato milite; anzi che veder qui 'soldati' in antitesi con delecta v. corpora (v. 18) 'capitani', è da scorgere nelle due frasi una variazione (I 54).

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23. nunc,

21. in conspectu scil. Troiae. 22. dives opum, I 14. detto più in persona del poeta, che d'Enea. sinus, semplice luogo di approdo. male non, parum, uso poetico, anche in italiano: mal siouro. 24. huc va con provecti. provecti scil. e castris. 25. abiisse suppl. eos; v. 3. rati suppl. sumus. Mycenas, I 650; qui si intende la Grecia; Micene e Argo erano le due residenze di Agamennone. 26. solvit = = liberat. Teucria scil. gens. 27. Dorica = Graeca.

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29-30. Discorsi che si fanno l'un l'altro i Troiani, additandosi i singoli luoghi. tendebat: Dolop., v. 7. tentorium habebat. classibus (per il dat. I 102), plurale perchè l'armata greca constava di varie divisioni, secondo le varie popolazioni; ma si può anche intendere classes naves, III 61.. 31. stupet (I 221), mirantur, scambio di numeri; pars è collettivo (I 212). innuptae M. (genitivo oggettivo); Minerva era vergine. donum, v. 17 votum. exitiale, dal riguardo del narratore, perchè il danno si conobbe dopo. 33. duci hortatur, I 11; in prosa con l'ut. arce suppl. in. 34. dolo: malo consilio cioè vendetta, per

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at Capys et quorum melior sententia menti
aut pelago Danaum insidias suspectaque dona
praecipitare iubent subiectisque urere flammis
aut terebrare cavas uteri et temptare latebras.
scinditur incertum studia in contraria volgus.
Primus ibi ante omnís, magna comitante caterva,
Laocoon ardens summa decurrit ab arce

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et procul o miseri, quae tanta insania, cives?
creditis avectos hostís aut ulla putatis

dona carere dolis Danaum? sic notus Ulixes?
aut hoc inclusi ligno occultantur Achivi,

aut haec in nostros fabricata est machina muros
inspectura domos venturaque desuper urbi,
aut aliquis latet error: equo ne credite, Teucri.
quidquid id est, timeo Danaos et dona ferentis.'
sic fatus validis ingentem viribus hastam
in latus inque feri curvam compagibus alvum
contorsit. stetit illa tremens, uteroque recusso
insonuere cavae gemitumque dedere cavernae.

45

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desiderio di vendetta. Timete era figlio di Laomedonte; il motivo che lo poteva indurre a vendicarsi era l'essergli stati uccisi da Priamo la moglie e il figliolo. 35. Capys, I 183. quorum menti quibus; simili perifrasi ricorrono spesso in Vergilio; I 635 terga suum=sues

lago, dativo in pelagus, I 6.

(I 398), bruciarlo e gettarlo in mare. due: o distruggerlo o esplorarlo. studia, ' partiti '.

36.pe

37. subiectisque; hysteron proteron 38. aut, aut; le opinioni sono 39. Verso proverbiale (I 118).

187.

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arce; che cosa

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40. ibi ha valore temporale; cfr. I 41. Laocoon, v. 201 ardens scil. ira. facesse sulla rôcca e come abbia con sè un numeroso stuolo, non ci è dato nemmeno congetturare. 44. Ulisse era famoso per la sua furberia e malizia; πоikiloμńηs e πAúμntic sono i due soliti epiteti attribuitigli da Omero. sic, così poco, tanto male. 46-47. Laocoonte sospetta che il cavallo possa essere una macchina per esplorare dall'alto di essa l'interno della città (inspect. domos) e per scalare le mura (ventura desuper urbi: urbi dativo, 1 6 — in urbem, appartenente a ventura; il participio futuro indica spesso a che è destinata una cosa). 48. aut aliquis, o qualche altra insidia (error = fraus) vi si nasconde in ogni modo'. Qui aliquis conserva il suo significato etimologico (alius quis). - 49. et = etiam. 51. inque alvum, variazione di in latus, I 54. feri scil. animalis (omesso poi il nome), qui equi. curvam compagibus curva 52. stetit, vi rimase conficcata. recusso, qui = quatere rinforzato.

contextam. tremula.

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compage lignorum tremens, oscillante, 53. cavae cavernae

et si fata deum, si mens non laeva fuisset,
impulerat ferro Argolicas foedare latebras,
Troiaque nunc staret, Priamique arx alta maneres.
Ecce manus iuvenem interea post terga revinctum
pastores magno ad regem clamore trahebant
Dardanidae, qui se ignotum venientibus ultro,
hoc ipsum ut strueret Troiamque aperiret Achivis,
obtulerat, fidens animi atque in utrumque paratus,
seu versare dolos seu certae occumbere morti.
undique visendi studio Troiana iuventus
circumfusa ruit certantque inludere capto.
accipe nunc Danaum insidias et crimine ab uno
disce omnís.

namque ut conspectu in medio turbatus inermis

55

60

65

constitit atque oculis Phrygia agmina circumspexit:

'heu quae nunc tellus' inquit, 'quae me aequora possunt accipere? aut quid iam misero mihi denique restat? 70

(gioco etimologico), v. 38 cavas latebras. 54. Intendi: si fata deum non laeva contraria) fuissent, si mens (scil. nostra) non laeva (= stulta) fuisset. 55. impulerat invece di impulisset dà maggior rilievo alla conseguenza, ponendola come avvenuta, anzichè come possibile. foedare (cfr. I 11) lacerare. 56. arx a. maneres, apostrofe, I 555.

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6

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in

57. manus (I 228) revinctum dai pastori, perchè non fuggisse. venem, nel largo senso romano, perchè aveva già figliuoli, v. 138. 58. regem, Priamo. 59. Dardanidae, I 38. ultro, qui da sè, spontaneamente'. Ultro è una parola dai molteplici significati, per la quale l'italiano non offre un termine generale corrispondente, ma che va tradotta in vari modi, secondo l'intonazione del pensiero, di cui fa parte. Ultro per sè significa al di là' (ultra); ma quando un'azione va al di là del suo limite, noi possiamo esprimerla o con una relazione di misura e diciamo per di più'; o con una relazione di tempo e diciamo 'per primo. Chi fa per primo' una cosa, si può supporre che la faccia prima' che un altro ve lo ecciti o glielo comandi e allora diciamo da sè, spontaneamente'. Se vogliamo esprimere che quell' eccitamento o quel comando sarebbe stato superfluo, diciamo senza più, senz'altro '. 60. strueret: machinaretur. Troiamq. aper., epesegesi di hoc ipsum. in utrumque, a tutte e due le eventualità. 62. versare = agitare, exercere con l'idea inclusa di buon esito. certae, perchè in ogni modo come greco doveva aspettarsi di essere ucciso. oc. morti (I 6), in prosa mortem. 64. ruit certantque, medesimo scambio di numeri, v. 31. 65. crimine ab uno ex crimine unius. 66. Cfr. I 534. 67. consp. in medio, nel mezzo in vista di tutti. turbatus, in apparenza. inermis, senza soccorso, abbandonato alla = Troiana. circumspexit; verso spondaico. 70. denique rinforza l'interrogativo, come tandem e deinde, I 195.

-

61. animi, locativo.

sorte. 68. Phrygia

SABBADINI, Verg. Aen.

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