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CAPITOLO IV.

FAMIGLIA PELASGICA.

Percorrendo gli autori che conservano memorie de’prischi abitatori della Grecia, dell'Italia e dell'Asia Minore, troviamo raccordato un popolo col nome di Pelasgi, agricoltore e stanziale, sparso e diffuso per queste contrade propagandovi i semi di religione e di civiltà. Le altre genti che abitavano con esso eran diramazioni probabilmente uscite dal medesimo ceppo che i Pelasghi, da cui le distingueva solamente la natia selvatichezza, e l'ignoranza delle arti utili alla vita. Egli è vero, che non può storicamente risalirsi fino a que' tempi vetustissimi in che le stirpi pelasgiche non eran punto smembrate e divise, ma i pochi ragguagli a noi lasciati dall' antichità, spargon pure qualche luce fra le tenebre delle favole, e ci permettono ricostruire sopra basi probabili l'etnografia antica della Grecia, dell'Italia e dell'Asia Minore.

A. Pelasgi in Grecia.

La Grecia antica trovavasi, a dir di Erodoto, come divisa in due grandi popoli, Pelasgi ed Elleni. I Pelasgi, ristretti di poi alla sola Arcadia, aveano abitato innanzi l'Argolide, la costa settentrionale del Peloponneso, e forse il Peloponneso intero, non che le pianure della Beozia e della Tessaglia, la Macedonia, l'Epiro, e molte isole dell'Jonio e dell' Egeo.

Gli Arcadi, i Pelasgi per eccellenza (chè l'Arcadia si crede comunemente essere stata la sede originaria pelasgica, e la contrada onde nacque dal suolo Pelasgo (1)), fra i re loro indigeni contavano un Atlante fratello di Prometeo e padre di Deucalione. Prometeo passò dal Peloponneso in Etolia, e vi fondò uno stato che fu la culla degli Elleni. Non dice la tradizione se per effetto di conquista, o di pacifica colonizzazione, ma dice chiaramente, sotto il velo di questa mitica parentela, che Pelasgi ed Elleni non erano in fondo che un popolo solo (2). La discendenza di Atlante non fu conservata si scrupolosa

(1) La storia della nascita di Pelasgo dal suolo della Grecia è tratta da un passaggio di un antico poeta, Asio da Samo, vissuto probabilmente innanzi il cominciamento delle Olimpiadi, e che Pausania riferisce :

Αντιθεόν τε Πελασγὸν ἐν ὑψικόμοις ὁρέεσσι

Γαῖα μέλαιν ἀνέδωκεν, ἵνα θνητῶν γένος εἴη.

(2) Onde Strabone ebbe a dire, un tempo la Grecia non essere stata che pelasgica: « Pelasgos antiquam gentem per universam Græciam extitisse »

mente come quella di Elleno figliuolo di Deucalione, il cui regno fu diviso fra Elleno e il fratello Anfizione, toccando a questi la costiera marina dalle Termopili alla Beozia, a quegli le montagne dell'Alta Tessaglia. Poco conosciuta è la posterità d'Anfizione. Ebbe un figlio da cui nacque Locri, onde venne il nome alla Locride, ch' era il paese sottomesso alla sua autorità.

Elleno ebbe tre figli, Eolo, Doro e Xuto, che furono i tre ceppi della triplice divisione della schiatta ellenica ne' tre rami eolico, doriese e ionio. (1) Eolo regnò nell'Eolide, che forse fu il paese intorno al golfo pagasetico con lolco capitale fondata dall'avo di Giasone, capo della celebre spedizione degli Argonauti nella Colchide. Doro successe al padre nell'Isteotide, d'onde fu discacciato da' Perrebi: alcune tribù da lui dependenti, guidate da Macedno, si sparsero per la Macedonia; altre passarono in Creta per ritornar tosto in Grecia

(Lib. V.); ed Eschilo nelle Supplici identificava i Pelasgi co' Greci. Così egli fa parlare Pelasgo al banditore degli Egiziani :

D'onde arrecar t'attenti

Onta al suol de' Pelasgi? E che? Venirne
Pensasti forse a popolo di donne?

Barbaro essendo, a troppo ardir t'avanzi
Con greca gente »>.

Traduz. di F. Bellotti.

