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SEZIONE SECONDA

RAMO OCEANICO.

Tre varietà di Negri vivono sparsi per tutte le isole della Melanesia, compresa l' Australia, e in molte della Malesia e Polinesia. Sono gli uni di piccola statura e gracili membra; hanno corti, crespi e quasi lanosi i capelli, e scarseggiano di barba, o non ne hanno punto. Gli altri s'alzano in più alta misura, e sono di membra gagliarde; hanno barba alquanto più fornita, e capelli grossi ed increspati ed alcuni pollici lunghi. Gli ultimi non sono di statura inferiore a'secondi, ma i capelli hanno morbidi e sottili, or distesi, ora inanellati, ma sempre folti e prolissi, e di barba, quantunque non molto ben provvisti, non mancano mai.

Ne' primi il cranio è stretto ed allungato, e negli ultimi anche la parte inferiore del volto sporta innanzi, e le fattezze somiglievoli a quelle de' Negri africani. Non così nei secondi, in cui la forma del cranio è fra la prognata e l' europea, e la fisonomia contemperata di tipo melanico e di tipo caucasiano.

I primi si chiamano variamente dagli etnologi e viaggiatori Piccoli Negri de' Mari Indiani, Negri Pelagici, Aetas, Negrili, Negrilli; gli altri Papù o Papuasi; i terzi Alforesi, Alforiani, Haraforas. Noi conserveremo queste medesime denominazioni, che sono già passate nel dominio dell'Etnografia, e divideremo il presente ramo della Razza Melanica in tre gruppi che diremo: 1. Negrillo, nel quale riuniremo tutti i Negri Oceanici con capelli brevi, crespi, lanosi e poca o niuna barba; 2. Papuano, che comprenderà i Negri che hanno una voluminosa capigliatura e fattezze poco lontane dalle ariane; 3. Alforese che abbraccerà cosi i Tasmani, come tutti i nativi della vastissima terra australiana.

CAPITOLO I.

GRUPPO NEGRILLO.

I Negrilli sono sparsi in piccole tribù per alcune parti della penisola di Malacca ed in molte delle isole del Grande Oceano, dove sono conosciuti con diverse denominazioni. In Malacca si dicono Samang, nelle Isole Andaman Endameni, in Samatra Orang-Karbu, in Borneo Igolote e Dayer. Si crede abbiano un tempo occupato anche l'isola di Giava: ora più non vi sono, ma si, in piccol numero, in Flores, Solor, Pantar, Lomblen ed Ombai, Timor, Timor-Laut, Sumba o Isola del Sandalo, Buru, Sulla; nella parte orientale di Celebes che termina al capo Tagliabo; nell'Arcipelago del Moluco e in quel delle Filippine, dove se ne contavano circa 25,000 nel 1842 (1). Probabilmente ve n'ha pure nell'Arcipelago Carolino, in alcune isole della Melanesia tenute da'Papu, e in qualche remota e solitaria contrada della Polinesia. Dovunque sono e'conservano il medesimo tenore di vita e le medesime fattezze e complessione, talchè basterà per conoscerli tutti la descrizione di alcuni soli, fra' quali sceglieremo i Semang di Malacca, gli Endameni delle Isole Andaman e i Negritos dell'Arcipelago delle Filippine.

S. 1. Negrilli della Penisola di Malacca.

I punti che si conoscono finora essere occupati da' Negrilli nell'Aurea Chersoneso sono il Monte Jerei, nel territorio di Kedah, un poco al nord di Pinang, altri monti vicini e posti rincontro a Pinang, e il rispianato di Tringanu sulla costa orientale della penisola.

I Malesi non posseggono tradizioni intorno a questa singolare e curiosa schiatta di popoli. Certo è che le sue tribù sono sparse in ambo i lati della penisola dov'erano più numerose innanzi che si fossero fondate alcune delle presenti colonie malesi che emigrarono dalla vicina Samatra. I Malesi li chiamano Semang-Paya, Semang-Bukit, Semang-Bakow e Semang-Bila. Risiedono i primi in pianure, o in sulle rive delle paludi; i secondi dimorano sui monti, ed i Semang-Bakow son così nominati perchè frequentano le spiagge del mare. I Semang-Bila sono meno degli altri selvaggi, ed hanno relazioni commerciali co❜Malesi (2)». Una tribù di Semang vivente sulle sponde

(1) Mallat. Les Philippines. Paris, 1846, t. 1.

p.

97.

