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AL LETTORE

Ma mancano principalmente due commenti della Divina Commedia che soddisfacciano veramente l'uno ai principianti l'altro agli studiosi.

CESARE BALBO.

Nei miei studii della Divina Commedia (*), benchè scortato dai migliori commentatori, mi si sono offerte non poche difficoltà, la di cui soluzione mi è costata una lunga fatica: e pensando che a quegli stranieri che, come me, avessero una certa ma non intima conoscenza della lingua, potesse accadere lo stesso, mi è venuto nella mente di offrir loro il frutto qualunque siasi de' miei lavori.

(*) La più probabile ragione per cui ei volesse chiamar Commedia un'opera, a cui pareva che tutt'altro titolo convenisse, sembra al Tiraboschi quella che si adduce dal Maffei, cioè, che avendo Dante distinto tre stili, il sublime da lui detto Tragico, il mezzano ch'ei chiamò Comico, e l'infimo ch'ei disse Elegiaco, diede il titolo di Commedia al suo Poema, perchè ei si prefisse di scriverlo nello stile di mezzo. (V. Zọtti nella prefazione alla sua edizione della Divina Commedia pagina 15). L'epiteto di Divina le fu dato in seguito dagli ammiratori di un'opera di tale eccellenza, e a cui secondo le parole dell'autore stesso

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Essendo dunque questa edizione dell' Inferno data alla luce colla semplice mira di recare qualche poco di aiuto ai forestieri, vorrei fosse ben inteso che non ho la minima pretensione d'insegnare agl' Italiani. Se la lingua Italiana è stata da me impiegata nella costruzione, questo ho fatto, perchè essendo i lettori di Dante di ogni paese, nè potendo io in tutte le lingue tradurlo, niun' altra migliore di questa avrei saputo scegliere per mezzo comune. Ed in vero quale altra poteva essere sì adatta ad avvicinare la spiegazione al vero spirito dell' Autore?

Il Testo è quello del Lombardi (1), non perchè io lo creda perfetto, ma perchè in mancanza dell' originale è sinora il più ricevuto. Per la stessa ragione ho generalmente seguito il Lombardi nelle poche parole sparse qua e

per via d'interpretazione all' Allegoria. Intorno alla quale, sia detto una volta per sempre, che io intendo solo accennarla al lettore, non volendo inoltrarmi nella «selva oscura » in cui, privi della guida di Virgilio, tanti dotti Italiani si sono smarriti.

Quel che mi sono proposto è, di mettere in ordine le parole del testo, di schiarirle con altre più usate o meglio intese, affinchè il

(1) La Divina Commedia di Dante Alighieri col comento del P. Baldassarre Lombardi, arricchito di illustrazioni edite ed inedite Vol. 5. Padova, tipografia della Minerva, 1822.

primario senso dell'Autore possa comprendersi da un lettore anche di mediocre intelligenza. E perchè non gli riesca duro il giudicare per se di ciascuna spiegazione, ho cercato, per quanto mi è stato possibile, di analizzare i vocaboli dalla loro origine, e di recarli, per così dire, all'ultimo loro e più largo significato. Per ciò che potrebbe desiderarsi su Dante o sulla storia del suo secolo, mi son limitato ad estrarre dalla vita che ne scrisse il Boccaccio (1) quel tanto che concerne strettamente il poeta, facendolo seguire dalla narrazione dell'origine delle fazioni dei Guelfi e Ghibellini e de' Bianchi e Neri del celebre Machiavelli (2). Per maggior illustrazione ho anche aggiunto un albero genealogico della stirpe di Dante (3) ed alcune brevi notizie cronologiche di lui e del suo tempo (4). Quanto poi alle più estese cognizioni che se ne volessero avere, ho creduto meglio di rimettere il Lettore agli ottimi lavori di Cesare Balbo (5), Melchiorre Missi

(1) Boccaccio, opere. Fir. Magheri 1834, vol. XVII. (2) Machiavelli, opere. Italia 1813, vol. VIII.