1 Latini non facevano distinzione tra Pelasgi ed Elleni, e tutti i Greci non di rado appellavano indistintamente col nome di Pelasgi :

« Cum veter occubuit Priamus sub marte pelasgo » dice Ennio; e parimenti Virgilio, parlando di Sinone: « Ille dolis instructus et arte pelasga » Eneid II. 152.

e dei Troiani :

Ignari scelerum tantorum et arte pelasga ».

Ibid. 106.

(1) Ved. Apollodoro, Biblioth. lib. 1. cap. 7, 5; e meglio Esiodo, Fragm. 8. pag. 278, ed. Marktsch.

Ελληνος δ' ἐγένοντο θεμιστοπόλοι βασιλήες
Δωρός τε Ξουθός τε και Αίολος ἱππιοχάρμης.

(Da Elleno poi furono generati i re datori di leggi, Doro, Xuto, ed Eolo amator di cavalli).

La divisione della stirpe greca ne'tre rami eolico, doriese e ionio non è adunque antichissima, e sembra anzi essere stata introdotta, per interessi politici, in tempi comparativamente recenti tale è anche l'opinione di un moderno e dotto archeologo elleno, il sig. Paparigopoules.

ove stellero fino a che non invasero, sotto la condotta degli Eraclidi, il Peloponneso. Xuto, esulatosi per dissensioni avute co' fratelli, rifuggissi in Atene, e vi sposò Creusa figliuola di Eritteo, dalla quale ebbe Jono ed Acheo. Il primo, scacciato con la sua tribù, venne in Egialea, che chiamossi Jonia, quindi Acaia. Di là si allargarono per l'Argolide e la Laconia, e vi rimasero fino al ritorno degli Eraclidi. Atlante generò sette figlie che si dissero le Atlantidi, una delle quali, Maia, fu madre di Mercurio, e stabili in Cillene il culto di questo Nume; un'altra, Alcionia, ebbe da Nettuno un figlio che regno nella Beozia. Elettra partori Giasone e Dardano che ricorda la parentela de' Pelasgi greci co' Pelasgi dell'Asia Minore.

Al tempo della emigrazione dorica gli Elleni, già divisi da'Pelasgi, occupavano l'Etolia, la Locride, parte della Tessaglia, parte della Macedonia, il littorale dalle termopili alla Beozia, l'Elide, l'Acaia, l'Argolide, la Laconia, Creta ed altre isole dell'Jonio e dell'Egeo. I Pelasgi tenevano l'Arcadia, la Beozia, parte della Tessaglia, e della Macedonia, l'Epiro, Andros fra le Cicladi, e parte dell'isola di Creta. Effetto della conquista de' Doriesi fu, che l'Argolide, la Laconia, la Messenia, Corinto obbedissero a'conquistatori; gli Argivi passassero nell'Acaia e nella Beozia d'onde scacciarono i Pelasgi; ed altri Elleni del Peloponneso s'incamminassero verso l'Ellesponto, varcato il quale si stabilirono sulle costiere marine dell'antico regno di Priamo (88 anni dopo la distruzione di Troja), e vi si distesero da Cizico alle foci dell'Ermo, chiamando Eolia il nuovo paese con Lesbo, in ricordanza del ramo ellenico dal quale essi discendevano.

Ma quantunque divisi e smembrati, rimase sempre fra i Greci un comune ligame di parentela. Gli Arcadi, i Beozi e gli abitatori delle altre contrade dell' Ellade non parlavano di sè stessi che come di un sol popolo, ed avvegnachè niun vincolo politico li congiungesse mai, durò sempre questo nazionale sentimento alimentato da pubbliche feste a cui solo i Greci poteano prender parte, e nelle quali compiacevasi la nazione di mostrarsi in tutto il suo splendore.

Lingue della Grecia.

Anche l'unità dell' idioma che parlavano i popoli della Grecia dimostrava l'identità della loro origine. E siccome furono i Pelasgi il ceppo originario da cui discesero anche gli Elleni, cosi il dialetto di Arcadia, l'eolio, dovea essere ed era la forma primitiva del greco linguaggio, il fonte comune da cui gli altri dialetti derivarono. E veramente l'attico ha molte forme comuni con l'eolio che scompaiono negli autori più recenti, e son tenute per arcaismi. Il ionio, a detta di Strabone, era lo stesso che l'antico attico, ed il dorico, secondo lo stesso autore, è stato anch'esso originariamente un parlare eolico, il quale era sparso ampiamente per la Grecia, occupando gran parte del Peloponneso, ad eccezione dell'Attica dove prevaleva l' attico, e

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