(2) Anderson, Journal of the Indian Archipelago, t. IV. p. 425.

superiori del Krian, rimpetto a Pinang, è cosi descritta dal Logan nel Giornale dell'Arcipelago Indiano pel 1853. « La statura mezzana degli adulti raggiunge quattro piedi ed otto linee (misura inglese), e la più alta quattro piedi e dieci linee. La testa è piccola, alta e rialzata sulla fronte in una specie di cono ottuso, coll' occipite tondo e un poco sporgente, la fronte piccola, bassa, convessa e notabilmente stretta (markedly narrover than the zygomatic or middle zone), la faccia d'ordinario meno ampia e più piccola che ne'Malesi, le sopracciglia molto sporgenti e proiettate sull'apertura palpebrale, onde la faccia appare larga in quel punto, e la radice del naso, infossandosi fra quelle, vi forma un angolo molto profondo. Il naso è corto e un poco affilato in punta, talfiata volto in su, ma con le ali sempre espanse; gli occhi vivaci, mezzani, diritti, con iride grande, nera ed espressiva, congiuntiva giallognola, e ciglia (le superiori), a cagione della profondità degli occhi, compresse e ripiegate in modo che la radice de'peli ne rimane velata. Le ossa delle gote sono generalmente grandi, ma, in alcuni casi, non molto proeminenti e in giusta relazione con la strettezza della fronte; la bocca larga e grande, ma le labbra nè grosse, né sporgenti, e la inferiore parte del volto ovale od ovoide e non quadrata. Singolare è il carattere di quel viso confrontato con quel dei Malesi, massimamente per quegli occhi si profondamente incavati, e quel naso tanto depresso. La fronte segue una linea di proiezione verticale al naso, alla bocca, al mento, e la mascella superiore non è sporgente, nè prognata. Svelta è la persona, protuberante il ventre, il che dipende dalla misera vita ch'ei menano ne' boschi e dalla precaria alimentazione, poichè obbligati (quando hanno cibo) a rimpinzarsi il più che possono, la pelle dell'addomine diviene flaccida ed espansibile come quella di una scimmia. La cute è fina e morbida generalmente, benchè non di rado deturpata da un'esantema squammoso, di color bruno o nero, ma in alcuni casi tanto chiara come quella de'Malesi. Le orde che sono più esposte alle influenze esteriori sono affatto nere. Probabilmente ad una di quelle orde apparteneva l'individuo che, alcuni anni sono, fu condotto a Pinang, e che ha rap. presentato il tipo della razza nell' etnologia europea. Grosse erano le sue labbra, ed asserisce il Dr. Anderson che somigliava moltissimo a due nativi delle Andaman i quali furono menati a Pinang nel 1819. Aggiunge lo stesso signor Anderson che un altro Samang di Tringa. nu, il quale vive in Pinang, non è di sì nero e lucido colore come il Samang di Kedah da lui visto e i due Endameni. Il capello è corto, ma non lanoso, e cresce in grandi ciocche sulla testa. Hanno grandi mustacchi, e i coltivati sono più lunghi di quelli dei Malesi. La testa non ha il tipo mongollico, nè quello del Negro della Ghinea, ma è un Papú tamulico. Dolce, semplice, ma stupida è la espressione della fisonomia; la voce bassa, nasale e profonda o cerebrale. Una linea di punteggiamento si estende dalla fronte a' pomelli delle gote ».

S. 2. Negrilli delle Isole Andaman.

I nativi delle Isole Andaman sono uomini di color nero che dà al rossastro, di statura non eccedente quasi mai i cinque piedi inglesi, e di membra sottili e mal formate, con mani e piedi grandi in proporzione del corpo. Stretta e fuggente, benchè alta, hanno la fronte, piccoli e profondi gli occhi, e piccolo anche il naso e schiacciato, ma larga la bocca e grosse e un poco sporte in fuori le labbra, Barba punto non hanno o quasi nulla, i capelli neri, folti, crespi e quasi lanosi. Niun vestimento ricuopre la loro nudità, tranne un grembiule che talora nasconde, nelle femmine, le parti del sesso. Non hanno idea di coltivazione della terra, e si nutriscono di conchiglie, di pesci e di uccelli e cignali che uccidon nelle foreste. Riparano la notte in piccole capanne formate di rami d'alberi, nello interno delle quali sono per tutto ornamento e suppellettile qualche vase di terra e zanne di cignali. Amano con ardore la danza, e ballano in tondo percuotendosi di volta in volta l' un con l'altro con la punta de' piedi (1).

§. 3. Negrilli delle Isole Filippine.

