Pagine di storia letteraria |
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... troppo ingros- sata la mole e , secondariamente , non avremmo potuto rag- giungere quella armonia delle parti che ci sembrava necessaria al carattere particolarissimo del libro . Il quale , comunque , sarà prezioso per le persone colte ...
... troppo ingros- sata la mole e , secondariamente , non avremmo potuto rag- giungere quella armonia delle parti che ci sembrava necessaria al carattere particolarissimo del libro . Il quale , comunque , sarà prezioso per le persone colte ...
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... troppo solenne se ne levò uno da sé . Non l'encomio : il nostro eloquio , tutto ancora mortificato dalle bassezze della servitú e già chiazzato dalle macchie della licenza , troppo suona inferiore e discorde a quella perfetta armonia d ...
... troppo solenne se ne levò uno da sé . Non l'encomio : il nostro eloquio , tutto ancora mortificato dalle bassezze della servitú e già chiazzato dalle macchie della licenza , troppo suona inferiore e discorde a quella perfetta armonia d ...
Page 28
... troppo facilmente prestavasi : e quindi , essendo l'amore nel suo più alto senso un bisogno degli animi quanto più sono privilegiati di nobiltà da natura e per educazione , quindi la riazione , e non di sole le donne , a riporre il ...
... troppo facilmente prestavasi : e quindi , essendo l'amore nel suo più alto senso un bisogno degli animi quanto più sono privilegiati di nobiltà da natura e per educazione , quindi la riazione , e non di sole le donne , a riporre il ...
Page 30
... troppo son lungi ; assai vi ha passi e cammini tra mezzo , e per ciò non sono indovino : ma tutto sia come a Dio piacerà . Ben tengo per verace il Signore che formò quest ' amore di lungi ; ma per un bene che me n'avviene n'ho doppio ...
... troppo son lungi ; assai vi ha passi e cammini tra mezzo , e per ciò non sono indovino : ma tutto sia come a Dio piacerà . Ben tengo per verace il Signore che formò quest ' amore di lungi ; ma per un bene che me n'avviene n'ho doppio ...
Page 38
... troppo bene che cosa quel terzo venuto volesse . E indi a pochi anni Arnaldo da Brescia lo gridò alto - Né papa né imperatore . Risaliamo il Campidoglio , e ristoriam la repubblica L'Italia s'era rilevata appoggiandosi d'una mano alla ...
... troppo bene che cosa quel terzo venuto volesse . E indi a pochi anni Arnaldo da Brescia lo gridò alto - Né papa né imperatore . Risaliamo il Campidoglio , e ristoriam la repubblica L'Italia s'era rilevata appoggiandosi d'una mano alla ...
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Popular passages
Page 129 - Ed io a lui : Io mi son un che, quando Amore spira, noto, ed a quel modo Che detta dentro, vo significando. O frate, issa vegg...
Page 1 - Aonio rediens deducam vertice Musas; primus Idumaeas referam tibi, Mantua, palmas, et viridi in campo templum de marmore ponam propter aquam, tardis ingens ubi flexibus errat Mincius et tenera praetexit harundine ripas.
Page 126 - Guido, i' vorrei che tu e Lapo ed io fossimo presi per incantamento e messi in un vasel, ch'ad ogni vento per mare andasse al voler vostro e mio, sì- che fortuna od altro tempo rio non ci potesse dare impedimento, anzi, vivendo sempre in un talento, di stare insieme crescesse '1 disio.
Page 491 - Hanno questo di proprio le opere di genio, che, quando anche rappresentino al vivo la nullità delle cose, quando anche dimostrino evidentemente e facciano sentire l'inevitabile infelicità della vita, quando anche esprimano le più terribili disperazioni, tuttavia ad...
Page 134 - Appresso a questo sonetto apparve a me una mirabil visione, nella quale vidi cose, che mi fecero proporre di non dir più di questa benedetta, infino a tanto che io non potessi più degnamente trattare di lei. E di venire a ciò io studio quanto posso, sì com
Page 402 - E lievi dal terreno e smorte fiamme Di su di giù vagavano per l'aere Orribilmente tacito ed opaco; E al sospettoso adultero, che lento Col cappel su le ciglia, e tutto avvolto Nel mantel se ne già con l'armi ascose.
Page 447 - Non son chi fui; peri di noi gran parte: questo che avanza è sol languore e pianto. E secco è il mirto, e son le foglie sparte del lauro, speme al giovenil mio canto.
Page 99 - Canossa, da quella bianca, brulla, erma rupe, cui né ombre di boschi, né canti di uccelli, né mormorii d'acque cadenti rallegrano, chi volga attorno lo sguardo al monte e alla valle, scorge da un lato, vedetta dell'Appennino, la pietra di Bismantua, su cui Dante sali; dinanzi, nella gioconda Emilia, su la riva destra...
Page 151 - Cesare taccio, che per ogni piaggia Fece l'erbe sanguigne Di lor vene, ove '1 nostro ferro mise. Or par, non so per che stelle maligne, Che '1 Cielo in odio n'aggia; Vostra mercè, cui tanto si commise: Vostre voglie divise Guastan del mondo la più bella parte.
Page 451 - Ebbi in quel mar la culla: Ivi erra, ignudo spirito, Di Faon la fanciulla; E se il notturno zeffiro Blando su i flutti spira, Suonano i liti un lamentar di lira.