Che tu abbi però la ripa scorsa, Verrà colui, ch' io credea che tu fossi, Di ver ponente un Pastor senza legge, 69. Gran manto, il pontificio. 70. Figliuol dell' Orsa. Orsa, stemma della famiglia Orsini, per la famiglia medesima. Qui si parla di Nicolò III sommo Pontefice, della famiglia nobilissima Orsini di Roma, posto da Dante fra' simoniaci: ma altri tengono che fosse degno Pontefice. 71. Per avanzar, per arricchire e promovere gli Orsatti, i figli dell'Orsa, cioè quei della famiglia Orsini. 72. Che su (nel mondo ) misi in borsa l' avere, le sostanze, e qui misi in borsa me, alludendo al mo do della pena. 77. Colui ec. Papa Bonifazio sud detto. 79-84. Ma più è'l tempo ec. Fingendo Dante questo suo viaggio, nell' anno 1300, venivano ad essere già anni venti che Nicolò (morto nel 1280 ) stava in quella positura; e tra la morte di Bonifazio VIII e quella di Clemente V (che è quel Pastor che, dice, verrà di ver ponente, cioè Guascogna, ch'è al ponente di Roma) corsero appena anni undici. Dice adunque vero Nicolò, ch' era già più tempo che se ne stava egli in quella positura, di quello stato vi sarebbe dopo di lui Bonifazio piè rossi Nuovo Iason sarà, di cui si legge Ne' Maccabei; e come a quel fu molle E guarda ben la mal tolta moneta, vale accesi, come disseli nel v. 25 di questo Canto. 85-87. Nuovo Iason ec. Paragona Clemente V, eletto Pontefice pel preteso favore di Filippo il Bello, Re di Francia, al perfido Iasone per favore d'Antioco fatto sommo sacerdote, come si legge nel Lib. II, Cap. IV de' Maccabei. 88. Folle, per ardimentoso a riprendere tali e tanti personaggi. 89. Aquesto metro cioè a questo modo. 93. Viemmi dietro. Sequere me: cosi nel Vangelo di s. Giovanni, Cap. XXI. 96. L'anima ria, Giuda, in di cui luogo fu sostituito s. Mattia. 98. E guarda ben, cioè e custodisçi; detto ironicamente. 87 90 93 96 99 99. Ch'esser ti fece cc. Accenna qui Dante ciò che di Nicolò III scrive Gio. Villani. Ancora imprese tenza (tenzone, contrasto ) col Re Carlo, per cagione che il detto Papa fece richiedere lo Re Carlo d'imparentarsi con lui, volendo dare una sua nepote a uno nepote del Re; il quale parentado lo Re Carlo non volle assentire, dicendo: perch'egli abbia il calzamento rosso, suo lignaggio non è degno di mischiarsi col nostro; e che sua Signoria non era Retaggio. Per la qual cosa il Papa contro a lui indegnato, non fu poi suo amico; ma in tutte cose al segreto gli fu contrario; e del palese gli fece rifiutare il Senato di Roma e'l Vicariato di Toscana ec. E se non fosse, ch' ancor lo mi vieta Io userei parole ancor più gravi; Chè la vostra avarizia il mondo attrista, Calcando i buoni, e sollevando i pravi. Di voi Pastor s'accorse il Vangelista, Quando colei, che siede sovra l'acque, Puttaneggiar co' Regi a lui fu vista; Quella, che con le sette teste nacque, E dalle diece corna ebbe argomento, E che altro è da voi all'idolatre, Non la tua conversion, ma quella dote 102 105 108 114 117 114. N'orate cento, adorate ogni pezzo di moneta. 106-108. Di voi Pastor (per la Pontificale dignità segno, riproPastori) s'accorse ec. Risguarda va d'essere, qual'è, instituita da questo parlar di Dante a quel pas- Gesù Cristo. so dell'Apocalisse, dove dice l'Angelo all' Evangelista s. Giovanni: Veni, ostendam tibi damnationem meretricis magnae, quae sedet super aquas multas,cum qua fornicati sunt reges terrae . .... habentem capita septem et cornua decem. 109. Le sette teste, i sette Sacramenti. 110. E dalle diece corna: per queste i dieci comandamenti di Dio intendono tutti gl' Interpreti comunemente ebbe argomento, ebbe 115-117. Ahi, Costantin ec. Intende il Poeta, giusta la persuasione in che si viveva a' tempi suoi, che per l'Imperator Costantino Magno donata fosse Roma a s. Silvestro Papa, cui perciò appella il primo ricco Patre; e intende che cotal dote, cotal donazione, cagionasse nel Papa e negli ecclesiastici l'amore alle ricchezze, e conseguentemente altri infiniti guai. 168 INFERNO CANTO XIX E mentre io gli cantava cotai note O ira, o coscienza, che 'l mordesse, E, poi che tutto su mi s'ebbe al petto, 120 123 126 Sì men portò sovra 'l colmo dell'arco, Che dal quarto al quinto argine è tragetto. 129 Quivi soavemente puose il carco, Soave per lo scoglio sconcio ed erto, Che sarebbe alle capre duro varco; Indi un altro vallon mi fu scoverto. 132 tavia i Piemontesi. FINE DEL CANTO DECIMONONO CANTO XX ARGOMENTO Dove le reni son volta ha la faccia Di nuova pena mi convien far versi, E dar materia al ventesimo Canto A risguardar nello scoverto fondo, 3. Della prima canzon, ch' è de' sommersi. Sommerso, per similitudine, vale ricoperto da checchessia; e bene perciò si appropria a' dannati ricoperti nell' infernale buca passo 3 6 9 dalla terrestre volta. Dante divide l'Opera sua in tre parti, e a ciascuna dà il nome di canzone, o sia Cantica. 8-9. Al passo Che fanno le leta |