La divina commedia: InfernoPer Nicolò Bettoni, 1825 |
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... Capo Alessandro di Romena , pensarono di fare impeto contra Fi- renze . Secondo questa deliberazione nell'anno 1304 con intelligenza del Legato del Papa , vennero gli usciti a Firenze , ed entrati per le mura corsero la città fino alla ...
... Capo Alessandro di Romena , pensarono di fare impeto contra Fi- renze . Secondo questa deliberazione nell'anno 1304 con intelligenza del Legato del Papa , vennero gli usciti a Firenze , ed entrati per le mura corsero la città fino alla ...
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... capo a Dante di chiamar ombra Virgilio : impe- rocchè que ' morti spiriti in nulla dissimigliavano a vivi corpi ; e il Poeta li chiama vanità che par per- sona . Ma è a considerare che qui Dante parla da uomo atterrito : nè deve recar ...
... capo a Dante di chiamar ombra Virgilio : impe- rocchè que ' morti spiriti in nulla dissimigliavano a vivi corpi ; e il Poeta li chiama vanità che par per- sona . Ma è a considerare che qui Dante parla da uomo atterrito : nè deve recar ...
Page 17
... capo , prelato , superiore e simigliante ( Boc . g . 6 , n . 1 ) : alle quali cose ricogliere io sono dal mio maggiore ( cioè da Messer Cerbato ) stato mandato . La quale significanza data nel buon secolo al vocabolo maggiore fa che in ...
... capo , prelato , superiore e simigliante ( Boc . g . 6 , n . 1 ) : alle quali cose ricogliere io sono dal mio maggiore ( cioè da Messer Cerbato ) stato mandato . La quale significanza data nel buon secolo al vocabolo maggiore fa che in ...
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... Capo , principe : in- tende Aristotile . 134. Socrate , filosofo Ateniese , maestro di Platone . Platone , pur Ateniese , maestro d ' Aristo- tile . 135. Che ' nnanzi ec . Vuole accen- nare che Socrate e Platone si av- vicinano in ...
... Capo , principe : in- tende Aristotile . 134. Socrate , filosofo Ateniese , maestro di Platone . Platone , pur Ateniese , maestro d ' Aristo- tile . 135. Che ' nnanzi ec . Vuole accen- nare che Socrate e Platone si av- vicinano in ...
Page 64
... capo , e Papi , e Cardinali , In cui usò avarizia il suo soperchio . Ed io : Maestro , tra questi cotali Dovrei io ben riconoscere alcuni , Che furo immondi di cotesti mali . Ed egli a me : vano pensiero aduni : La sconoscente vita ...
... capo , e Papi , e Cardinali , In cui usò avarizia il suo soperchio . Ed io : Maestro , tra questi cotali Dovrei io ben riconoscere alcuni , Che furo immondi di cotesti mali . Ed egli a me : vano pensiero aduni : La sconoscente vita ...
Common terms and phrases
alcun Alichino Allor altra anime appella appresso Arno Aronta avea Barbariccia Beatrice Bertram dal Bornio bolgia buon caccia cagione Calcabrina Carlo di Valois catacresi cennamella Cerbero cerchio ch'è ch'io Chè che'l Chirone ciascun Ciel città colle colui Comentatori convien corpo costui cotal cotanto Dante detto dice dinanzi dire discese dissi divina dolore Duca duol ebbe ellissi erano eterno faccia fece fiamma figliuolo Fiorentini Firenze Flegetonte Flegiàs frate Frate Alberigo fummo gente Ghibellini gran gridò Guelfi Inferno INFERNO CANTO intendi l'altro l'animo lagrime Lucifero luogo Maestro Malacoda medesimo mente Michel Zanche mondo monte morte occhi parea parlar parole passo Perch'io perocchè PERTICARI piange piè piedi Pistoia poco Poeta Poscia quivi ripa Rispose sangue selva serpente sovra Tebe terra tosto trista uomo vale valle vece veder vedi veggio venire verso vidi Virgilio volse vuol
Popular passages
Page 50 - Poi mi rivolsi a loro, e parla' io, E cominciai : Francesca, i tuoi martiri A lagrimar mi fanno tristo e pio. Ma dimmi: al tempo de' dolci sospiri, A che e come concedette amore, Che conosceste i dubbiosi desiri?
