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ai passi i più oscuri sono state, le più probabili almeno, incluse, e segnate con numeri progressivi, anteposta però quasi sempre quella che a me è sembrata la migliore, e talvolta anche la mia propria. Quelle interpretazioni poi che dipendono da diversità di lezione, le ho segnate con lettere alfabetiche, e potranno essere utili a chi volesse fare uno studio profondo del Poeta, o che lo leggesse in un senso particolare sia politico, morale, religioso o mistico; quegli però che si contenterà del senso semplicemente letterale e storico, potrà ometterle senza nuocere alla intelligenza.

E poichè il complemento, nella interpretazione delle parole che sono tronche nel testo, potrebbe sembrare arbitrario al lettore, dichiaro che non mi sono in ciò prefisso altra regola che quella della buona prosa, in ciò amando più la taccia di minuto che di oscuro (*).

In fine mi è sembrato di gran soccorso a spiegare il concetto del mio lavoro l'Avviso

(*) Le lettere A. B. C. ec. indicano diversità di lezione.
I numeri 1. 2. 3 ec., altre interpretazioni.

Delle lezioni mi sono limitato a dare quelle che offrono un altro senso al testo.

Per ovviare la confusione del ripetersi le stesse lettere o numeri nella medesima pagina, quelle che appartengono alla seconda o terza citazione sono state contrassegnate con accenti in alto (A' A" B' B" ec. 1' 1" 2' 2" ec.)

che il Cte Giacomo Leopardi premise al Canzoniere del Petrarca da esso commentato, e di non lieve appoggio l'Opinione del C.te C. Balbo rispetto alle opere che sono pubblicate ad illustrazione della Divina Commedia.

E qui colgo con piacere l'occasione di offrire i miei cordiali ringraziamenti ai Sig.ri Professore Michele Ferrucci di Bologna, Giuseppe Aiazzi Bibliotecario nella Rinucciniana, e Tommaso Gordini Maestro di lingua a Firenze diverse correzioni e pregievoli con

per

sigli da loro favoritimi.

V.

Firenze 9

Dicembre 1841.

Ecco dunque un esempio del mio metodo d'interpretazione alla pag. 1:

<< Nel mezzo del cammin di nostra vita, cioè « all'età di 35 anni (che per il Poeta era nel

« 1300) mi ritrovai errando per una selva (2) Talmente« oscura (quella dei vizj) (A) chè (1) perchè chè, (B) che in <«< la diritta via (quella della virtù) era smar- che, cioè in cui. << rita.» (B') Ahi quanto è cosa dura ec.

(A') E

La Lettera (A) davanti alla parola chè, indica che quel che con accento è la prima lezione, cioè quella da me preferita.

Il numero (1) indica che perchè è la prima interpretazione secondo quella lezione.

Il numero (2) indica che talmentechè in postilla è la seconda interpretazione secondo la medesima lezione.

La lettera (B) dimostra che che senza accento è la seconda lezione. La quale si spiega in che, cioè, in cui.

Al verso quarto accade che la lezione del testo non è quella da me preferita, perciò ho dovuto mettere la lettera (B') davanti alla parola « Ahi» nella interpretazione, e la lettera (A') davanti la «< parola E » nella postilla.

DEL C. GIACOMO LEOPARDI

PREMESSO AL CANZONIERE DEL PETRARCA

DA ESSO COMMENTATO

Nessuno

essuno oggi in Italia, fuori dei letterati (io voleva dir fuori di pochissimi letterati), conosce nè può intendere facilmente la lingua italiana antica. Nondimeno anche le donne italiane, e oltre di ciò un gran numero di stranieri, vogliono leggere il Petrarca, poeta molto difficile anche alle persone dotte ed esercitate nella lettura e nella lingua dei nostri scrittori classici. Or dunque poichè le donne e gli stranieri leggono il Petrarca, a me pare che non sarebbe mal fatto che l'intendessero: ma io so di certo che non l'intendono, perchè nè anche i letterati italiani lo possono intender senza qualche comento; e i comenti che abbiamo sopra il Petrarca sono parte più oscuri del testo, e però inutili a tutti; parte lunghissimi, e però inutili alle donne e ad alcuni altri che non credono bene di spendere

un'ora intorno a un sonetto; e finalmente tutti passano sotto silenzio, quale una buona metà e quale almeno due terzi dei luoghi oscuri, e però sono inutili, se non altro, agli stranieri, alle donne e a tutti quegli uomini che hanno paura o non sono accostumati di andare al buio. Di più, quantunque non tutti i comentatori del Petrarca conoscano la lingua italiana antica, nondimeno tutti presuppongono che i lettori la sappiano molto bene: di modo che anche per questa parte sono inutili agli stranieri, alle donne, e agl' Italiani di oggidì, generalmente parlando.

L'intento di questa interpretazione si è di fare che chiunque intende mediocremente la nostra lingua moderna, possa intendere il Petrarca, non mica leggendo spensieratamente, perchè in questo secolo non si può far l'impossibile, ma ponendoci solamente quell' attenzione, che si mette nel leggere l'articolo delle mode nei Giornali. La chiamo interpre tazione, perch' ella non è un comento come gli altri, ma quasi una traduzione dal parlare antico e oscuro in un parlar moderno e chiaro, benchè non barbaro, e si rassomiglia un poco a quelle interpretazioni latine che si trovano nelle edizioni dei Classici dette in usum Delphini. Non entro mai a disputare; ma dove i comentatori sono discordi, reco solamente quella interpretazione che mi par vera, o che

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