Da lungo tempo si conoscono i Negri abitatori dell'Arcipelago delle Filippine. Eglino sono ora men numerosi di quel che fossero quando furono visitati, tre secoli addietro, per la prima volta dagli Spagnuoli. Un'Isola da quelli tenuta fu dal Magaglianes chiamata Isla dos Negros per distinguerla dalla vicina Zebu (dove il suo vascello rimase ancorato per alquanti mesi), la quale ne è interamente libera; nè si ricorda da veruno che fossero stati mai trovati nè ivi, nè in Samar e in Leyte; ma invece se ne contano in certo numero in Mindanao e Mindoro, e massimamente nelle catene montane meno accessibili di Luzzon dove formano la principal popolazione (2). Le descrizioni che gli Spagnuoli diedero di questi Negri sono perfettamente identiche con quelle de' più accurati viaggiatori di oggidì, se non che, rispetto alla etnologia, sono da preferire certamente, perchè meglio particolarizzate, le relazioni odierne a quelle de' più antichi navigatori.

Il Lafond, tra i moderni, che visitò una tribù di Negrilli nell'Isola di Luzzon, cosi ne descrive i lor caratteri naturali. « La statura degli uomini poteva essere di circa quattro piedi (francesi ) e qualche pollice; quella delle donne giungeva appena a quattro piedi. La loro persona era ben proporzionata, ma le membra magre e mal fatte. Aveano sottili braccia, la rotula del gomito sporgente, le gambe asciutte, grosse le ginocchia, i malleoli piccoli, ma rilevati, e generalmente

(1) Colebrooke Asiatic Researches, vol. IV. p. 389 e seg.

(2) Earl, The Native Races of the Indian Archipelago. London, 1855. p. 121-122.

male sviluppato il sistema muscolare. Aveano il petto piuttosto largo che no, la testa grossa con crespi capelli, non però tanto come ne' Mori della costa d' Africa. La pelle loro è più nera di quella degli Indiani delle Filippine, ma lo è meno di quella degli Africani, e non presenta nulla di screziato, nè di pitturato. Gli occhi sono belli e ben fatti, e la bocca, ancorchè grande, non ha però quelle tumide labbra della razza mora. Il naso è corto, nè grandemente schiacciato; i pomelli delle gote non sono molto sporgenti, e il volto è rotondo. L'espressione sospettosa e la timidezza sono i caratteri predominanti di quelle fisonomie. Questo insieme m' induce a credere, che i loro costumi sieno dolci ancorachè selvaggi, ed io non saprei meglio paragonarli se non con cervi addomesticati, ma pronti a cogliere la prima occasione per ritornare alle loro foreste (1)». Cosi egli.

Altri Negrilli veduti dal Lafond nella parte boreale di Mindanao, nell' Isola di Bohol, in quella de' Negri, a Mindoro e sulle montagne di S. Matteo a poche leghe da Manilla, gli offerirono i medesimi caratteri fisici, le stesse fogge, le stesse abitudini e lo stesso ordinamento sociale. Essi erano sempre in gruppi di dieci o dodici famiglie, e quando questi gruppi erano più numerosi, si poteva dare per certo che alcuno di coloro era vissuto tra i cristiani della pianura.

Tutti vanno nudi, e coprono le sole parti del sesso con bende fatte di pelle di cervo, o di scorza d'albero: son provveduti d'arco, di frecce e di un bolo tenuto in una guaina di legno e sospeso alla cintola. Non credono che agli spiriti, e ad una fatalità alla quale tutto è som

messo.

Con poco diverse parole eziandio de' Negrilli di Luzzon favella il de la Gironière, che pe 'l suo lungo soggiorno di 20 anni nelle Filippine è la migliore autorità che possa essere citata in queste pagine.

<< Sono gli Aetas, o Negritos (egli dice) del colore dell' ebano, non dissimile punto da quello de'Negri africani, e la massima loro statura non si innalza al di sopra di quattro piedi e mezzo. I capelli hanno lanosi, e poichè niuna cura ne prendono, nè conoscono il modo di acconciarli, così que'naturalmente formano intorno alla testa una specie di corona, la quale dà loro un aspetto singolarmente fantastico, e fa che il capo, veduto in distanza, sembri cinto da una specie di areola. I loro occhi nè grandi sono, nè piccoli, ma si vivi e brillanti come quei dell'aquila. La necessità di vivere della caccia e d'inseguire la preda senza posa esercita i loro organi, e si li rende acuti che più nol possono. Le fattezze somigliano un poco a quelle de'Negri d'Africa; le labbra sono in qualche modo sporgenti. Mentre che dura la giovinezza non sono mal formati, ma la vita ch'ei menano ne'boschi, esposti sempre all'aria aperta senza ricovero di sorta, usati a divorare quel che hanno in un giorno e forse niente il susseguente, e il

(1) Viaggi nella Polinesia, trad. ital. p. 194.

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