Page 115 - L' animo mio per disdegnoso gusto, Credendo col morir fuggir disdegno, Ingiusto fece me contra me giusto. Per le nuove radici d' esto legno Vi giuro che giammai non ruppi fede Al mio signor, che fu d
Page 211 - Ove s' aggiunge con l' ottava ripa, E poi mi fu la bolgia manifesta : E vidivi entro terribile stipa Di serpenti e di sì diversa mena, Che la memoria il sangue ancor mi scipa. Più non si vanti Libia con sua rena : Che se Chelidri, Iaculi e Faree Produce e Ceneri con Anfesibena, Nè tante pestilenzia, nè sì ree Mostrò giammai con tutta 1' Etiopia, Nè con ciò, che di sopra 'l mar Rosso ee.
Page 167 - Puttaneggiar co' Regi a lui fu vista: Quella , che con le sette teste nacque , E dalle diece corna ebbe argomento , Fin che virtute al suo marito piacque. Fatto v
Page 133 - Ma quello ingrato popolo maligno, Che discese di Fiesole ab antico ; E tiene ancor del monte e del macigno, Ti si farà, per tuo ben far, nimico : Ed è ragion : chè tra gli lazzi sorbi Si disconvien fruttare al dolce fico. Vecchia fama nel mondo li chiama orbi; Gente avara, invidiosa, e superba : Da' lor costumi fa che tu ti forbi.
Page 45 - E come gli stornei ne portan l' ali, Nel freddo tempo, a schiera larga e piena, Cosi quel fiato gli spiriti mali. Di qua, di là, di giù, di su gli mena : Nulla speranza gli conforta mai, Non che di posa, ma di minor pena. E come i gru van cantando lor lai, Facendo in aer di sè lunga riga; Cosi vid...
Page 26 - Con lieto volto, ond' io mi confortai, Mi mise dentro alle segrete cose. Quivi sospiri, pianti ed alti guai Risonavan per l'aer senza stelle, Perch' io al cominciar ne lagrimai. Diverse lingue, orribili favelle, Parole di dolore, accenti d'ira, Voci alte e fioche, e suon di man con elle, Facevano un tumulto, il qual s' aggira Sempre in quell' aria senza tempo tinta, Come la rena quando a turbo spira.
Page 287 - Dante deriva una commozione che è tra le più dolenti e tenere di tutto il poema. 12 io avessi le rime aspre e chiocce, come si converrebbe al tristo buco sovra '1 qual pontan tutte l'altre rocce, io premerei di mio concetto il suco più...
Page 36 - Ch' è porta della fede che tu credi : E, se furon dinanzi al Cristianesmo, Non adorar debitamente Dio. E di questi cotai son io medesmo. Per lai difetti, e non per altro rio, Semo perduti , e sol di tanto offesi , Che senza speme vivemo in disio. Gran duol mi prese al cor quando lo intesi , Però che gente di molto valore Conobbi che 'n quel limbo eran sospesi. Dimmi, Maestro mio, dimmi, Signore, Comincia...
Page 170 - Se Dio ti lasci, lettor, prender frutto Di tua lezione, or pensa per te stesso, Com' io potea tener lo viso asciutto, Quando la nostra imagine da presso Vidi sì torta, che il pianto degli occhi Le natiche bagnava per lo fesso. Certo i' piangea, poggiato ad un de' rocchi Del duro scoglio, sì che la mia scorta Mi disse : « Ancor se' tu degli altri sciocchi ? Qui vive la pietà, quando è ben morta.