(3) Litta, Pompeo, famiglie illustri italiane. Milano, Fusi, 1821 e seg. 62 fasc. fol. -- Pelli, Giuseppe, memorie per servire alla vita di Dante. Firenze, Piatti, 1823, 8.o

(4) Reumont, Alfredo, tavole cronologiche e sincrone della storia fiorentina. Fir. 1841, 4.° presso Vieusseux.

(5) Vita di Dante scritta da Cesare Balbo vol. 2. Torino 1839.

rini (1), Ferdinando Arrivabene (2), Ugo Foscolo (3), Ozanam (4), Ginguené (5), Artaud ec. (6) piuttosto che distrarne l'attenzione con soverchie note.

Non l'ostentazione, ma l'utilità essendo lo scopo mio, non mi sono vergognato di profittare di tutto ciò che mi abbia potuto giovare, sia parole, frasi, o sentimenti prendendo da tutti i comentatori ed illustratori che mi hanno preceduto. Ho anche aggiunto alcune interpretazioni mie proprie. Il comento analitico del celebre Rossetti (7) non può soddisfare al bisogno d'un principiante straniero : « Aquila non capit muscas » il volo di Rossetti è stato spiegato in più alta sfera, e la sua preda è di più nobile natura. Se nella illustrazione della Divina Commedia avesse l'Arrivabe

(1) Vita di Dante dettata da Melchiorre Missirini, pubblicata in Fireuze

(2) Il Secolo di Dante scritto da Ferdinando Arrivabene vol. 2. Firenze per Ricordi e Compagno 1830.

(3) La Divina Commedia di Dante Alighieri illustrata da Ugo Foscolo. Lugano dai torchi di G. Vanelli e Comp. 1827.

(4) Dante et la Philosophie Catholique au treizième siècle, par A. F. Ozanam docteur en droit, docteur ex-lettres. Paris, Debecourt, C. Libraire-editeur 1839.

(5) Histoire littéraire d'Italie. Paris 1811, 9 vol. 8.o

(6) Histoire de Dante Alighieri. Paris 1841,

8.o

(7) La Divina Commedia di Dante Alighieri con comento analitico di Gabrielle Rossetti in 6 vol. vol. I. 1826. vol. II. 1827. Londra John Murray, Albemarle Street 1826.

ne (1) incluse le parole del testo, come ho fatto scrupolosamente io, non avrei certo dopo di lui ardito imprendere un tal lavoro. Quantunque pure siano eccellenti le note del Lombardi, Tommaseo (2), Cesari, Costa (3), Biagioli (4), Venturi (5) e parecchi altri, ma soprattutto di Zotti (6), nondimeno non riempiono, nella mia opinione, quel vuoto che io mi sono studiato alquanto di menomare.

In questa interpretazione tutte le aggiunte sono stampate in caratteri corsivi, restando quella parte che appartiene al testo nel medesimo carattere che il testo stesso, del quale non ho mai omesso nemmeno una parola.

Le diverse spiegazioni che si possono dare

(1) La Divina Commedia di Dante Alighieri illustrata da Ferdinando Arrivabene vol. 4. Brescia 1818.

(2) La Commedia di Dante Alighieri col comento di N. Tommaseo, vol. 3. Venezia coi tipi del Gondoliere 1837.

(3) La Divina Commedia di Dante Alighieri con note di Paolo Costa, rivista ed emendata. Monza tipografia Corbetta 1837. vol. 1.

(4) La Divina Commedia di Dante Alighieri col comento di G. Biagioli, seconda edizione della Biblioteca scelta, vol. 3. Milano per Giovanni Silvestri 1829.

(5) La Divina Commedia di Dante Alighieri col comento del P. Pompeo Venturi, nuova edizione arricchita di note del Dott. Giovanni Lami e di P. J. Fraticelli, vol. 9. Firenze per Giuseppe Formigli 1837.

(6) La Divina Commedia di Dante Alighieri illustrata di note da Romualdo Zotti, seconda edizione, vol. 3. Londra presso di R. Zotti, 16. Broad Street, Golden Square 1819.

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